Polvere magica - Parte 3

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In meno di niente Giulio e Greg sono fuori dalla cucina. La guardano, le si avvicinano, sono a pochi passi di distanza. Lei si volta verso di loro.

'Pensa, Ginni, pensa!'  le ripete quella stupida voce interiore, ma lei non sa che fare. Urlare? Estrarre il cellulare e minacciare di chiamare il centododici? Scappare?

"Tutto bene, Eugénie?" chiede Gregorio, con gli occhi rivolti al piccolo disastro da lei causato.

"Che razza di domanda! Non vedi che non sta bene, Greg? È bianca come un lenzuolo!" si allarma Giulio. Fa un passo verso di lei. Ginni vede qualcosa luccicare tra le sue mani, un oggetto affilato e per niente rassicurante. "Vieni," insiste Giulio, "ti faccio sedere e ti diamo qualcosa per..."

"Non voglio!" sbotta Ginni, mettendo le mani avanti. Giacca e borsa le cadono a terra.

Greg e Giulio si guardano. Greg si stringe nelle spalle. Giulio gli restituisce uno sguardo altrettanto interrogativo, poi fa dietrofront, torna in cucina, infila nel sughero della bottiglia il cavatappi che teneva in mano. Stappa il vino, ne versa un sorso generoso e torna da Ginni roteando il calice, lo porge nella sua direzione.

"Non sono un medico né un esperto, ma la giornata che hai avuto deve averti traumatizzata parecchio. Mettiti seduta e bevi un sorso, ti aiuterà a rilassarti."

"E credo sia meglio che tu mangi qualcosa, non voglio averti sulla coscienza, svenuta sul mio divano!" aggiunge Greg.

"Sì, sempre che la cena sia commestibile..." lo rimbrotta Giulio.

Greg alza gli occhi al cielo. "Oddio Giù, sei così restio alla sperimentazione! Bisogna pur provare nuove combinazioni!"

"Sì, ma con quel pepe affumicato rischi di mandare a monte l'abbinamento col vino!"

"È solo una leggera affumicatura! Non esagererò con le dosi, si sentirà appena!"

"Non puoi fare un test del genere su un risotto. Non è il veicolo adatto per una spezia di quel tipo. Amalia non sarebbe di certo d'accordo."

"Ma Amalia non è qui, e stasera ai fornelli ci sono io, perciò..."

"Perciò, per fortuna sarà lei a cucinare, nel nostro ristorante, e non tu! E comunque, se proprio insisti, io voglio una porzione a parte, senza quella roba sopra!"

"Quante storie, Giù! Te lo ripeto: Fabrizio gioca sempre con le spezie, e non c'è un cliente che non sia soddisfatto della sua cucina. Lasciami tornare ai fornelli, altrimenti rischiamo che tutto quello che c'è sul fuoco bruci. E qui abbiamo una fanciulla che ha bisogno di mettere al più presto qualcosa sotto i denti."

"Pe... pe... pepe affumicato?" balbetta Ginni, afflosciandosi sul divano.

"M-mh" annuisce Giulio. "Il presunto chef, qui, insiste a fare il creativo. E io devo testare l'abbinamento con il vino, e se poi quel cavolo di pepe lo dovesse guastare? È già capitato, un paio di mesi fa, quando ha esagerato con le bacche di ginepro..."

"Lascia-fare-a-meeee!" ribatte Greg dalla cucina, dove è tornato a trafficare con le pentole.

"...Pepe..." va ripetendosi Ginni, sul cui volto passano il sollievo, la vergogna e infine l'ilarità più totale. Scoppia a ridere in un modo così irrefrenabile che Giulio comincia davvero a preoccuparsi per i suoi sbalzi d'umore.

Poi Ginni, così come ha cominciato a ridere, d'improvviso smette. Si alza dal divano, gli si avvicina, gli afferra dalle mani il calice.

"Non così..." fa appena in tempo ad accennare Giulio, ma lei ha già buttato giù l'intero contenuto in un unico sorso, e adesso è a una spanna dal suo viso.

Tutta colpa dello sposoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora