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Avete mai avuto la senzazione di morire? Io si e lo sto vivendo in questo momento.
Sento il cuore battere all'impazzata, la testa far male e le gambe cedere. Sto scappando, non so da chi ma la testa mi dice solo di non farmi prendere.
Cerco di urlare, per farmi aiutare da qualcuno ma non esce un fiato dalla mia bocca. Non so che fare e puntualmente inciampo tra i miei passi e cado.
La caduta però è strana, quasi interminabile. Sento un mix di emozioni prima di cadere nel vuoto, tutte a modo suo orrende. Chiudo gli occhi, mi paro il corpo con le braccia.
Mi sveglio bruscamentenel mio letto.

È solo un sogno.

Tasto le coperte morbide e mi giro notando di non aver svegliato fortunatamente Matteo. Sospiro.
A volte il cervello gioca brutti scherzi e questo è stato a dir poco tremendo. Ancora posso sentire i tonfi del cuore mentre sbatte sulle costole. Mentre la paura, l'ansia e l'adrenalina hanno reso tutto più reale.

Mi giro su un fianco e mi accuccio su me stessa. Cerco di non pensare, di chiudere gli occhi e di continuare il mio riposo invano. Tutte le immagini mi ripassano davanti agli occhi a fotogrammi lenti.
Mi sto chiedendo se tutto questo può avere un significato, come una sorta di messaggio dell'universo ma accantono tutto.

Non ho mai creduto a queste cose e sicuramente non inizio adesso.
Infondo ogni sogno ha un imput e ragionando posso arrivare razionalmente al motivo di questo incubo. Obbiettivamente non è stato un periodo tranquillo, ho conosciuto molte emozioni nuove che mi hanno destabilizzato.

Ma allora da cosa scappavo?

Forse dopo tutto questo tempo ancora non mi è passata la voglia di nascondermi la testa sotto la sabbia come uno struzzo , quindi, potevo scappare da quello. Oppure potevo scappare dalla mia ombra, impersonata dai miei sentimenti.
Quasi sorrido per questa interpretazione logica di tutto ciò. Come diceva Freud, ogni sogno è la via per il nostro inconscio e chi mai lo conosce meglio di me? Perché mai affidarsi ad internet o a delle ciarlatane che dicono la prima cosa che gli viene in mente?

Anche se sono abbastanza vispa da scandire ogni attimo tra i respiri di Matteo decido comunque di chiudere gli occhi, facendomi cullare da quel secondo che scandisce la vita di un essere umano. Penso al mare, al suo sciabordio e ai gabbiani che gracchiano come cornacchie . Penso ai colori del tramonto verosimilmente come quelli di un alba, ma con un significato diverso.
Ricordo come fosse ieri al mio primo after con Jo e Alex. Il primo di pochi altri e il più unico. Non c'è stato niente di pietoso, solo tre adolescenti in riva al mare che salutano la fine dell'estate, con molto alcol, un falò e una tenda montata alla bel'e meglio .
Quanto ho riso quanto grazie ad una folata di vento la tenda di Riccardo, il fratello di Alex stava per volare via, oppure quando ci siamo fatti il bagno all'alba mentre il sole ancora non bruciava sulla nostre retine e quasi sorrideva per la nostra voglia di rimanere bambini per ancora qualche secondo. Ed è così che mi sentivo mentre osservavo quella meraviglia, una bambina troppo cresciuta mentre salutavo la mia infanzia . La maturità era finita da qualche mese ma l'ansia ancora rimaneva in agguato per il peso della scelte che ho fatto proprio quella mattina. Dopo due mesi ad aiutare Mario al bar avevo deciso di non far più l'università abbandonando il sogno di psicologia e abbracciando per sempre il dovere. Non potevo più scappare, fare sega a scuola perché non volevo essere interrogata oppure far finta di stare male perché non volevo vedere quelle merde dei miei compagni di classe. Era tutto concluso con il sorgere del sole.

"Alice " spalando gli occhi e mi ritrovo Matteo sopra di me, già cambiato.
"Buongiorno " e mi stropiccio gli occhi.
"Sto andando a comprare la colazione, vuoi qualcosa in particolare?"
"Ma che ore sono?"
"Le otto" appena mi risponde mi stupisco di me stessa per aver dormito così tanto.
"Se invece andiamo a fare una passeggiata al mare e poi andiamo a raccattare qualcosa per la colazione?"
"Non vuoi prima mangiare?"
"Non ho tanta fame"
"Va bene, allora vestiti e andiamo"
Mi rimetto i vestiti di ieri sera e cerco di dare una sistemata ai miei capelli con le mani, perché sfortunatamente Matteo non ha pensato a niente, nè al cambio o al beuty con tutto il necessario per essere presentabile. Semplicemente siamo partiti all'avventura.
Scendo e lo trovo ad aspettarmi proprio vicino alla porta finestra. Sorridente mi da un bacio.
Usciamo dalla porta finestra del soggiorno e la fredda brezza marina mi inonda le narici. Inspiro mentre finalmente mi sento a casa.
Cammino verso il mare senza neanche aspettare Matteo. Affondo con le scarpe nella sabbia e bestemmio mentalmente perché sono le scarpe buone, e non ho ne ho voglia di imbrattare con quella fastidiosa sabbia.

Fatidica CoincidenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora