Nel momento sbagliato - Parte 2

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"Guarda qui cosa abbiamo trovato, zio Max! Questi due cercavano di entrare scassinando la porta sul retro!"

Nuccio sbuca dal nulla poco più in là, affiancato da Otto, il compare di Panko.

I malviventi strattonano e spingono davanti a sé due uomini con le mani alzate, armi puntate alla schiena.

"Lo sapevo, sfigato, che stavi cercando di fottermi. Adesso avrete quello che vi meritate, tu e la tua zoccoletta!" grugnisce Nuccio, divertendosi a far scorrere la bocca della pistola lungo la colonna vertebrale di Giulio.

"Avrei dovuto lasciarti a casa e non dirti niente, accidenti a me!" sibila Saverio tra i denti. "Sei troppo imbranato, nipote. Se fossi venuto da solo non mi avrebbero scoperto. Non ti avevo detto di toglierla, la suoneria del cellulare?"

Giulio tace, cammina con la furia negli occhi, sospinto da Nuccio. Poi la vede.

"Ginni!" urla, lanciandosi attraverso il parcheggio in direzione di lei, fino a raggiungerla.

Nuccio prende la mira, è pronto a far fuoco, ma Nireo alza una mano: è il suo ordine silente di alt. Il palestrato abbassa l'arma.

"Ginni! Svegliati, Ginni, svegliati!" grida Giulio. Si getta a terra, solleva la testa della ragazza e se la posa in grembo, cercando di rianimarla. "Respira, Ginni, respira! Che le avete fatto, che le avete fatto!?" strilla, inascoltato.

Nessuno fa caso a lui perché l'attenzione di tutti i presenti – Manuel, Carmen, Nuccio e i due sicari – è calamitata dalla scena madre che sta avvenendo al centro del parcheggio, dove l'inquietante sagoma di Massimo Nireo si staglia immobile, con gli occhi pieni di stupore, domandandosi se ciò che ha appena visto sia reale.

Lo scorrere del tempo è sospeso, estende all'infinito quella insostenibile tensione.

"A quanto pare ci rivediamo, investigatore ficcanaso..." esclama Nireo, lentamente.

Saverio, dal canto suo, non spiccica una parola, non fa un passo. Sostiene il suo sguardo fermo come una statua di sale, a mani alzate, ancora sotto tiro della pistola di Otto. La sua mandibola è così contratta che, se il fiume là sotto smettesse di scorrere e il suo scrosciare tacesse, tutti avvertirebbero lo scricchiolio dei suoi denti.

"Non ti avevo detto esplicitamente di restartene fuori dai miei affari? Non è bastato l'avvertimento che ti abbiamo dato tre anni fa? E non solo..." prosegue, "vedo che sei in compagnia. Non sarà per caso il tuo amato nipote, quello?" dice, indicando Giulio.

Saverio tace. Si sta maledicendo per essersi precipitato lì con Giulio, mettendo in pericolo anche lui, e per la consapevolezza di essersi infilato in una situazione senza via d'uscita.

"Hai la testa dura, a quanto pare," lo provoca Nireo, avvicinandosi minaccioso, "dato che far fuori tua moglie non è stato sufficiente a farti capire che posso schiacciare anche te come un insetto."

Saverio si era imposto di restare impassibile, ma quelle parole scatenano in lui un'ira incontrollabile. Sono tre interi anni di amarezza e sofferenza ricacciate indietro che lievitano, tornano in superficie ed esplodono in un pugno in pieno viso che rifila a Nireo con tutta la sua forza.

"Marcisci all'inferno, bastardo!" gli urla addosso, mentre l'uomo si china, mugugnando bestemmie.

Otto e Nuccio sono pronti a far scattare i grilletti, ma il boss si rialza, fa nuovamente cenno di fermarsi. Nonostante il rivolo scarlatto che gli cola dal naso, Nireo non mostra dolore, bensì un'espressione più spietata che mai.

"Hai passato il segno, investigatore Re. Così mi costringi a prendere nuovi provvedimenti. Perciò, ecco quello che faremo, ora: tanto per cominciare mi disferò di tuo nipote e di quella sgualdrina di cui gli importa così tanto. Poi, per una volta, infrangerò le regole e mi occuperò io stesso di te. Ce ne andremo insieme a fare una gita alla cava di granito... il tuo è un biglietto di sola andata, ovviamente."

Nireo è un soffio da Saverio, adesso. Gli fa un buffetto sulla guancia, tanto per prenderlo ancora un po' in giro, gli ride addosso con un suono gutturale, grottesco. Fa il gioco del gatto col topo, si diverte a vedere la sua preda che interiorizza la propria fine; un'espressione di trionfo gli si allarga sul volto.

Se fosse per lui, si godrebbe quel momento di gloria ancora per un po', ma le carte in tavola cambiano all'improvviso quando nell'aria riecheggiano le sirene delle pattuglie in arrivo.


*****


La possibilità che la polizia mandi all'aria i suoi programmi gli fa prudere le mani e desiderare di fare a pezzi gli idioti che si sono messi fra lui e i suoi interessi, ma Nireo sa che per salvarsi deve restare lucido.

Senza perdere un secondo prende ad impartire una scarica di ordini, fermo e brutale come chi da sempre è abituato a prendere decisioni sotto pressione.

"Panko, recupera l'auto! Otto, tieni sotto tiro l'investigatore! Carmela, prendi subito quel fesso del tuo fidanzato e barricatevi dentro al locale! E ricorda: tu non sei mai uscita di lì, intesi?"

Mentre Carmen e Manuel fuggono verso l'interno della discoteca, Nireo si volta verso Nuccio e ordina, lapidario: "Getta quei due nel fiume. E assicurati di neutralizzare il ragazzo: non voglio correre il rischio che si salvi nuotando."

"Con vero piacere!" proclama Nuccio, rimboccandosi le maniche.

"Non ti azzardare!" ringhia Saverio. Si lancia su Nuccio, ma Otto è più veloce; prima ancora di capire come sia accaduto, Saverio si ritrova prono a terra con la semiautomatica del gorilla alla tempia.


In un attimo Nuccio è addosso ai due ragazzi. Giulio si alza per affrontarlo, determinato a usare il proprio corpo come scudo per proteggere Ginni.

Nessuna mossa però può salvarlo dalla scorrettezza del palestrato. Forte della sua stazza, Nuccio colpisce Giulio dall'alto in basso alla fronte con il calcio della pistola.

Il ragazzo crolla a terra e subito dopo viene buttato giù dal parapetto, seguito a ruota da Ginni, il cui corpo inerte viene scaraventato oltre l'argine senza troppi riguardi.

"Otto, raccatta il vecchio e caricalo in auto! Ma assicurati di non torcergli un capello... con lui voglio divertirmi ancora un po'!" ordina infine l'indemoniato Nireo che, seguito dal gorilla e da un inorridito e recalcitrante Saverio, scatta nella direzione da cui Panko sta sbucando al volante della sua fuoriserie.

Terminata la propria missione, in un lampo Nuccio raggiunge gli altri uomini e salta a bordo dell'auto.

Il veicolo riparte sgommando; in men che non si dica il parcheggio del River è una landa buia e deserta, senza più traccia della tragedia che fino a qualche minuto prima vi si stava consumando.


Le auto della polizia fanno stridere i freni, l'ambulanza sopraggiunge qualche istante dopo. Le sirene si spengono, restano solo le fiamme blu dei lampeggianti a illuminare a intermittenza uno spazio vuoto e silenzioso.

Agenti e paramedici scendono dalle rispettive vetture pronti ad entrare in azione, salvo poi guardarsi attorno, perplessi, incontrando sul volto dei colleghi altrettante espressioni stranite.

L'adrenalina cala all'istante. Uno dei poliziotti abbandona la sua posa da assalto, rimette l'arma nella fondina, si gratta il capo e si rivolge al collega: "Chi ti hanno detto che è stato a fare la chiamata, dalla centrale?"

Tutta colpa dello sposoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora