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Ballo in punta di piedi sopra al tappeto ascoltando il concerto di archi natalizio. Ho ancora i capelli bagnati, il corpo grondante e l'accappatoio ceruleo legato da una misera cordicina che di tanto in tanto devo riannodare per non far uscire le mie grazie.

Ancheggio mentre mi tampono con un asciugamano i capelli , immersa nel buoi della stanza illuminata solo dalla luce della televisione.
Sento battere alla mia porta. Dubbiosa mi avvicino, apro e sbircio nello spiraglio creato. Un Matteo sorridente mi aspetta con un cartone in mano. Quasi mi spinge per entrare in casa e ancora dubbiosa lo guardo attraversare il soggiorno per entrare in cucina. Fruga tra le mie cose ed aprendo quel cartone ne estrae una piccola torta glassata di rosso, che taglia con un coltello. Prende due piatti dalla credenza e ne serve una fetta per ciascuno.
"Allora?" Mi chiede inarcando un sopracciglio .
"Cosa ci fai qui?"
"Te lo avevo detto che sarei venuto" e mi si avvicina porgendomi il piattino. Come un burattino mi lascio trascinare sul divano, ci accomodiamo e per inerzia assaggio la torta con il cucchiaino accanto.

Frutti rossi e vaniglia .

Gemo e subito dopo faccio seguire un altra cucchiaiata di torta.
"Vedo che ti piace"
"La più buona che abbia mai assaggiato"
"Ne sono contento, anche se non mi aspettavo questa accoglienza" lo guardo dubbiosa mentre mi rivolge queste parole.
"Sai..." tenta, mentre un leggero accenno rosso gli imporpora le guance. Non continua la frase, guarda solo in basso . Seguo il suo sguardo e noto un mio seno sporgere dall'accappatoio.

Ma perché sguscia sempre fuori?

Penso mentre di scatto cerco di ricompormi . Nascondo dal suo sguardo le mie grazie ed appoggiando sul tavolino di fronte a me la torta mi alzo.
"Arrivo subito " .
Di scatto ritorno in camera, chiudendo la porta alle mie spalle. Vado verso l'armadio e ne estraggo un pantalone morbido nero e una maglietta porpora che mi arriva all'ombelico. Ancora con i capelli bagnati ritorno in soggiorno , ritrovandomi Matteo con la coperta sulle ginocchia a fare zapping. Mi sorride calorosamente e con la mano mi fa cenno di sedermi vicino a lui.
"Sei bella anche adesso ma ti preferivo prima"
"Sei sempre il solito" .
Riprendo la torta, mi siedo sul divano e mi avvicino a lui allungando la coperta su di me.
"Com'è andato il pranzo?"
"Tragico come sempre" e ridacchia "perché?" Continuo io dubbiosa sul perché stesse ridendo.
"Come in qualsiasi pranzo di Natale ci sono discussioni, litigate e devo anche accontentarmi che nessuno si è preso a cazzotti"
"Stai scherzando spero" e mi allontano di poco dal suo corpo per guardarlo per bene negli occhi. Con tenerezza mi accarezza una guancia e annuisce.
"Si vede che non sei troppo abituata ai pranzoni di Natale"
"Io ero rimasta alle svariate portate tra l'antipasto e il dolce"
"Con contorno di insulti " e rido anch'io. Mi appoggio al suo petto. Tiro un sospiro quando con attenzione ascolto il battito del suo cuore.
"Mi è piaciuta la battuta"
"Ma è realmente così" e mi da' un bacio sulla testa mentre incomincia a giocare con i miei capelli ancora bagnati.
"Ti ammalerai così"
"Non sto fuori casa" rispondo ovvia e di scatto lui si alza.
"Andiamo bimba " mi prende entrambe le mani e di peso mi alza, mi gira maldestramente e con una pacca sul culo mi fa camminare.
"Non accetti mai un no come risposta"
"Sono testardo come te. Vai in bagno che fra poco arrivo" e sbuffando faccio come dice. Socchiudo la porta alle mie spalle e sfrugando nell'armadietto sotto al lavabo ne estraggo il phon rosa un po' malandato per la mia poca delicatezza.
Non faccio neanche in tempo ad accenderlo che ritorna Matteo con una sedia rubata dal tavolo della mia cucina.
"Ma che fai, non c'entra in bagno"
Zittendomi con un gesto la incastra tra il muro e il vababo e mi fa cenno di sedermi.
Lo guardo dubbiosa mentre mi sorride.
"Vuole un invito ufficiale a sedersi signorina?" Mi riscuto e finalmente mi siedo. Una mano mi sbuca da dietro e intuendo ciò che vuole gli porgo il phon.
Lo guarda ridacchiando ed esclama:" non pensavo che fossi una tipa da phon rosa" e senza lasciarmi il tempo per rispondere lo accende.
Nei minuti successivi non capisco più niente, Matteo gioca con i miei capelli e con l'aria calda, facendoli finire tutti davanti al mio volto. Vedo che si diverte mentre sputacchio i miei capelli fuori dalla bocca e a volte ride di gusto intuendo la mia voglia di ucciderlo del mio sguardo .

Fatidica CoincidenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora