Quarantadue - Ti amo

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Draco si avvicinò piano al giovane e gli passò la mano sulla guancia. Harry lo lasciò fare perché non era in grado di sottrarsi al suo tocco, amava le sue mani su di sé.
Fu solo quando riuscì a riacquisire un minimo di lucidità che si scansò distogliendo anche lo sguardo. Non doveva cedere, non gli avrebbe dovuto permettere di manipolarlo. Non più, non ancora.
Il biondo rilasciò un sospiro.

«Possiamo parlare?» chiese Draco ma Harry non aveva intenzione di ascoltarlo. «Voglio solo... spiegarti».

Il corvino scosse la testa. Sentì le lacrime salirgli al solo pensiero e l'aria mancargli nei polmoni. Quella stanza iniziava a essere stretta.

«Non ce n'è bisogno. Quel che ho visto basta».

«No invece, non basta» lo contraddì Draco. «Non pretendo tu mi perdoni, ma voglio spiegarti perché meriti di sapere».

«Merito, dici?» scosse la testa con fare quasi divertito. «Sai cosa mi meritavo davvero, Draco?» lo guardò di nuovo e dritto negli occhi. «Un minimo di considerazione. Mi meritavo di essere trattato meglio, con un po' più di riguardo, e invece no, non mi hai dato niente di tutto questo. E ora pensi che mi meriti di sapere come è andata davvero?» gli disse. «Mi meritavo ben altro ma tu non sei stato in grado di capirlo. Ora è troppo tardi».

«Se solo mi lasciassi spiegare potremo ancora lottare per noi, per quello che abbiamo condiviso».

«E che cosa abbiamo condiviso esattamente? No perché sai, io da te ho ricevuto solo dolore eppure ho deciso di lottare comunque, ho deciso di rimanere perché ero convinto che sarebbe passata, che saremo riusciti a trovare il nostro equilibrio e invece tu... tu mi hai voltato le spalle».

«Era una situazione nuova per me, io non... non sapevo come gestirla e-...».

«Anche per me lo era» lo interruppe. «Eppure io, Draco, non mi sarei mai permesso di fare quello che hai fatto tu. Ti avrei lasciato piuttosto ma mai, mai sarei andato con qualcun altro. Perché io, al contrario tuo, ho sempre avuto un po' di riguardo nei tuoi confronti. Non avrei mai potuto spingermi a tanto».

Draco giurò di sentire il suo cuore frantumarsi ad ogni parola del corvino. E lui che aveva sempre pensato che l'inferno avesse le sembianze di una stanza infuocata, ora fu costretto a ricredersi: l'inferno era trovarsi in una stanza con Harry che ti rifiutava, che ti distruggeva, che ti faceva ricordare quanto avessi sbagliato.

«Harry» lo chiamò appena. «Ti prego...» gli occhi gli si riempirono di lacrime. Poteva sentire i suoi muri crollare sempre di più ad ogni parola che il corvino pronunciava.

«Non supplicarmi, Draco. Il tempo delle scuse è finito».

«Io ti amo, Harry» disse all'improvviso e il corvino sentì i suoi muscoli irrigidirsi. Quelle parole, uscite dalle labbra del biondo con tanta naturalezza, riuscirono a strappargli l'ultimo briciolo di orgoglio e dignità che gli era rimasta.

Si buttò sulle sue labbra e sentì il corpo del biondo irrigidirsi, non se lo aspettava. Le loro labbra si toccarono di nuovo dopo un'infinità di tempo e uno sciame di farfalle gli invase lo stomaco facendogli ricordare come ci si sentisse, come fosse bello baciare una persona che amavi, per cui sentivi qualcosa di vero e potente.
Draco lo afferrò per i fianchi e ricambiò immediatamente il bacio. Lo sentì di nuovo suo dopo tanto tempo, sentì che nonostante tutto ancora gli apparteneva, il suo cuore batteva ancora per lui, per loro.

Con un colpo di bacino, mise il corvino sotto di sé e quando provò a infilare una mano sotto la maglietta, Harry sussultò e lo spostò velocemente. Il respiro era irregolare, i capelli erano scompigliati e le labbra rosse per quel bacio che trapelava sbagli da tutti i pori.

«No... no, non posso» soffiò Harry. «Io... glie l'ho promesso».

«Di cosa stai parlando?» gli chiese il biondo ancora sconvolto dal bacio che si erano dati.

Harry scosse la testa e si alzò dal letto. «È stato... sbagliato. Dimentichiamocene, non è mai successo».

Draco sgranò gli occhi. «Ma sei impazzito per caso?» sbottò. «Che diavolo sta succedendo, Harry?»

«Ho un figlio ora. È di Ginny» sputò fuori. «E le ho promesso che me ne sarei preso cura».

No, si sbagliava. Draco si sbagliava. Era questo l'inferno. Non era Harry che lo rifiutava... era Harry che gli annunciava che si stava per creare una famiglia ma non con lui... con Ginny.

Un dolore al petto lo invase e fu costretto a sedersi sul letto per riprendere fiato. Si mise le mani fra i capelli e chiuse gli occhi sperando potesse aiutarlo ad attutire il dolore.

«Avrei dovuto lasciare che mia zia ti uccidesse» sputò fuori prima di alzarsi dal letto di nuovo e dirigersi verso la porta.

«Anche io ti amo, Draco» lo guardò andarsene con gli occhi pieni di lacrime. «Ma tu... tu mi hai distrutto, mi hai fatto dimenticare come ci si sentisse ad essere felici e Ginny mi ha afferrato la mano nel momento esatto in cui ho sentito di star per affondare completamente» spiegò. «È stata l'unica in grado di tirarmi fuori da quel posto orrendo che era la mia testa, nemmeno Ron e Hermione ci sono riusciti. Se adesso sono qua è grazie a lei, lo capisci?»

Una serie di lacrime erano cadute lungo i volti dei due ragazzi. Quella conversazione gli stava facendo solo male.

«La ami?» glie lo chiese piano, con un tono di voce spezzato e totalmente dolorante.

«Non come amo te» rispose prontamente. «Nessuno sarà mai alla tua altezza, Draco. Nessuno».

Il biondo si girò piano verso di lui e si avvicinò di qualche passo. «Se ti ho fatto così tanto male perché continui ad amarmi? Dovresti odiarmi ogni secondo della tua vita».

«Non lo so» rispose scuotendo nel contempo la testa. «Mi odio per questo, perché non ti meriti nemmeno un briciolo del mio amore ma non posso controllarlo. Ti ho odiato per quello che mi hai fatto ma l'odio non era mai tanto forte quanto l'amore che provavo e provo per te. Tu sei sempre stato al di sopra di tutto anche se non te lo meritavi».

Stavolta fu il turno di Draco di buttarsi sulle sue labbra. Gli prese il viso fra le mani. «Non staccarti, ti prego» sussurrò nel momento in cui il corvino cercò piano di allontanarlo. Gli morse il labbro inferiore. «Se devo lasciarti andare perché hai una famiglia a cui badare, almeno lascia che mi goda per l'ultima volta le tue labbra. Lascia che ti ami ancora, solo un'ultima volta e poi potrai andare».

Una lacrima scese lungo la guancia leggermente abbronzata del corvino. Una lacrima che si mischiò con il bacio, con il dolore.

«Solo un'ultima volta» sussurrò Harry.

«Te lo prometto».

Eclissi di Luna - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora