Matteo
"Alza il culo e vieni Matteo"
"non ho voglia, smettila" dico appoggiando il libro sul piumone del letto sospirando "non mi importa, vieni e basta, non accetto un rifiuto "
Mi arrendo con un sospiro, forse per non sentire il tono di voce petulante di Mirko o per non stare tutta la sera a casa solo, come un cane.
" devo pure darmi una ripulita" "allora cosa stai aspettando?" mi scappa un risolino e alzando il busto, scendo dal letto. Cammino scalzo sul pavimento freddo con il telefono ancora in mano mentre la voce di Mirko all'orecchio mi fa venire il mal di testa." Muoviti e non ti sbrighi la fica sarà tutta occupata e l'alcol finito quindi muoviti" e mi riattacca senza aspettarsi una mia risposta. Osservandomi allo specchio del bagno capisco che un po' di svago nella mia vita monotona mi ci vuole. Ho le occhiaie a contornarmi gli occhi, i capelli indomati e la barba a macchiarmi le guance rendendomi un cinquantenne divorziato. Mentre accendo il soffione della doccia , appoggio maldestramente il telefono sopra al lavello. Non ho più l'età per andare a questo genere di feste dove, le ragazze sono tutte pronte a trovare svestite un buon partito e i ragazzi con uno sguardo pensano di avere il mondo in mano. Sono fuori luogo in un posto dove prima era casa mia.
Mi sfilo i pantaloni del pigiama grigio a righe e ancora a petto nudo entro in doccia facendo scontrare la mia pelle contro il getto dell'acqua calda. Mi passo velocemente le mani tra i capelli con dello shampoo e dopo una rapida insaponata esco, coprendomi con un asciugamano bianco. Il mio fisico asciutto e scomparso in questo periodo di stress: ho messo su la pancetta e la palestra è solo un vago ricordo. Non tocco una donna da mesi e pensando non so neanche più come sono fatte oltre alle tette e al culo. Sono un perdete, lo ammetto, e non so con che forza andrò ad una festa pretendendo di rimorchiare e bere un alcol quando non so se sono più attratto da uno sguardo da cerbiatto o da un culo alla Nicki Minaj che struscia sul mio cazzo.
Mi pettino i capelli grondanti con le mani e dopo aver posato una noce di schiuma da barba nel palmo della mia mano, incomincio a radermi lasciando, incurante, cadere l'asciugamano a terra. Sbattendo tal volta la lametta blu usa e getta sul lavello per togliere la schiuma in eccesso cerco di ridare al mio viso un aspetto da ventiseienne. Uscendo dal bagno e camminando per casa ancora nudo, afferro una mela in cucina e mordendola vigorosamente penso a cosa mettere. Non penso che nudo sia una buona idea anche se a molte non dispiacerebbe quindi, afferrando dal mio armadio una maglietta nera e un jeans nero faccio per uscire. Un paio di spruzzate di sauvage, scarpe bianche e con le chiavi in mano vado alla macchina parcheggiata sotto al mio palazzo.
"Almeno spero in una bella scopata" e sgommando parto sperando di arrivare il prima possibile anche se trovo il tutto parecchio improbabile. In primo luogo perché non ho voglia di dire paroline dolci ad una qualsiasi per puro scopo opportunistico e in secondo luogo perché purtroppo grazie al traffico e ai pedoni che attraversano a passo di lumaca sono arrivato mezz'ora dopo sotto casa del mio pazzo amico. Trovo subito parcheggio, anche se un po' arrangiato, dentro un aiuola del suo giardino e scendendo dalla macchina con uno sbadiglio mi stiracchio. La stanchezza s'impossessa di me e la sonnolenza mi prega di ritornare a casa per un riposino ristrutturante ma irriverente entro lo stesso.
La musica stappa timpani mi fa ricordare tutte quelle serate abusive passate proprio qui ad ubriacarci, scopare e a fumare roba poco legale ma, crescendo le cose sono cambiate. Finendo il liceo le nostre strade si sono separate anche se mentalmente siamo sempre stati solo noi. Quando vorrei ritornare a quei tempi dove divertirsi era facile e le ragazze ancora di più. Ma con il tempo tutto diventa diverso. Con occhio attento si può osservare come, qualsiasi ragazza che mi squadra non veda solo un bel bocconcino ma anche un buon partito da sposare ed incantare con quelle sottane corte e quegli occhi magnetici. Ti richiamano come ninfe, illudendoti con del buon divertimento e stregandoti con il loro bel aspetto ma il loro intento è solo la fede al dito, possibilmente con un diamante da tre carati. Busso alla porta e compare una ragazza chiaramente ubriaca e barcollante in quei tacchi neri .
"Vieni amore, che stasera ci divertiamo insieme" mi dice prendendomi per il gomito e spingendomi dentro. Non la sto troppo ad ascoltare mentre blatera al mio orecchio cose poco caste e scostandomi gentilmente, mi stacco da lei. Continuando a camminare, un miliardo di ricordi mi si parano davanti allo sguardo e come impossessato vado in salone. So fin troppo bene com'è fatta questa casa e dove sono i miei amici ed eccoli proprio lì, collassati sopra al divano in pelle.
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Fatidica Coincidenza
ChickLitUna sera, alla fermata dell'autobus Alice incontra un uomo. Si erano già incontrati, anche se i particolari del loro incontro non sono chiari alla ragazza, in realtà non si ricorda neanche le dinamiche di quella festa di mezza estate. I suoi ricordi...