•{🍃ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 3🍃}•

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{4 anni dopo}

~𝙿𝚘𝚟 𝙶𝚛𝚊𝚗𝚍𝚞𝚌𝚊𝚝𝚘 𝚍𝚒 𝚂𝚊𝚟𝚘𝚒𝚊~

Eravamo in camera io e Venezia eravami insieme a Regno d'Italia che frugava incuriosita in un armadio.
«Che cerchi?»
«Delle cose»
«Si ma che cosa?»
«Aspetta» e tirò fuori i vecchi vestiti di Napoli, quando era piccolo.
Si tolse il suo vestitino, e mise camicia e pantaloni.
«Meglio^^»
Iniziò ad osservarsi allo specchio, a quanto pare le piaceva mettersi i vestiti maschili.
«Ti piacciono?»
«Si!»
Sentimmo dei passi e la porta aprirsi.
«Bambine, dove siete?»
Nostro padre si fermò sulla soglia, la guardò per un'attimo.
«Regno?»
«Scusa papà...» scoppiò in lacrime, le si avvicinò piano abbracciandola.
«Va tutto bene, non preoccuparti»
La prese in braccio, asciugandole le lacrime.
Nostro padre era l'unico tra i nostri due genitori a trattarci così, mamma non lo faceva mai, solo con Vaticano, solo perchè noi passavamo più tempo con papà.

«Sono venuto a salutare, tornerò stasera tardi»
«A stasera»
E ci salutò.

{Verso tarda sera}

~𝙿𝚘𝚟 𝚁𝚎𝚐𝚗𝚘 𝚍𝚒 𝚂𝚊𝚛𝚍𝚎𝚐𝚗𝚊~

Era tardi, papà ancora non tornava e riuscivo chiaramente a notare la faccia di mio fratello preoccupata.
Il viso di nostra madre invece era allietato, non le importava nulla di lui.
Bussarono alla porta.
«Signora, abbiamo terribili notizie» iniziò così la serie di eventi che mai avrei voluto ascoltare.
«L'imperatore è stato ucciso, i barbari avevano preso il sopravvento, siamo riusciti a farli retrocedere però»
«Molto bene, potete andare». Chiuse la porta che se nulla fosse successo e niente fosse stato detto.
Sentivo una fitta al cuore, le mie sorelle eccetto 2.Sicile e Salò, che era semplicemente sconvolta, avevano già le lacrime agli occhi, a vedere Regno piangere mi si spezzava il cuore, L. Veneto, invece, non si muoveva più, gli andai vicino.
«Hey, Veneto?» non rispondeva, mi abbracciò.

«MOLTO BENE?» Vidi Napoli agitarsi.«TUO MARITO MUORE E TU CHE DICI?!"MOLTO BENE"» aveva una voce spezzata, mai l'avevo sentita la sua voce così.
«Calmati ragazzino. Non usare quel tono con me» disse lei.
Napoli fece cenno con la testa, a 2. Sicilie, di portarci in camera.
«Venite ragazzi» ci trascinò con lei, mi appoggiai al muro per sentire meglio.
Udivo cose rovesciarsi, cadere o rompersi, urla.

Dopo istanti che sembravano interminabili, arriva, coperto di sangue, ansimava le guance arrossate che sorrideva.
«N-Napoli» mia sorella si avvicinò a lui, prendendogli il viso tra le mani.
«guarda come ti sei ridotto..» sospirò «vieni con me»

~𝙿𝚘𝚟 𝚃𝚎𝚛𝚣𝚊 𝙿𝚎𝚛𝚜𝚘𝚗𝚊~

I due si diressero al bagno, 2. Sicilie aveva un sentimento di pena, pietà, per il suo gemello, che non era nel migliore nelle situazioni.
Il ragazzo si spogliò e si mise nella vasca ormai piena d'acqua calda, la ragazza lo aiutò a togliersi il sangue dalla schiena, passandogli la spugna bagnata sulle ferite.
La siciliana poteva notare l'eccitazione del fratello alla vista del sangue, sorrideva all'acqua, con quel colorito rossastro, come qualcuno di bisognoso.
«come mai ti piace così tanto sanguinare?»
«N-non lo so~» Porse la testa su un lato.
Sicilie sospirò ridacchiando «Non sfidarla mai più ok?»
«non faccio promesse~»
«Te stai rilassando troppo sai?»
«mhm»
«Ce vediamo dopo, vestiti, non piglià freddo»
«okok»

{10 minuti dopo}

Tutti stavano già dormendo, tranne Salò, guardava la porta seduta sul pavimento con un pugnale in mano, il pugnale che le aveva dato il padre.
Napoli la guardò per pochi secondi, poi si decise a parlare.
«Salò»
«Mh?» non gli rivolse lo sguardo.
«Vieni» ma non si muoveva, si avvicinò lui allora.
«Salò?» aveva gli occhi sgranati, fissava la porta, il pugnale saldo alla mano, pronta a scattare.
Se la prese in braccio, sciogliendo la rigidità della piccola.
«Su, non è compito tuo stare di guardia» la mise sul letto, chiudendo la porta a chiave, mettendo anche un mobile o due, abbastanza grandi, per sicurezza.
«Dormi piccola» la ragazzina iniziò a singhiozzare ed annegarsi nelle sue stesse lacrime, il fratello le accarezzava i capelli e la cullava, facendola addormentare poco dopo.
«Non le lascerò fare del male a nessuno di voi, dovessi rimetterci la vita»

~𝙿𝚘𝚟 𝚅𝚊𝚝𝚒𝚌𝚊𝚗𝚘~

Ero in camera mia piangevo e tanto anche, io ci tenevo a mio padre, io tenevo a tutti lì dentro.
Sentii la porta cigolare ed aprirsi.
«Tesoro, che c'è che ti affligge?»
«Madre...»le corsi incontro, abbracciandola.
«Non doveva succedere......Mi manca»
«Oh mio caro, non dovrebbe, lui era un'intralcio ricordi?»
«Si però era pur sempre mio padre» mi guardò con un sorriso, quasi sadico.
«Almeno una figura paterna» aggiunsi.
No. Non era mio padre, almeno non biologicamente, però io lo consideravo tale ed ora non c'era più.
«Facciamo una cosa, dormici su ok, amore di mamma?»
«Va bene...» Mi accompagnò al letto, rimboccandomi le coperte.
Mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò, lasciandomi solo, al buio, tra le lacrime.

{Angolo autore}
Salò è molto protettiva porella.
A me fan male le gambe per il primo giorno di palestra.
E Roma muore.
Che bello non trovate? :).

-𝐴𝑐ℎ𝑖𝑙𝑙𝑒

~{❄︎𝙻𝚊 𝚗𝚘𝚜𝚝𝚛𝚊 𝚒𝚗𝚏𝚊𝚗𝚣𝚒𝚊 𝚍𝚒𝚜𝚝𝚛𝚞𝚝𝚝𝚊❄︎}~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora