Nel posto sbagliato - Parte 3

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"Ora vado da Cecilia e le racconto tutto! Col cavolo che ti permetterò di trascinarla nel casino che hai combinato!" sibila Ginni furiosa, rivolta allo sposo.

"No, no, ti prego, no! Cecilia non deve saperlo! Le darei una delusione troppo grande..."

"Chissenefrega della delusione, meglio delusa che morta! Ma li hai visti quei due?"

"Certo che li ho visti! Ma io... io non credevo... non pensavo che sarebbero arrivati fino a questo punto..."

"Allora mettiamola così: se non vuoi che a metà della cerimonia io mi piazzi in mezzo a voi due urlando davanti a tutti 'io mi oppongo' e che proclami al mondo la tua stupidità, tu adesso vieni con me, troviamo don Franco e Cecilia e vi raccontate tutto, ma proprio tutto!"

Ludovico abbassa il capo. "Va bene," si rassegna, "tanto, ormai, peggio di così..."

Giulio si schiarisce la voce: "Okay. Ehm. Io, allora, tornerei di là a finire il mio lavoro, eh? È stato forte, ragazzi, davvero da brividi, ma ora devo proprio andar..."

"Tu non vai proprio da nessuna parte!" gli intima Ginni. "Tu hai visto tanto quanto ho visto io. Ci sei dentro fino al collo, anche tu come noi."

"Scherzi, vero?" ribatte Giulio, inarcando un sopracciglio. "Questi sono affari di famiglia, io non c'entro proprio niente. Io adesso me ne torno di là e..."

"...E finisci un lavoro per il quale con tutta probabilità non verrai mai pagato, perché se non risolviamo questa situazione non ci sarà proprio nessun matrimonio!" conclude Ginni per lui.

Giulio realizza che è proprio così. Spalanca la bocca, spalanca le braccia, sospira, si morde un labbro, soffoca un'imprecazione. "E va bene, andiamo a cercare questo don Franco e la sposa, e vediamo di risolvere la questione!"


*****


In uno dei salotti decorati della villa, Ginni e Cecilia siedono su due deliziose poltrone damascate davanti a un tavolino da caffè. Non si muove una foglia, ma la calma è solo apparente.

Ginni è il ritratto della rabbia; gli occhi le si sono ridotti a due fessure, le labbra a una linea livida. Ceci invece, vestita di tutto punto per presentarsi all'altare, siede sul bordo come se la poltrona fosse fatta di spine.

"Ludo doveva proprio vedermi così? Lo sanno tutti che porta sfortuna vedere la sposa prima della cerimonia!" protesta.

"Non posso credere che tu riesca a pensare solo a questo, ora" bofonchia Ginni, scura in viso.

Il suo tono è così grave che Cecilia smette all'istante di lamentarsi e mette il broncio come un bambino a cui abbiano appena rovinato la festa di compleanno. Se non altro, sembra stia iniziando a realizzare che la questione è seria.

Poco distante da loro, in posa plastica, con il gomito appoggiato alla mensola di marmo del camino barocco, Giulio osserva le due sorelle.

Belle ragazze entrambe, lo deve ammettere. Tratti fini ed eleganti, e poi sono praticamente perfette, così agghindate per la festa di oggi. Eppure, se dovesse scegliere, non esprimerebbe la propria preferenza per la sposa. Troppo precisa, troppo bionda, troppo elaborata. E comunque, è già impegnata. La sorella, invece... tanto minuta, eppure così grintosa. Con gli occhi affilati come quelli di un gatto e quel cuore infuocato. Chissà se...

Don Franco e Ludovico fanno il loro ingresso nella stanza proprio in quel momento. Si erano congedati poco prima, chiedendo privacy, perché lo sposo voleva sottoporsi a un'ultima confessione prima della cerimonia. Forse - pensa Ginni squadrandolo con disprezzo - Ludovico sperava di cavarsi fuori dall'impiccio puntando sul segreto confessionale.

Tutta colpa dello sposoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora