•{🌺ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 4🌺}•

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~𝙿𝚘𝚟 𝚃𝚎𝚛𝚣𝚊 𝙿𝚎𝚛𝚜𝚘𝚗𝚊~

Regno d'Italia stava correndo per i corridoi del palazzo, la gonna che gli si aggrovigliava tra le gambe, il respiro affannato, reggeva in mano una foto di suo padre.
«TORNA QUI MOCCIOSA» la madre della piccola urlava a pieni polmoni.
«NO, VOGLIO TENERE LA FOTO. PUNTO» le urlò di risposta.
Correva sempre più lenta, le gambe le cedevano e non ce la faceva più, i suoi fratelli erano chiusi in una stanza, non potevano uscire lei non aveva scampo.
Cadde, inciampò sulla gonna.
Cercò di rimettersi in piedi, aggrappandosi alla fotografia.


D'un tratto sentì la pelle della schiena lacerarsi,
bruciava, aveva la schiena in fiamme.
La donna le stava dando delle cinghiate sulla schiena, la bambina piegata sul pavimento con la camicia strappata e il viso che annegava tra le lacrime.

~𝙿𝚘𝚟 𝚁𝚎𝚙𝚞𝚋𝚕𝚒𝚌𝚊 𝚍𝚒 𝚅𝚎𝚗𝚎𝚣𝚒𝚊~

Nostra madre ci aveva chiusi dentro, Napoli era impegnato a cercare di liberarci, a mio fratello, L. Veneto, aveva dato un sedativo.
Andai verso il bagno, diedi un'occhiata a una piccola finestrella che dava sul difuori, tirai le sbarre, rompendola, mi ci arrampicai, uscendo.
cercai di non cadere dall tubo che c'era fuori, che dava sul balcone della stanza principale.
Feci un salto, arrivando nell'atrio.

La mamma se ne era già andata, fortunatamente, corsi nei corridoi per cercare Regno.
Sentii dei lamenti, girai l'angolo e la vidi per terra, tremava e sanguinava dalla schiena potevo vedere le ossa.
"Come hai fatto a sopravvivere?...."
la presi in braccio delicatamente, corsi nella stanza chiusa a chiave, la aprii, con la mollettina per capelli che portavo.
«Che le è successo?»
«Penso sia stata mamma»
Corsero a prendere tutto l'essenziale per bendarle la schiena.

{5 minuti dopo}

~𝙿𝚘𝚟 𝙶𝚛𝚊𝚗𝚍𝚞𝚌𝚊𝚝𝚘 𝚍𝚒 𝚂𝚊𝚟𝚘𝚒𝚊~

L'avevamo stesa sul letto, aveva tagli profondi.
«Starà bene?» chiese Venezia.
«Spero di si...» Rispose 2. Sicilie.
Guardai Salò, veniva trattenuta da Sardegna, voleva uscire ed andare a prendere nostra madre; era abbastanza aggressiva, fin dalla nascita, non sapevamo perchè ma lo era.
«LASCIAMI, LASCIAMI» urlava.
Mai riuscivo a concepire la voce tagliente con cui parlava, faceva venire i brividi a sentirla, come quella di L. Veneto, si assomigliavano anche quei due, ci assomigliava più Salò che Venezia che era la gemella, di carattere però.

A proposito di L. Veneto, si stava iniziando a svegliare, aggrottò lo sguardo quando vide la piccola sul letto.
«è stata lei vero?...»
2.Sicilie annuì con la testa.
Si alzò, andò da Salò e la prese in braccio, sussurrandole qualcosa che la calmò, la fece sorridere, un sorriso che contagiò entrami però, un sorriso malizioso, malato, controverso, poco indifferente, lei annuì.
«Sai che gli ha detto?» sussurrai a Venezia.
«No..» rispose.
La portò vicino al letto posandola lì, seduta, si sedette per terra.
Su alcuni aspetti mamma non si sbagliava, sembrava una bestia da guardia, aveva quei denti affilati che i domestici di casa temevano tanto solo alla vista, ma era dolce, dolcissimo.

2. Sicilie prese Regno in braccio, per cullarla, poiché si stava agitando nel sonno, lo fece con la sua solita eleganza e dolcezza, ci mettemmo nei nostri lettini, abbracciai Venezia, Napoli andò a cambiarsi mentre sua sorella iniziava a cantare dolcissime melodie che ci avevano accompagnati nelle braccia di morfeo per la maggior parte delle volte.

~𝙿𝚘𝚟 𝚃𝚎𝚛𝚣𝚊 𝚙𝚎𝚛𝚜𝚘𝚗𝚊~

I due gemelli più grandi stavano chiacchierando, non sapevano che fare, questa volta I. Bizantino si era spinta troppo oltre, davvero oltre.
«Che pensi di fare?» disse la ragazza.
«Di fare quello che ha detto Veneto..»
«Cioè?»
«Attuare il piano.»
«Scherzi spero, Regno è troppo piccola»
«ti correggo 'piccolo'»
«Che vuoi dire?»
«l'ha detto solo a me? Vuole il maschile»
«Oh. Scusa non sapevo»
«Avrà il tempo di dirtelo» fece una pausa«Comunque si, ho intenzione di farlo. Meglio che vivere tutto questo e poi noi siamo maggiorenni, possiamo prenderci cura di loro.»
«Va bene...Facciamolo» si guardarono per un'attimo preoccupati ed andarono a dormire.

~𝙿𝚘𝚟 𝚅𝚊𝚝𝚒𝚌𝚊𝚗𝚘~

Avevo l'orecchio poggiato alla porta, avevano parlato di un certo piano, avrebbe fatto male alla mamma probabilmente, visto quello che era successo alla sorellina, soprattutto se centrava Veneto, quell'animale...

Esitai per un'attimo, non ero sicuro di quello che stavo per fare, però io le volevo bene, tantissimo.
Guardai attorno, alle cose che mia aveva dato e regalato, pensai a tutto quello che lei aveva fatto per me e presi una decisione.
«MADRE!» corsi da lei, nel buio.

{Angolo Autore}
E dopo quello sfogo de prima che potevo risparmiarmi ecco a voi sta meraviglia de famigliola felice:).

-𝐴𝑐ℎ𝑖𝑙𝑙𝑒

~{❄︎𝙻𝚊 𝚗𝚘𝚜𝚝𝚛𝚊 𝚒𝚗𝚏𝚊𝚗𝚣𝚒𝚊 𝚍𝚒𝚜𝚝𝚛𝚞𝚝𝚝𝚊❄︎}~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora