Dieci - La festa

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Era passata una settimana. Una settimana da quando Harry aveva fatto quella chiacchierata con Silente e da quando erano iniziate le lezioni di Occlumanzia con Piton. Il suo incubo più grande aveva avuto inizio. Come aveva immaginato non erano andate un granché, anzi, le avevano passate a litigare e Harry aveva fatto il possibile per non rispondergli male ma a volte era risultato impossibile. Il suo petto si alzava e si abbassava continuamente dalla rabbia e i capelli si scompigliavano sempre di più quando era lì, con lui a causa delle numerose volte che li aveva tirati. Stare con Piton lo stressava e non poco.

Fortunatamente quella settimana era giunta al termine e ora il corvino poteva respirare. Sarebbe tornato a preoccuparsene il lunedì mattina, adesso, di venerdì pomeriggio, non aveva nessuna intenzione di farsi rovinare il weekend. Non dopo che i Serpeverde avevano annunciato di dare una festa proprio quella sera in onore della fine della settimana. Ovviamente tutto era stato organizzato da Theodore Nott e completamente in segreto, se solo la Umbridge fosse venuto a saperlo, avrebbero passato i guai tutti.

Harry era preoccupato. Non vedeva Draco dall'ultima volta che lo aveva portato sulla Torre di Astronomia e adesso, il solo pensiero di doverlo rivedere e per di più ad una festa, gli faceva salire l'ansia alle stelle senza saperne il motivo. Il suo corpo reagiva sempre in modo strano quando si parlava di lui e ancora non era riuscito a capire perché; quello che era successo in infermeria, il fatto che lo avesse salvato, aveva fatto sì che si creasse un legame strano tra loro, da un giorno a un altro si erano ritrovati più vicini che mai e a condividere risate e segreti. E se il corvino era consapevole dell'effetto che quel legame stava avendo su di lui, non poteva di certo sapere che effetti stesse facendo sul biondo.
Non poteva averne la certezza ma qualcosa dentro di lui gli urlava di non allontanarsi, di non lasciare che il ragazzo si allontanasse da lui perché la sua vicinanza gli avrebbe potuto fare solo che bene. E Harry decise di dare retta a ciò che il suo corpo diceva o faceva quando era con lui. Per una volta si sarebbe lasciato andare, le conseguenze non gli importavano.

Draco, nel frattempo, si stava mangiando le unghie al solo pensiero di quella sera. Theodore aveva organizzato tutto all'ultimo minuto e il biondo non aveva avuto il tempo necessario per prepararsi psicologicamente a quella festa. Non si sarebbe preoccupato se l'amico non avesse deciso di invitare anche i Grifondoro e quindi anche Harry. Draco non aveva la più pallida idea se il ragazzo sarebbe venuto o no, in fin dei conti Theodore non aveva distribuito nessun invito scritto, ma aveva solo sparso la voce nel modo più segreto possibile. Chi si sarebbe presentato, lo avrebbero scoperto solo quella sera.
Ma il biondo non era mai stato un ragazzo impaziente, non aveva mai avuto la fretta e l'irrazionalità di fare le cose; al contrario aveva sempre pensato due volte prima di agire ed era sempre riuscito a mantenere la calma. E come si era ritrovato in quel momento seduto sulla sua scrivania in camera a scrivere un bigliettino, non lo sapeva nemmeno lui.

Ci sei stasera alla festa?

Solo dopo averlo scritto, si fermò a pensare se spedirlo o no. Alla fine decise che non aveva nulla da perdere e che era solo una stupida domanda senza importanza. Lui e Harry erano amici ormai e voleva solo sapere se avrebbe preso parte alla festa come amico. Niente di più. Diede il foglio al suo gufo e lasciò che salisse di qualche piano prima di fermarsi a una finestra parallela alla sua, che quella fosse la camera di Harry?

Aspettò qualche secondo prima di vedere la finestra aprirsi e una mano afferrare quel biglietto.

«Harry, conosci questo gufo?» chiese la voce del rosso, il biondo la riconobbe al volo.

«No» si avvicinò afferrando il bigliettino per leggerlo. Bastarono alcuni secondi prima che il biondo potesse vedere un piccolo sorriso spuntare sulle labbra del covino, aveva riconosciuto la scrittura, lo sapeva. Quando gli aveva dato quel libro di Difesa Contro Le Arti Oscure per informarsi su quegli incubi strani che faceva, si era dimenticato di dirgli che l'avrebbe trovato appuntato. Draco amava scrivere pensieri e riflessioni accanto alle frasi dei libri, amava sottolinearli e segnarli con post-it abbinati al colore della copertina, era sicuro che Harry l'avesse notato e ora lo aveva riconosciuto.
Si affacciò alla finestra e i suoi smeraldi si intrecciarono con i diamanti del biondo che gli sorrise.

Eclissi di Luna - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora