•{⚜️ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 18⚜️}•

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~𝙿𝚘𝚟 𝚅𝚊𝚝𝚒𝚌𝚊𝚗𝚘~

Salò mi stava puntando un pugnale alla gola, mi pietrificai dalla paura, tremavo, mi guardava negli occhi con un sorriso terribile.
«IO TI AMMAZZI»
Veneto la tirò a se «Salò..»
«Che vuoi?!»
«Salò lascialo stare»
«NO. E' UN BASTARDO... LA COLPA E' SOLO SUA SE REGNO HA LA SCHIENA SFREGIATA» aveva le lacrime agli occhi.
Non lo sopportavo..
«NON E' COLPA MIA SE PER LEI VOI NON ERAVATE NIENTE» sbottai all'improvviso, chiudendomi la bocca con le mani.

Mi guardò, con uno sguardo più omicida di prima. Rise, fece una risata isterica, e mi si lanciò contro. Gli occhi rosso acceso, che mi guardavano l'anima.
«VIENI QUI BASTARDO!»
Napoli mi si piazzò davanti, la prese in tempo.
«Salò. Calmati.»
«LASCIAMI?!»
Napoli le mise la mano sulla fronte, lasciandola cadere sugli occhi, da farla addormentare.
«scusa Va' non si è ripresa del tutto... nessuno di noi..»
«Scusami....»
«Ehi. Va'. Guardami»
lo guardai.
«Non è colpa tua.» mi sorrise. Il sorriso più dolce che avessi mai visto. Guardai Sicilie, sorrise anche lei.

{ore dopo}

Ero nei gardini, camminavo un po' per distrarmi.
Non guardavo avanti, guardavo i fiori sul terreno, erano colorati, ricordavano quelli sui muri di marmo dei templi che mio padre fece costruire.
Non guardavo dove andavo e all'improvviso andai a sbattere contro qualcuno, caddi.
«Scusami tanto!» dissi.
«Va tutto bene, non si preoccupi.» mi porse la mano.
«sei un'altra nazione...»
«ehm....si hehe» si grattò il capo.
«...woah.. come ti chiami?»
«S-svizzera»
«io sono Vaticano. Un piacere»
«il piacere è tutto mio» sorrise.

Non so se d'istinto o meno, mi prese la mano e mi portò con se a vedere le fontane.
Sembravano cascate, avevano fiori che galleggiavano all'interno e pesciolini che ci nuotavano.
«Ti piacciono?»
«Mhm» sorrisi.
Mi prese la mano, adesso che lo notavo avrà avuto 1/2 anni in più di me, aveva i capelli biondo scuro, argentato, le guance sporche di terra.
Presi un fazzoletto che avevo nella tasca della veste e glielo strofinai sulle guance per pulirle, arrossì.

Passammo l'intero pomeriggio assieme, giocammo con la palla, ci rincorremmo per tutti i giardini e, per ultima cosa, giocammo con l'acqua delle fontane.
Non ero mai stato così felice prima d'ora.
«Domani ci sei vero?»
«ovvio sono sempre qui» rispose lui, sdraiato sull'erba.
«Dormi qui fuori?»
«Heh.... si»
Provai una pena incredibile "Povero..." pensai.
«Dormi con me.»
«mh?»
«Per favore, vieni a dormire in camera mia» il viso mi si colorò di un rosso spento.
«Oh.» arrossì anche lui. «non...non posso»
«Per favore, non riuscirei a dormire col pensiero di te che stai qui fuori.»
«....davvero?»
«Mhm»
«Va bene»

~𝙿𝚘𝚟 𝚃𝚎𝚛𝚣𝚊 𝚙𝚎𝚛𝚜𝚘𝚗𝚊~

Vaticano entrò in casa tenendo la mano di Svizzera, nel salotto c'erano suo fratello Napoli e sua sorella Sicilie insieme ad una ragazza, una principessa.
«Tu sei Napoli quindi, vero?» domandò con suggestione la giovane donna.
Napoli annuì, non si trovava per niente a suo agio, voleva andare via.
Si sedette a suo fianco, scostando Sicilie.
«Sai. Mi chiedevo se eri interessato a spendere un po' di tempo soli, senza tua sorella» ridacchiò, aspettando la risposta, mise una mano sulla coscia del ragazzo.

Dalla repulsione di tutto ciò, si alzò di scatto e si mise vicino la finestra, sospirò per poi tossire.
«Napoli vatti a riposare. Ci penso io»
«Non ti preo-» la tosse si fece più forte. «'a famocc...»
«ce la fai ad andare o ti devo accompagnà?»
«Ce la faccio» e andò.

«Uffa...» sbuffò la principessa.
«uffa? Chillu stava a tossì com'un dannato i tu dici uffa?» la guardò male.
«Come diamine parli?»
«Sono li cazzi mia come parlo. Ok?»
«Sei arrabbiata? Gelosa che stia con tuo fratello?»
«Io? A me di quello chr fa mio fratello non me ne passa manco u cazzo. Ma me ne accorgo quando non sta bene vicino a qualcuno come te.»
«Come me? Sono più che certa che gli piaccio»
«Più che certa? Hah me fai ridere»
Ruotò gli occhi, la vide fare un sorriso malizioso e a quel punto non ci vide più.
La prese per il collo, i capelli al vento che sembravano tentacoli di una piovra, gli occhi bianchi che le illuminavano il viso.
«se ti rivedo vicino mio fratello ti giuro....»

La ragazza sorrise. «SEI UNA STREGA NON E' VERO? GIURI CHE COSA? CHE FAI?»
la trascinò vicino la finestra aperta, tenendola per la gola, era come appesa tra la vita e la morte.
«ti giuro ti faccio cadere» la voce melodica sembrava quella di una ninfa o di una sirena, ma come ben si sapeva, creature come quelle erano tanto belle come pericolose.
«sei pazza.... non lo faresti»
«oh no?» iniziò col togliere un dito, due, tre.
«VA BENE...VA BENE.... LO LASCERO' STARE»
la tirò dentro, lasciandola cadere sul pavimento.
«Bene.» andò via.

«Quella era tua sorella?!» sussurrò Svizzera, sorpreso.
«Si..»
«Era fighissima...»
«davvero?»
«Mhm» i due si diressero in camera, Svizzera commentava tutto quello che aveva visto, che ammirava molto Sicilie.
Arrivati, Vaticano si andò a cambiare.
«Se vuoi dormo sul pavimento.» disse il biondo.
«Scherzi. Ma nemmeno per sogno, dormiamo assieme punto»
«se insisti.
Si infilarono entrambi sotto le coperte, dandosi la buonanotte.


{Angolo Autore}
Molti ameranno questo capitolo lo so.

Comunque Siciliano tattico.


-𝐴𝑐ℎ𝑖𝑙𝑙𝑒



~{❄︎𝙻𝚊 𝚗𝚘𝚜𝚝𝚛𝚊 𝚒𝚗𝚏𝚊𝚗𝚣𝚒𝚊 𝚍𝚒𝚜𝚝𝚛𝚞𝚝𝚝𝚊❄︎}~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora