Quarantatré - L'ultima volta

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Harry si lasciò andare. Lasciò che il biondo lo spogliasse, lo baciasse, lo toccasse dove più riteneva necessario. Lasciò che lo amasse per l'ultima volta, esattamente come gli aveva promesso.

Gli tolse la felpa che cadde subito a terra e il corvino lasciò che anche la giacca nera del completo che indossava il biondo facesse la stessa fine della sue felpa del medesimo colore. Lasciò che Draco gli baciasse il collo, la mandibola e le labbra ogni volta che ne sentiva il bisogno. Era il loro ultimo momento insieme e avrebbero dovuto goderselo al massimo.

Il corpo magro del corvino venne adagiato sul letto e presto sovrastato da quello di Draco. Lo baciò dolcemente e gli abbassò i pantaloni facendolo rimanere solo in boxer. Anche la camicia del biondo sparì così come sparirono i pantaloni del completo. Erano rimasti solo con i boxer, c'era solo quell'indumento a coprirli.

«Stiamo facendo un grosso sbaglio, Draco» sussurrò Harry tra un bacio di troppo e un altro. Ginny non avrebbe mai dovuto saperlo. Non glie l'avrebbe mai perdonato.

«Sta zitto» sussurrò mordendogli una porzione di collo. «Ci penseremo più tardi».

Il corvino non disse più nulla semplicemente lasciò che Draco lo amasse. Lasciò che le pareti di quella stanza li comprimessero, che quelle lenzuola li aggrovigliassero. Permise al suo cuore di ricomporsi, i baci di Draco gli facevano bene così come il suo tocco che tanto gli era mancato. Il biondo si spinse in lui facendo fuoriuscire dalle labbra rosse di Harry un gemito, gli era mancato sentirlo dentro di sé.

Sotto di loro stava scoppiando il caos, Hermione e Ron non facevano altro che urlare dalla cella in cui erano stati rinchiusi mentre Bellatrix non smetteva di blaterare contro Narcissa per l'insolenza di Draco. Ma a loro, in quel momento, non importava. Il biondo era ritornato a stare bene, il corvino poteva sentire tutti i suoi pezzi rotti ricomporsi e ora, anche se al piano di sotto si fossero messi a lanciarsi Maledizioni Senza Perdono, loro non li avrebbero sentiti. L'unica cosa udibile erano i loro gemiti, i loro sospiri di piacere e i loro cuori che battevano all'unisono.

Quando Draco venne, Harry si strinse al suo petto e lasciò che il primo lo coccolasse facendogli chiudere gli occhi.

«Adesso tornerà tutto come prima?» sussurrò Draco mentre gli passava una mano fra i capelli corvini.

Harry sospirò dolcemente e alzò lo sguardo verso di lui. Gli spostò una ciocca di capelli platino da davanti al viso. «L'ultima volta. Ti ricordi?»

Il ragazzo si avvicinò piano e gli rubò un altro bacio. Un bacio lento, dolce e un po' amaro perché presto fu bagnato da una lacrima che il biondo non seppe trattenere.

«Mi dispiace tanto» soffiò sulle sue labbra. «Non avrei mai voluto farti del male» scese un'altra lacrima che Harry si affrettò ad asciugare. Non doveva permettergli di aprire il discorso, sarebbe scoppiato a piangere anche lui perché il dolore era ancora lì. Non se n'era andato. «Dovevo allontanarti da me, lo capisci?»

«No, non lo capisco. Ma va bene così, Draco. Ormai è fatta» rispose piano con gli occhi che stavano rischiando di strabordare di lacrime.

Il biondo nascose il viso nell'incavo del suo collo e lo strinse in un abbraccio scomposto. Scoppiò a piangere e Harry sentì per la prima volta i sensi di colpa aprirlo in due; lui che di colpe in quella situazione non ne aveva nessuna. Lo strinse forte a sé e lasciò che piangesse, che si sfogasse anche se non se lo meritava. Non si meritava di piangere sulla sua spalla ma Harry, in silenzio, glie lo lasciò fare. Era l'unica persona con cui avrebbe potuto spingersi fino a quel punto.

«Perdonami, piccolo mio» sussurrò con la voce rotta. «Ti prego».

Il corvino dovette nascondere il viso in quell'abbraccio per evirare di piangere ma non ci riuscì. Numerose lacrime fuoriuscirono dagli occhi del giovane facendogli tornare addosso la sensazione che aveva sentito fino a prima che entrasse dentro quella casa. Non poteva perdonarlo. Draco non aveva fatto niente per meritarselo.

«Non posso» riuscì a dire. «Mi dispiace».

Draco lo strinse di più a sé e piano alzò il viso per guardarlo negli occhi sfranti. «Se mai ci rincontreremo in un'altra vita, saprò darti il valore che meriti. Te lo giuro, amore mio, non ti ridurrò mai più così».

Harry tremò a quelle parole. Un'altra lacrima bagnò la sua guancia già fradicia. «È un addio?»

Draco, debolmente, gli passò una mano sul viso e scosse la testa. «No. Non saprò mai dirti addio ma sappi che ti ho amato Harry, ti ho amato tantissimo anche se non ho avuto modo di dimostrartelo. Sei l'unica persona di cui io sia stato mai innamorato e mi dispiace se ho mandato a puttane tutto. Spero un giorno tu possa perdonarmi davvero per quello che ho fatto».

«Non so se sarò in grado» rispose il corvino.

«Non importa» sussurrò. «Qualsiasi scelta tu prederai, io sarò qui e l'accetterò. Mi merito tutto il tuo odio, tutta l'attesa. Non importa quanto dovrò aspettare, io lo farò per sempre».

«Ti amo, Draco. Ti amo da morire».

«Anche io, amore mio» sussurrò ancora poggiando la fronte sulla sua. «Anche io».

*

Draco li fece fuggire lontano da lì. Riuscì a costruire un piano per farli scappare prima che Voldemort arrivasse e Harry era stato felice di quello che il biondo aveva fatto per loro, per lui.

Quella conversazione aveva destabilizzato Harry come poche cose nella vita e non poteva fare a meno di pensarci. Era andato al letto con Draco, ancora. E sempre Draco gli aveva detto che lo amava. E che lo avrebbe aspettato per sempre se fosse stato necessario. Si sentiva perso, scombussolato ma non poteva fare niente. Nonostante tutto ciò che Harry gli aveva permesso, non avrebbe potuto perdonarlo. Quello era un passo troppo grande che ancora non si sentiva di fare.

Dopo la dolorosa e straziante morte di Dobby, l'elfo domestico che aveva provato più volte a salvare la vita a Harry, i tre fecero ritorno a Hogwarts grazie all'aiuto del fratello di Silente e riuscirono a capire dove si trovasse il diadema di Priscilla Corvonero.

Fu proprio in quell'occasione che scoprirono che Piton era diventato Preside e che i Mangiamorte si aggiravano per tutto il castello. Ormai l'inizio della guerra era vicino e nessuno avrebbe potuto scamparlo.

L'atmosfera era sempre più cupa, sempre più oscura e quando Voldemort invase le loro teste e i loro pensieri, Harry capì che non c'era più tempo da perdere.

Dovevano trovare quel diadema e distruggerlo prima che fosse troppo tardi. Prima che Voldemort distruggesse Harry e l'intero Mondo Magico.

La guerra era iniziata.

Eclissi di Luna - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora