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"Così eravamo proprio qui" dico mentre mi guardo in torno buttandomi di peso sul divano. Lui mi segue poco dopo stendendosi praticamente sopra di me.
"Ma che fai" dico ridendo cercando di togliermelo da sopra "cerco una posizione comoda, non si vede?"
"Si sente piuttosto"
"Ma se sono leggero come una piuma" e mi abbraccia facendomi quasi soffocare con la sua presa ferrea. "Più come un elefante" dico borbottando contro la sua spalla, mentre lui ancora sopra di me, si gira repentinamente e mi ritrovo magicamente sopra di lui.
"Adesso va meglio?" Chiede ironico mentre mi prende con una mano le guance e mi bacia. Le nostre labbra si incontrano e le nostre lingue si cercano mentre il mio cervello si spegne e il mio cuore dimentica un battito. Chiudo gli occhi facendomi trasportare come una marionetta dalle emozione e da quel bacio al sapore della droga. Gli passo una mano tra i capelli e l'altra gli accarezzo il petto.

Ma tutta la magia si spezza con la suoneria del suo telefono. Cerco di allontanarmi per farlo rispondere ma, a quanto pare non è nei suoi piani perché porta le sue mani, una dietro il mio collo per spingermi a continuare e l'altra mi da una pacca sul culo, per ribadire il concetto.
Se avrei avuto lo spazio avrei quasi sorriso ma, ci stiamo letteralmente mangiando la faccia quindi rispengo il cervello e mi abbandono al suo corpo.
Dopo un po' è lui io primo a staccarsi. Ci guardiamo, si riavvicina alle mie labbra e mi morde il labbro con veemenza. Non dico niente, lo guardo con sfida mentre continua a provocarmi quel dolore piacevole.
"Mannaggia a te e a quella linguaccia"
"Mi è sembrato che fino a qualche momento fa ti piaceva questa linguaccia"
"È questo il punto, mi piace fin troppo da non farmi più staccare da te. Potrei morire adesso ma non mi importerebbe perché continuerei a baciarti fino a portarti all'inferno con me"
"Sarebbe un bella gita, anche se credo che non ti seguirei li" dico ridacchiando mentre mi rialzo da suo corpo e rimettendomi in piedi.
Mi sistemo un attimo i vestiti e cerco di pettinarmi con le mani i miei capelli per farli sembrare più ordinare, anche se inutilmente.
"Sai , dovresti richiamare chi ti stava chiamando. Sembrava abbastanza urgente"
"Hai ragione" e con un balzo si rimette in piedi ed estrae dalla tasca dei jeans il telefono. Il suo sguardo diventa dubbioso appena accende lo schermo ma subito dopo sorride.
"Abbiamo il cibo in frigo "
"Del cibo?"
"Si avevo chiesto a Marco di rifornire il frigo, per il nostro arrivo e a quanto pare lo ha fatto. Spero più che altro che ci abbia preso qualcosa di commestibile." Dice mentre continua a smanettare per poi spegnere lo schermo e farmi un bellissimo sorriso mozzafiato. "Sei pronta?"
"Per cosa?"
"Per cucinare" dice ovvio mentre mi prende per mano e mi tira verso la cucina " oggi sarai la mia assistente "
"Credemi non potevi scegliere di peggio"
"Lo so, ma sei l'unica presente quindi mi dovrò accontentare" non gli do neanche il tempo di reagire che gli tiro un pugno sulla spalla e gli faccio scappare un gemito. "Sei pure aggressiva" dice accarezzandosi la spalla.
"Non sai quanto tesoro" e con il mio più bello occhiolino lo supero e apro il frigo .
Mi ritrovo davanti a me una busta del supermercato bianca con una scritta rossa. La guardo dubbiosa e facendomi forza la prendo e la appoggio sul bancone della cucina. Matteo mi continua a guardare a distanza di sicurezza.
"Non eri te lo chef? Forza e coraggio vieni a spulciare con me cosa ha preso il tuo amico" dico non guardandolo neanche mentre osservo un tubetto di senape.
"Allora qui abbiamo della buonissima senape, delle fettine di manzo, dei funghi e dell'insalata in busta" ed estraggo tutto dalla busta per poi appoggiarlo davanti a lui " allora chef, cosa hai intenzione di creare per le nostre papille gustative?"
"Allora assistente, con mia somma sorpresa il padrone di casa ha preso esattamente cosa gli avevo chiesto quindi so esattamente cosa fare" e conclude dandomi un bacio.
"Per prima cosa, recuperami una ciotola"
"Adesso non esageriamo, aiutami a trovarla che con tutti questi pensili non so dove mettere le mani" dico ridendo mentre osservo gli enormi pensili che arrivano fino al soffitto, mentre Matteo sbuffa e con un gesto teatrale apre un' anta e ne estrae una ciotola in acciaio.
"Sto pensando di licenziarti, e non abbiamo ancora iniziato a fare sul serio"
"Meglio per me, perché io sono la cliente e tu sei il mio schiavo che cucina per me, cerchiamo di ribadire il concetto" e sorrido in modo angelico .
Rimane stranamente in silenzio senza rispondermi mentre estrae da un pensile sopra di lui, del sale e dell'olio e qualcos'altro di non identificato perché mi para le sue spalle mi parano la visuale.
"Non dirmi che ti sei offeso" e nel mentre con una mano lo tocco per attirare la sua attenzione.
In un millisecondi lui si gira e una nuvola bianca mi circonda. Chiudo gli occhi ed osservo una grossa macchia di farina a sporcarmi la maglia.
Faccio per avvicinarmi ma la sua mano mi ferma .

Fatidica CoincidenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora