Fabrice - Parte 1

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VENERDÌ, GIORNO 14


Se potessero sbirciare l'uno nella casa dell'altro, mentre si danno un'ultima occhiata allo specchio prima di uscire, probabilmente tutta l'ansia si smorzerebbe, cedendo il posto ad una risata liberatoria.

Perché entrambi sono tesi come due adolescenti al primo appuntamento, ed entrambi si sentono degli stupidi per aver passato le ultime due settimane a rimbeccarsi e provocarsi a vicenda, senza rendersi conto che stavano giocando col fuoco.

Adesso che l'incendio è divampato temono entrambi di scottarsi, ma allo stesso tempo sono attratti dalla fiamma da una potenza misteriosa e inesorabile.

Entrambi sperano di apparire al meglio quella sera, promettono al proprio riflesso di comportarsi bene, poi prendono fiato, spengono la luce, ed escono di casa.


Quando Giulio arriva sotto casa sua, non serve neanche che si scomodi a suonare il campanello. Ginni è già in strada ad aspettarlo; appena il ragazzo scende dal furgone lei gli viene incontro sorridendo, incurante della pioggia che ha ripreso a cadere.

Niente baci, niente gesti d'affetto tra i due. Giulio si limita ad aprirle la portiera in modo cavalleresco, lei a ringraziarlo con un cenno del capo e a sgusciare dentro l'abitacolo svelta e silenziosa.

Sanno entrambi che Ceci li sta spiando dalla finestra, e non intendono sbandierare la loro improvvisa felicità davanti a lei. I sensi di colpa per non essere riusciti ad aiutarla sono già sufficienti.

O forse tutto questo camminare sulle uova non ha a che fare con le disavventure di Cecilia e Ludovico. Forse hanno solo paura che qualsiasi mossa azzardata possa infrangere il magico sogno che hanno appena scoperto di vivere.

Giulio mette in moto e partono, anche se Ginni non sa bene per dove, ma chi se ne importa, in fondo: le va bene qualsiasi posto, pur di stare con lui, di provare ancora quella vertigine al solo contatto con le sue labbra.

Sotto alla sua fidata giacca di pelle ha indossato degli stivali col tacco e un vestito nero, corto, che le scopre le gambe. L'ha scelto per lui. Giulio non dice nulla, ma Ginni ha notato i suoi sguardi fugaci e ne è lusingata.

Anche lei, del resto, ha notato come Giulio abbia cercato di apparire al meglio per l'occasione. Non l'aveva mai visto con indosso una camicia. È un po' stropicciata, non di certo inamidata alla perfezione; a Ginni sorge un sorriso di tenerezza nell'immaginarsi Giulio che si impegna al massimo per cavarsela con il ferro da stiro. Nemmeno lei, però, dice una parola.

Giulio guida e lei guarda fuori dal finestrino; arrivano a destinazione immersi in un silenzio surreale.

Giulio parcheggia, scende, fa il giro del furgone e si presenta dall'altro lato pronto ad accogliere la ragazza sotto un ombrello aperto. Le porge la mano libera per aiutarla a scendere, ma anche dopo che la portiera si è richiusa non le lascia la mano, vi posa un bacio, se la porta al petto.

"Sei ancora più bella del solito, questa sera", dice piano.

Ginni arrossisce imbarazzata, ringraziando la penombra, ma la verità è che anche lei sta pensando lo stesso di Giulio. 

"Anche tu sei... molto... bello..." risponde. 'E sexy. E sicuro di te. E mi basta guardarti per sentirmi sciogliere' pensa anche Ginni, ma non lo dice ad alta voce. Senza capire bene perché, d'un tratto si sente goffa e timida.

Com'è possibile che tutte le sue paure di affidarsi a qualcuno siano svanite, che quel muro che con tanta fatica si è costruita intorno per proteggersi si sia sgretolato di colpo?

Tutta colpa dello sposoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora