Diciotto - Torre di Astronomia

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Era passata una settimana e il giorno prima del ritorno a Hogwarts era arrivato. La mattina dopo alle undici in punto, tutti gli studenti sarebbero saliti sull'Hogwarts Express per fare ritorno a casa per tutte le vacanze estive e tornare solo il primo settembre. La scuola era completamente in subbuglio, in particolar modo le Sale Comuni e i dormitori dove tutti erano impegnati a fare i loro bagagli. Tutti si stavano assicurando che non si stessero dimenticando nulla, Ron aveva fatto almeno dieci volte il giro del dormitorio per assicurarsi di aver preso tutto, Neville affannava da un angolo all'altro perché era sempre certo di aver dimenticato qualcosa mentre Harry si era limitato a chiudere i bagagli senza dar troppo peso alle cose. Se si fosse dimenticato qualcosa se ne sarebbe ricordato, in caso contrario, beh... l'avrebbe recuperato l'anno prossimo.

Inoltre, la punizione dei quattro giovani era finalmente giunta al termine. Il rosso e la riccia avevano finito solo un paio di giorni prima, mentre Harry e Draco avevano terminato quella mattina quando si erano presentati per ultimare le ultime cose. Nel giro di due ore quell'ufficio — finalmente — brillava sotto i loro occhi e i due non poterono che essere più fieri del lavoro che avevano svolto. Nonostante avessero perso molto tempo a chiacchierare, alla fine, con un po' di impegno, erano riusciti a portare a termine quella missione.

Draco anche aveva finito i suoi bagagli e non vedeva l'ora arrivasse il giorno dopo per partire. Non vedeva la sua famiglia da svariati mesi e moriva dalla voglia di riabbracciare sua madre. Quest'ultima nemmeno per un attimo si era dimenticata di lui: durante tutti i mesi precedenti la donna si era preoccupata di cucinare i dolci più buoni mai assaggiati per spedirglieli via gufo e farglieli mangiare a Hogwarts, sotto gli occhi invidiosi dei suoi compagni che qualche volta avevano osato rubargli qualcosa. Ed era tutto davvero squisito. Nel corso dell'anno si erano inviati anche molte lettere dove si erano aggiornati sull'andamento delle loro giornate ma mai, nemmeno per una volta, Draco aveva visto arrivare una lettera da parte di suo padre.

Quest'ultimo — al contrario della madre, Narcissa — sembrava invece essersi dimenticato di lui. Né un messaggio, né un regalo. Era come se non esistesse. Nelle lettere che la donna spediva al figlio, mai aveva fatto riferimento al marito e nei casi in cui accadeva, era solo perché Draco si era preoccupato di chiederle come stesse. Il biondo stava iniziando a pensare che le cose tra loro non stessero andando bene ultimamente ma non sapeva nemmeno lontanamente immaginarsi il motivo: era vero, i suoi genitori erano molto diversi fra loro ma mai era successo che discutessero o litigassero, anzi, il Serpeverde era sicuro anche di non averli visti mai litigare, nemmeno una volta. E se a tratti si sentiva fortunato per questo, a volte si chiedeva se ci fosse qualcosa di strano nel loro rapporto perché col tempo aveva capito che litigare in una coppia è normale e non riusciva a spiegarsi come i suoi genitori fossero sempre d'accordo su tutto.

Forse era arrivato il momento in cui la madre si era stancata di sottostare agli ordini del padre, o forse il padre si era stancato della madre che non reagiva mai e acconsentiva a tutto. Non riusciva a capire chi potesse essere il problema tra i due, anzi, non sapeva nemmeno se ci fosse un problema. L'unica certezza che però Draco aveva era che tutto quello era strano e sperava solo non fosse niente di grave.

La sera arrivò veloce e l'ultimo Banchetto dell'anno ebbe inizio: il biondo era seduto al suo tavolo con accanto Blaise mentre di fronte a sé sedevano Pansy e Theodore intenti a mangiare come non li aveva mai visti fare, il Banchetto quella sera si era proprio sbizzarrito. E al meglio.
Dall'altro lato della Sala Grande c'era il tavolo dei Grifondoro dove alleggiava un'aria di spensieratezza assoluta. Harry rideva in continuazione ai racconti di Ron e Hermione che avevano vissuto delle vere e proprie avventure dentro quell'ufficio malandato che non avevano mai capito a chi appartenesse; Ginny, al suo fianco, lo seguiva nelle risate e a volte arrossiva quando Harry la guardava troppo. Aveva sempre avuto un debole per lui la ragazza, ma quest'ultima non sapeva che il corvino in quel momento non aveva nessun interesse nei suoi confronti perché l'unica persona che realmente gli interessava si trovava a due tavoli di distanza che rideva e scherzava con i suoi amici in tranquillità. Sembrava spensierato e questo rendeva tranquillo anche Harry che era felice di vederlo stare così bene.

