È stato un viaggio silenzioso e veloce. Ci siamo solo fermati quando Jo doveva vomitare e non ho mai avuto il coraggio di scendere dalla macchina per aiutarlo sennò sapevo che sarei finita come lui, sul ciglio della strada a vomitare pure l'anima. Guardavo semplicemente dritta mentre Matteo scendeva con molta pazienza e gli passava dell'acqua in bottiglia, così una mezza dozzina di volte.
Osservando fuori dal parabrezza mi rendo conto che la notte diventa sempre più chiara ogni minuto che passa. Non voglio neanche immaginare che ore siano, godendomi così la città che pian piano si sveglia. Solo le luci dei lampioni ancora accesi e le case spente mi ricordano però che è ancora notte fonda. Mi perdo in quella landa di desolazione finché sposto lo sguardo sui sedili posteriori. La disperazione negli occhi del mio migliore amico, questa volta causata da me, non mi resta indifferente ma continuo a guardare avanti cercando un'indifferenza che non è da me.
"Gira qui a sinistra" spezzo il silenzio. Matteo segue le mie indicazioni per poi fermarsi, secondo mia richiesta, sotto un enorme palazzone rosso. Spegne la macchina, estrae le chiavi dal quadro e le luci del lunotto accendendosi automaticamente mi bruciano gli occhi. In qualche modo, subito dopo, tutti e tre scendiamo dalla macchina anche se ci mettiamo un po' affinché Matteo faccia ragionare quello zuccone biondo a salire in casa.
"Ecco la mia rovina" grida Jo sbracciando tra le braccia di Matteo e urlando come un babbuino in calore. Io sono poco distante dalle loro figure, aspettando vicino al cancello le loro figure arrancanti nel buio, mentre spero vivamente Dio continui a farlo vomitare per farlo stare zitto come in macchina. .
"dove hai le chiavi?" chiedo ignorandolo "controlla tra i miei gioielli di famiglia "
"vuoi continuare a fare il difficile?" dico cercando di mantenere la calma " dici come hai fatto te in questi anni?"
"lo hai voluto te" dico furiosa mentre gli vado a dosso e gli inizio a frugare nelle tasche. Jo ride e starnazza mentre Matteo in seria difficoltà tenta di capire cosa sto facendo. "Tienilo" sbraito guardandolo e dopo aver sentito il ticchettio tipico di un mazzetto di chiavi, mi blocco."Alice, sei te?" sento una voce ormai fin troppo familiare, mentre estraggo le chiavi dalle sue tasche.
Oddio
Mi giro e guardo in alto mentre vedo la signora Rosa che mi fissa da dietro uno spiraglio della persiana "si, scusami Rosa ma Jo non ne vuole sapere di collaborare" cerco di sussurrare per non svegliare gli altri condomini "che ha combinato questa volta?"
"quello che neanche i tuoi biscottini al cocco può guarire"
"neanche con l'aggiunta della cioccolata calda?" ritenta e annuisco solamente abbassando lo sguardo "ah, l'amore che distrugge questi giovani . Venite vi apro il portone in modo che non svegliate gli altri " e sparisce dietro il vetro della finestra. Con un piccolo "bip" il cancelletto si apre e con esso il portone poco dopo. Mi avvicino a Jo per prenderlo da quell'altro braccio ma mi scansa maldestramente "non ti voglio" dice spezzandomi il cuore.Ti aspettavi veramente che tornasse tutto come prima?
Mi chiede la mia coscienza ovvia mentre la ignoro sapendo che niente sarà più come prima. Non sapremo più Alice e Jo, non saremo più contro un mondo mai stato nostro.
"Non ascoltarlo è ubriaco" ed ecco che un altro tipo di coscienza mi risponde, con una voce umana con un cuore che batte e con un cervello che funziona.
"e invece sono sobrissimo" ribatte Jo senza aspettare che dia una vera risposta a Matteo che lo rimbecca subito dopo con un:" ritorna a dormire che è meglio" con questa risposta acida si apre un piccolo dibattito in cui con un borbottare da bambino ormai troppo cresciuto Jo sussurra :" non ho sonno"mentre io rimasta in disparte con il suo mazzo di chiavi apro la porta.
Faccio passare Matteo in seria difficoltà mentre lo alza a peso morto, ormai reso incosciente dal poco alcol rimasto in corpo e dalla stanchezza di aver vomitato tutta la sua anima. "la camera è in fondo al corridoio" non faccio in tempo a dirlo che la signora Rosa scende dalle scale con in mano un barattolo di quelle che sembrano caramelle.
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Fatidica Coincidenza
ChickLitUna sera, alla fermata dell'autobus Alice incontra un uomo. Si erano già incontrati, anche se i particolari del loro incontro non sono chiari alla ragazza, in realtà non si ricorda neanche le dinamiche di quella festa di mezza estate. I suoi ricordi...