Polvere magica - Parte 1

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LUNEDÌ, GIORNO 10


Le ha concesso una domenica di tregua, ma la pazienza di Giulio si già esaurita: restare ad attendere senza far nulla fino a mercoledì è del tutto fuori discussione.

Come si fa a lasciar perdere la questione e rinunciare a scoprire cosa faccia Ginni tutti i lunedì?

E dato che la ragazza si ostina a non volerne parlare, a Giulio non resta che coglierla di sorpresa e svelare lui stesso il mistero.

Non è neanche così difficile far sputare il rospo a Cecilia. È sufficiente chiamarla e dirle che ha degli urgenti aggiornamenti per Ginni sulla loro indagine personale, ed ecco che senza il minimo scrupolo lei gli fornisce all'istante le coordinate del luogo in cui rintracciare la sorella...





Sono quasi le otto di sera, adesso. L'orario in cui Ginni dovrebbe uscire dall'edificio, secondo le indicazioni di Cecilia, è proprio questo. Giulio deve solo guardarsi intorno e sperare di scovarla.

Di chiamarla sul cellulare non se ne parla: ha il telefono staccato da tutta la giornata. E poi, se la avvisasse, che imboscata sarebbe? Giulio non ha intenzione di levarsi il divertimento: vuole proprio vedere la faccia di Ginni quando realizzerà che lui ha scoperto il suo grande segreto.

Anche se, in effetti, adesso che si trova lì a vagare furtivo per il parcheggio dell'ospedale, a Giulio qualche dubbio sull'aver fatto la cosa giusta sta venendo.

Avanza cauto, scrutando le auto in sosta; poi si ricorda che quella di Ginni è ancora dal carrozziere e che lei è sicuramente arrivata lì a piedi. Si dà dello stupido fra sé e si volta nella direzione opposta, dirigendosi verso l'ingresso pedonale.

Dalle porte scorrevoli affacciate sull'atrio illuminato al neon escono un uomo e una donna. Rabbrividiscono a contatto con l'inaspettato fresco della sera; si stringono nelle giacche, si rivolgono un cenno di saluto e si avviano rapidi verso le rispettive vetture.

Di Ginni, però, ancora nessuna traccia.

Giulio procede a passo deciso, determinato a ispezionare l'area: si sta facendo buio in fretta e non vuole correre il rischio di lasciarsi sfuggire la ragazza. Fruga e cerca con lo sguardo, voltandosi tutt'attorno, senza successo. E proprio quando quasi non ci spera più, sotto il cono di luce di un lampione, la vede.

È seduta sul marciapiede, raggomitolata su se stessa, le braccia a circondare le ginocchia, la testa china.

Giulio le si avvicina rapido, deciso a godersi lo spettacolo della sua reazione quando si accorgerà che lui è lì, ma giunto a pochi metri da lei si blocca. C'è qualcosa che non va; persino lui capisce che non è il momento per stupirla con le sue trovate goliardiche.

Ginni è visibilmente turbata e scossa dai singhiozzi. Non c'è dubbio: sta piangendo.

Il ragazzo ci pensa un attimo. Forse, davvero, la sua non è stata una buona idea. Forse è meglio fare dietrofront in silenzio e fingere di non essere mai stato lì. Lei non l'ha notato, dunque...

In punta di piedi e badando a non fare rumore, Giulio si volta per ripercorrere al contrario il tragitto che l'ha condotto fin lì, quando alle sue orecchie giunge, fra i singhiozzi, un chiaro lamento.

"Oh, no! Non tu! Non adesso! Che accidenti vuoi da me ancora?"

Giulio si congela sul posto.

No, decisamente quell'imboscata non è stata una buona idea.

Ginni lo guarda con l'espressione smarrita di chi aspetta solo il colpo di grazia, senza curarsi di asciugarsi gli occhi o di apparire presentabile.

"Sei qui perché ci sono novità?" gli domanda. "Tuo zio ha cambiato idea?"

Tutta colpa dello sposoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora