Era tarda notte, Regno di Napoli e sua sorella, 2. Sicilie, erano nella stanza dei loro fratelli più piccoli per calmarli.
Si sentivano urla provenire dalla camera dei genitori, erano iniziate diverse ore prima e non smettevano, provenivano solamente dalla madre dei bambini.
«La mamma sta bene vero?» chiese Savoia, si era sempre preoccupata tanto per la salute di tutti, lei.
«Ovvio che sta bene...credo» rispose Napoli, sussurrando l'ultima parola.Dopo un po' cadde il silenzio e le urla stridule di un neonato si innalzarono freneticamente.
Bussarono alla porta della stanza, era una cameriera.
«Vostro padre vuole vedervi... tutti» alla parola tutti guardò la più piccola, Salò, così l'avevano chiamata, che era sempre stata una peste e non aveva legato molto con la madre.
Si incamminarono, arrivando nella sala dove si trovavano i loro genitori.«Figli miei, sono contentissimo di presentarvi vostra sorella più piccola, Regno d'Italia»
I. Romano aveva in braccio un fagotto candido con all'interno una bambina, come tutti i fratelli e il padre aveva gli occhi ambrati, color del sole.
I più piccoli furono i primi ad avvicinarsi, tranne Salò.
«Com'è piccola» Regno di Sardegna le accarezzò una guancia facendola ridere,
I gemelli veneti la guardarono con un sorriso giocoso e Savoia le diede un piccolo fiorellino.
Poi i più grandi, che giurarono di proteggerla sempre.
E infine «Salò, vini qui» le fece il padre con una voce dolce, la bambina sbuffò ma appena la sorellina le sorrise provò affetto, compassione un istinto di tenerla al sicuro.I. Bizantino guardò con disgusto la neonata, nessuno dei suoi figli mai le aveva fatto provare così tanto dolore al parto e lei la odiava un po'per questo.
Appena il marito gliela diede, lei la passò a sua volta alla cameriera quando nessuno le poteva vedere.
«Uccidila»
«Ma signora..»
«Uccidila ti ho detto. Affogala» e se ne andò.La donna iniziò a camminare lungo il corridoio, si sentiva osservata e si guardò attorno.
«Dammi mia sorella»
Sussultò alla voce tagliente del ragazzo che le si materializzò davanti.
«Vostra madre mi ucciderà signorino... non posso»
«che lo faccia allora» le puntò una lama alla gola, per i suoi 14 anni, L.Veneto era conosciuto tra i domestici per gli scherzi e le torture a cui li sottoponeva, non voleva finire anche lei come i suoi colleghi e colleghe ma non aveva scelta.
Gli diede la piccola e se ne andò, correndo.Passarono la notte assieme, tutti e otto fratelli, eccetto uno, Vaticano, che passava il tempo con sua madre.
Salò teneva stretta Regno d'Italia così che non la prendessero per volere della madre, non avrebbe permesso a nessuno di toccarla o sfiorarla nemmeno con il velluto più delicato o con il fiore più morbido.{Il mattino seguente}
~𝙿𝚘𝚟 𝚁𝚎𝚐𝚗𝚘 𝚍𝚒 𝙽𝚊𝚙𝚘𝚕𝚒~
Erano le 4 del mattino, mi alzai dal letto molto lentamente, mi sedetti e guardai i miei fratelli.
Dormivano tutti, accarezzai la testa alla piccola ed andai verso la finestra.
Guardai fuori, l'aria primaverile mi arrivò dritta in viso, fresca con brezza marina.
Feci un bel respiro, un'altra giornata sarebbe iniziata, sperando non fosse un totale fallimento.Scesi in salotto.
Mia madre seduta sulla sua poltrona ricamata con quell'espressione gelida stampata sul volto.
«E' stato quel malato di tuo fratello non è vero?»
Le passai a fianco ignorandola, prendendo qualcosa da mangiare.
Mi afferrò per i capelli.
«Rispondimi quando ti chiedo qualcosa, moccioso» fece una pausa, si irritò vedendo che non rispondevo «ALLORA?» Mi scaraventò con la faccia su un mobile, lanciandomi poi per terra.
Sentivo il sangue caldo che scorreva giù per il naso, non glielo avrei detto, mai. Non avrei fatto l'infame come il suo figlioletto. La guardai e andai verso il bagno.Mi guardai allo specchio, una striscia di sangue che arrivava al mento colorava quel viso bianco che avevo.
Da quando avevo compiuto dodici anni, adesso ne avevo sedici, avevo iniziato a provare un certo masochismo, soprattutto quando sanguinavo.
Mi provocava una certa eccitazione, ansimavo solo sentirlo sgorgare fuori dalle mie vene, mia madre chiamava malato mio fratello perchè gli piaceva torturare le persone, il vero malato ero io però, probabilmente, insomma, quale persona sana si ecciterebbe con del sangue...
A mia sfortuna dovetti sciacquarmi la faccia, lavare via quel colore intenso dal viso.
Usai l'acqua fredda, l'acqua calda sarebbe stata per i miei fratelli.
Presi l'asciugamano e andai.{Angolo autore}
Iniziamo col botto proprio💃
Come inizio non c'è male.
Buonanotte :D-𝐴𝑐ℎ𝑖𝑙𝑙𝑒
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~{❄︎𝙻𝚊 𝚗𝚘𝚜𝚝𝚛𝚊 𝚒𝚗𝚏𝚊𝚗𝚣𝚒𝚊 𝚍𝚒𝚜𝚝𝚛𝚞𝚝𝚝𝚊❄︎}~
Fanfic(Countryhumans) {Attenzione} -Abusi su minori -Disturbi alimentari -Prostituzione -Adulterio -Parole forti -Traumi -ecc..