Il Banchetto giunse al termine e nella folla di persone che stavano uscendo dalla Sala Grande, il corvino si scontrò proprio contro Draco che gli dedicò un mezzo sorriso.

«Ti cercavo, Potter» disse. «Ti va di seguirmi?».

Harry non esitò nemmeno un istante. Ricambiò il mezzo sorriso e annuì. Insieme si allontanarono sempre di più dalla folla fino ad arrivare al solito posto: la Torre di Astronomia. Salirono le scale a chiocciola e si affacciarono alla ringhiera dove la luna brillava sopra di loro, Cassiopea era ben visibile così come lo era anche Andromeda. Draco sorrise alla vista e guardò subito il corvino che ricambiò lo sguardo.

«Sono luminose, oggi» spezzò il silenzio il Grifondoro.

«Più che mai» concordò il biondo che sorrise ancora puntando di nuovo le sue iridi argentate sul cielo stellato. Era sempre un bello spettacolo che il ragazzo amava guardare, anche dal balcone della sua stanza in piena estate.

Seguirono alcuni attimi di silenzio prima che Harry lo interrompesse. «Sei felice di tornare a casa domani?» domandò.

«Perché mi fai questa domanda?» alzò un sopracciglio dubbioso il giovane.

Il ragazzo fece spallucce. «Non lo so, sono curioso... credo».

Draco sospirò. «Sì, sono felice. Non vedo i miei genitori da molto tempo, è ora che mi riunisca alla mia famiglia».

«E allora cosa ti turba?».

Il biondo si immobilizzò. Come aveva capito che c'era qualcosa che non andava? Come aveva capito che il pensiero di quello che fosse successo ai suoi genitori lo tormentava? Come aveva fatto?

«Tu... come-...».

«I tuoi occhi» rispose interrompendolo. «Non sono argentei, non brillano. Sono grigi e... cupi. C'è qualcosa che ti turba, Draco?» era forse la prima volta che lo chiamava per nome in un contesto come quello e il biondo giurò di aver sentito dei brividi corrergli lungo la schiena. Era bellissimo il suo nome detto da lui, più di quanto non lo fosse il suo cognome.

«Osservi i miei occhi, Potter?» cercò di sdrammatizzare il ragazzo. Harry fece un mezzo sorriso e scosse la testa divertito.

«Stai sminuendo i tuoi problemi, Malfoy?».

Draco ridacchiò e stavolta fu il suo turno di scuotere la testa. Quel ragazzo non smetteva di sorprenderlo. Si girò appoggiandosi alla ringhiera e gli dedicò tutta la sua attenzione, lo osservò attentamente prima di parlare.

«Ho la sensazione che stia succedendo qualcosa tra i miei genitori ma non ho la più pallida idea di cosa» sputò fuori e il corvino aggrottò le sopracciglia.

«Perché pensi questo?».

«Perché mio padre non si è fatto sentire per tutto l'anno scolastico e la cosa mi preoccupa. Non è mai successo».

Harry sospirò. Avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa che potesse consolarlo ma non aveva la più pallida idea di cosa. Lucius Malfoy era quello che era e non ci potevano essere dubbi. Era difficile dire qualsiasi cosa.

«Sono sicuro ci sia una spiegazione» cercò di consolarlo sperando bastasse a fargli capire che non aveva idea di cosa dirgli di diverso.

«Sì Potter, lo spero tanto» sospirò prima di puntare le iridi di nuovo in quelle del corvino.

L'aria era colma di tensione, ma non era una tensione che trasmetteva ansia, ma solo paura. Paura di quello che avrebbero potuto combinare solo guardandosi negli occhi.

La luna brillava, le stelle illuminavano i loro volti ormai sempre più vicini. I respiri potevano mischiarsi e diventare uno unico. Le sensazioni che stavano invadendo i loro corpi in quel momento erano troppe e inspiegabili, erano sicuri di non aver mai provato nulla di simile con nessuno.

«Cassiopea e Andromeda ci stanno guardando» sussurrò Harry ormai a pochi centimetri dal viso del biondo.

«Allora lasciale guardare» sussurrò in risposta prima di buttarsi sulle sue labbra.

Il paradiso non gli era mai sembrano così vicino.

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Buona Pasqua con questo bel capitolino🐣

Eclissi di Luna - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora