•{🪔ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 30🪔}•

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~𝙿𝚘𝚟 𝚁𝚎𝚐𝚗𝚘 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚎 2 𝚂𝚒𝚌𝚒𝚕𝚒𝚎~

Napoli stava peggio ogni giorno, vomitava più spesso..
Sembrava essere migliorato in quegli anni ma no, no era peggiorato e basta, ogni tanto diventava pallido come un cadavere, piangeva molto spesso se volevo aiutarlo, non voleva mi facessi problemi per lui...
«Napoli... io vado a fare delle compere ok? Ci vediamo dopo»
«Ok..» era sdraiato sul divano, stava davvero male..

Camminavo a passo svelto, non volevo fare tardi, mi accorsi poi di aver dimenticato la borsetta. "Genio... Sici' sei un genio.."
dovetti tornare indietro, sentivo come della tensione nell'aria, era tutto molto teso eppure lo era solo per me...
Ero fuori di casa, stavo salendo gli scalini, quando si sentì un rumore di uno sparo.
Mi pietrificai.

~𝙿𝚘𝚟 𝚁𝚎𝚐𝚗𝚘 𝚍𝚒 𝙽𝚊𝚙𝚘𝚕𝚒~

Ero sdraiato, mi girava la testa, non riuscivo a vedere nulla.
Mi sedetti.. avevo sete, ma ad alzarmi sarebbe stata un impresa.
Si sentì uno sparo, fuori dal palazzo, corsi subito, fa nulla che non ero del tutto sano o che non ci vedevo una cifra, ma mi affrettai.

Sicilie era sdraiata sulle scale, il sangue le colava dalla testa per il colpo sul pavimento e dalla gola per il proiettile..
«SICI'» corsi da lei, le sollevai il capo e il torso.
«S-sici'...eddai...nonono...» l'abbracciai forte.
«e non mi abbandonà così per favore...»
era morta ormai ed era troppo tardi...

~𝙿𝚘𝚟 𝚃𝚎𝚛𝚣𝚊 𝚙𝚎𝚛𝚜𝚘𝚗𝚊~

Napoli adesso era solo, teneva stretto il corpo della sorella e non voleva lasciarlo andare, non ne aveva la forza fisica e nemmeno psicologica di farlo.
Piangeva e i singhiozzi si facevano più intensi mano a mano che realizzava sempre di più.

Non voleva separarsene non ora che era solo, lui si sarebbe meritato quello sparo, non lei che era tanto buona e gli aveva sempre fatto del bene.
«Svegliati per favore.... non mi lasciare adesso...» ripeteva in continuazione, le lacrime che gli scalfivano e bagnavano il viso, gli occhi tremanti e il controllo del corpo inesistente.
Voleva urlare, ma se lo avrebbe fatto sarebbe uscito un qualcosa di strozzato che avrebbe dato fastidio a tutti. E comunque non la lasciò, rimase stretto al cadavere insanguinato, ricoprendosene le mani di quel liquido scuro.

{il giorno seguente}

I. Spagnolo era stato accolto come sempre a palazzo e non vedeva l'ora di rivederlo.
«Regno di Napoli non è uscito dala sua camera» gli ripetevano le guardie.
Stava dormendo forse, decise di fargli una sorpresa, aprì la porta lentamente e sgranò gli occhi appena fu dentro.

«Napoli...» la stava ancora abbracciando, non se ne allontanava più.
Gli andò vicino, staccandolo da lei e prendendolo in braccio.
«Lasciami... lasciami stare...»
«Napoli....» gli asciugò qualche lacrima, mantenendogli il viso in una mano, il quale gli pesava a causa del mal di testa dato dalla lunga notte di pianto. «Napoli..guardami»
«lasciami...voglio tenerla con me..»
Lo spagnolo chiamò delle domestiche che amareggiate portarono via il corpo.
«No... no..»
«cariño...»ricominciò a piangere, I. Spagnolo si sedette sul  letto, iniziando a coccolarlo, per almeno provare a calmarlo, era come se non riuscisse a respirare, quell'urgenza di farsi del male fisico perchè non aveva potuto fare nulla per lei.

Riuscì a farlo calmare, singhiozzava ma non erano più singhiozzi irregolari come prima.
«Che è successo.. puoi spiegare? Ce la fai?»
«....n-non lo so..» si accoccolò al suo petto.
«Facciamo che me lo dici quando sarai più calmo ok?...»
«o-ok»
Tossì, si mise la mano sulla bocca.
I. Spagnolo lo prese in braccio per portarlo nel bagno, aveva già capito che doveva vomitare, gli alzò i capelli e gli accarezzò la schiena.
«Fa..fa male..»
«lo se amor lo se...» sospirò.

Quella sera era tutto silenzioso, Napoli non riusciva a prendere nulla in mano, non aveva forze e I. Spagnolo gli dava da mangiare come si fa con un bambino, era sull'orlo di un'altro crollo, si vedeva dagli occhi lucidi.
Nessuno dei due parlò, l'italiano riprese il suo pianto disperato, sputando un po' di quello che aveva in bocca, il compagno prese un tovagliolo per pulirlo, gli accarezzò la guancia e le lacrime erano più acide di prima, i singhiozzi più forti, il pianto più isterico.
Non sentiva più nessuna parte del corpo, la testa faceva male, malissimo, teneva il capo nella curva del collo dell'uomo che in quel momento era il suo unico riparo.
E quando se ne sarebbe andato?

Sarebbe rimasto davvero solo. Più di quanto lo fosse già stato tutti quegli anni...
Solo come... un cane.


{Angolo Autore}
IO SO...che sto per avere atroci bastonate sulle mani🧍‍♂️✨
Ma dovevo....
E' PER IL FILONE NARRATIVO.



-𝐴𝑐ℎ𝑖𝑙𝑙𝑒

~{❄︎𝙻𝚊 𝚗𝚘𝚜𝚝𝚛𝚊 𝚒𝚗𝚏𝚊𝚗𝚣𝚒𝚊 𝚍𝚒𝚜𝚝𝚛𝚞𝚝𝚝𝚊❄︎}~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora