Nella tempesta - Parte 5

61 6 6
                                    







L'ultimo goccio di vino sparisce fra le labbra di Giulio, che non perde tempo e rabbocca il calice di Ginni, e a seguire anche il proprio.

Ginni lo osserva compiere il gesto in modo meccanico. Ha uno sguardo assente, triste, come le è già capitato di notare in quei momenti in cui si è parlato d'amore. Giulio perde il suo sorriso, si rabbuia, poi trova il modo di farsela passare e torna a fingere che tutto vada bene.

Ginni spilucca dal piatto che Giulio ha preparato, beve un altro sorso, poi si schiarisce la voce e prende la parola. "Suppongo sia questo il demone", dice.

"Quale demone?"

"Il tuo."

"Non credo di capire."

Ginni lo guarda dritto negli occhi, gli parla con una risolutezza che non credeva di possedere: "Mi ripeti da giorni che dovrei iniziare a riflettere su quello che voglio veramente, che dovrei smetterla di compiacere gli altri e cercare la mia strada... qualcosa che mi riempia la vita e in cui io creda davvero, eccetera. Ma tu? Il tuo ideale romantico si è infranto perché hai capito che lei non ti apprezzava, e invece di cercare una donna che ti ami e ti stimi per tutto ciò che sei davvero, stai facendo l'esatto opposto."

"Non è facile provarci con delle sconosciute, dopo che sei stato fidanzato per una vita" ribatte Giulio, amareggiato. "Non sono un seduttore seriale, nel caso non te ne fossi accorta. Non ne so niente di come funzionano le cose, quando si tratta di conquiste amorose. Non sono benestante, né colto, o dotato dello stesso fascino di Greg, per intenderci. Perciò cerco di apparire brillante, disinibito... insomma, che altro dovrei fare?"

"È proprio questo il punto! Alle ragazze non piace essere approcciate da un clown! Vedi... se tu continui ad interpretare il ruolo del buffone, avrai solo due alternative. La prima: potresti trovare una ragazza stupida, che non ti capirà e non farà altro che ridere di te." Ginni si prende una pausa; vuole essere sicura di ponderare bene le parole, e che il suo messaggio arrivi senza ambiguità. "La seconda: potresti incontrarne una più... furba, che intuirà fin da subito quale insicurezza nascondi, e la userà per approfittarsi di te per sempre."

"Anche se l'hai detta in un modo estremamente elegante, suona come un'offesa alla mia virilità. E alla mia intelligenza."

Sarà che ormai è lanciata nella sua arringa, sarà il vino che le scioglie la lingua, fatto sta che Ginni non demorde: "Sono seria, invece. Se continui così, ricomincerai ad arrancare dietro alla tua prossima ragazza per cercare essere come lei vorrebbe. Finiresti col fingere di essere qualcun altro per tutta la vita. E tu... tu meriti molto più di questo. Perché non provi a essere fedele a te stesso, invece? Chi ti ama non ti chiede di cambiare. Chi ti ama ti vuole accanto per come sei: appassionato, leale, sincero, generoso. Prima o poi, Giulio, incontrerai una ragazza che si accorgerà di quante sono le qualità che possiedi. Troverai quella giusta, e lei capirà quanto è fortunata ad averti accanto. Sarete felici. Lo sarete entrambi, ne sono sicura."

Aveva iniziato bene, con ponderazione, ma Ginni si accorge di essersi lasciata prendere troppo dal discorso, e che l'autocontrollo le è del tutto sfuggito di mano. Ora che ha terminato la sua filippica sente il cuore che corre a un ritmo troppo sostenuto, ed è probabile che essersi così infervorata le abbia arrossato le guance e la stia facendo apparire ridicola, lei e tutte le stupidaggini che ha detto.

Sì, dev'essere per forza così, a giudicare da come la sta guardando Giulio che, seduto sulla sedia accanto alla sua, la osserva con la bocca socchiusa, senza proferire verbo.

Ginni si vergogna, vorrebbe sparire, ma tutto quello che riesce a fare è tossicchiare, appoggiare il calice di vino sul tavolo, balbettare qualche scusa e alzarsi in piedi. "Beh, sembra proprio che non ne voglia sapere di smettere di piovere. Chiamo Ceci, mi faccio venire a prendere da lei."

Tutta colpa dello sposoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora