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"Forse è ora di ritornare a casa" dico dirigendomi verso il divano raccattando la mia roba. Sto per andare verso la porta e lui mi segue prendendo le chiavi da un mobiletto al lato della porta. "Ti accompagno" dice solamente mentre mi apre la porta e scendiamo insieme.

Appena mi apre il portone e vedo la strada mi sento libera e non più oppressa da quell'aria stantia, come nel suo appartamento. Mi guardo in torno per ricordarmi da quale direzione sono venuta e prima di realizzare di non ricordarmi più la strada, Matteo comincia a camminare. Come una pecorella smarrita lo seguo.
Appena lo affianco lui mi da una leggera spallata e lo guardo male, ma lo ignoro. Concentrata ad osservare un uomo che pulisce la macchina mi da un pizzicotto sul braccio. Scatto e guardandolo male mi strofino la zona arrossata .
"Ma sei scemo?" Dico alzando parecchio i toni "ma se non ti ho fatto niente, è solo un innoquo pizzicotto " e fa per darmene un altro.
"Non ci provare neanche"  mi allontano di scatto da lui.

Neanche un secondo passa prima che lui mi prende per il braccio e mi avvicina a se soffocandomi in un grande abbraccio da orso.
Non riuscendo quasi più a respirare, lo allontano da me facendo dei respiri profondi per poi dagli uno schiaffetto sulla spalla.
"Questo abbraccio è da tentato omicidio, ti posso denunciare se voglio" non dice niente, ma comincia a fissarmi intensamente senza neanche guardare davanti e quando inciampa non so come esprimo tutto il mio disappunto.
"Almeno la prossima volta potevi guardare avanti"
"Ci stavo guardando"
"Infatti  ho visto" e lo guardo male "stavo guardando verso il mio futuro" continua provocatoria mentre sorridente mi dà un bacio a fior di labbra.
Ancora non mi sono abituata a tutti questi baci, anche se in realtà adesso dovremmo essere una mezza coppia dopo quel lungo bacio a casa sua.
Mentre continuo a pensare lui, mi da un sonoro schiaffo sulla chiappa sinistra facendomi fermare per l'incredulità.
Mi giro e trovo lui sorridendo come uno stupido continuando a palmarmi il fondoschiena.
Mi avvicino a lui , intenta fargli credere di volerlo baciare e appena si avvicina lo spingo con tutta la mia forza e corro via.

Corro a più non posso scappando da lui, superando un signore che passeggia con il cane che mi guarda male . Prima di poter attraversare la strada, mi sento prendere alle spalle, bloccandomi completamente dal suo corpo. Lo sento ispirare tra i miei capelli, tra il suo respiro ansimante.
Il tempo si ferma e comincio a contarlo tramite i battiti del suo cuore.
Misurare il nostro tempo, senza più a pensare alle lancette che scorrono è appagante. Non sento più niente, solo io e lui e il mio cuore in sincrono con il suo.

La magia continua quando ansimando mi dice: "non ti permetterò più di scappare da me" e mi scocca un sonoro bacio sulla guancia. "dobbiamo andare" dico cercando di scansarmi, non riuscendoci perché mi tiene bloccata mentre cominciamo a camminare così ancora abbracciati.

"se non fosse scomodo avrei continuato fino a casa tua" e staccandosi da me mi prende la mano e mi fa fare una giravolta. Rido e appena mi riprendo da tutte queste emozioni mi volto verso di lui. Ci scambiamo uno guardo di intesa, mi prende la mano e camminiamo così, fra qualche spinta e qualche battuta.

Arriviamo a casa mia, in pochissimo tempo e senza che io me ne rendo conto vengo sorpresa alle spalle.
"E così eri con lui?" Mi giro trovandomi Jo intendo a guardarmi fuori di sé.
Alzo le spalle fregandomene del suo comportamento e continuo a camminare. Si riavvicina a me e repentinamente mi allontana da lui. Mi mette le mani sulle spalle e si abbassa per avvicinarsi al mio viso. "quante volte ti devo dire che lui non è come noi?" Mi urla contro, con due occhi spiritati.
"Che vuol dire che non sono come voi?" interrompe Matteo "quello che ho detto" risponde girandosi leggermente verso Matteo.
"la rettificherei con un: non sono come te" e Matteo si avvicina a lui, facendolo staccare da me mettendogli una mano sul petto.
"perché cosa sarei io?" Dice furioso Jo.

Io guardo la scena quasi a rallentatore, per la seconda volta il tempo di ferma vedendo i due uomini della mia vita viso contro viso, occhi negli occhi e entrambi pugni stretti.

"Lo sai anche te cosa sei e, sinceramente, anche se vorresti, non sarai mai come me"
"non voglio essere te"
"ma vuoi stare con lei" proprio in quel momento Jo si allontana da lui quasi scottato.
"voglio il meglio per lei" risponde prontamente "e saresti te?"
"sicuramente non te"
"dal mio punto di vista non sta messa male perché oltre a non stare con un poraccio non sta anche con un violento di merda"
"quante volte devi tirare fuori questa storia"
"fino a quando non glielo racconterai" dice duro.

Fino a questo momento, i miei pensieri si sono bloccati. Mi chiedo da cosa è scaturita questa complicità velata tra i due.

"Non farmi questo" dice Jo supplicandolo
"ognuno si merita la verità e anche lei, perché se non glielo racconterai ad Alice lo faro io"
"cosa dovete raccontarmi?" prendo il sopravvento in questa discussione sconnessa. "Alice ti prego" dice Jo guardandomi implorante "cosa devi dirmi" ripeto seria.

"Quella sera di un anno fa, non ci siamo solo scontrati per il telefono" Inizia Matteo mentre aspetto con le braccia incrociate "continua"
"Quando ci siamo persi di vista è successo altro"
"ti prego Alice andiamocene" dice Jo riprendendomi per le spalle e spingendomi verso il portone "mollami" dico scrollandomelo di dosso "non vuoi realmente saperlo" mi supplica.

"Chi dice se lo voglio o non voglio sapere? Sembra sempre che sappia più di me cosa voglio"
"Perché ti conosco Alice, ti sono sempre stato vicino e mai una volta ti è venuto il dubbio che nei miei sguardi ci fosse qualcosa di più oltre che solo affetto" e comincia a urlare "E' sempre stato palese a tutti, tranne a te" continua.
"Noi siamo migliori amici Jo"
"è quello che ripeti sempre ma non mi è mai bastato"

"Continua la storia Jo" ci interrompe Matteo
"quella sera non so cosa mi sia preso, se ci ripenso vedo ancora tutto sfocato. Mi ricordo solo quanto eri bella mentre ti dicevo che mi eri sempre piaciuta. Poi vuoto. Non mi ricordo più niente"
"e allora?"
"Dicono che ti ho aggredito Alice, mentre mi dicevi di no. Con una rabbia cieca tentavo di farti del male. Poi è arrivato Matteo a fermarmi, e tutto è rimasto tra noi specialmente quando ci siamo accorti che non ricordavi niente."
"Alex lo sa?"
"No, perché probabilmente mi avrebbe pestato a sangue" scuoto ripetutamente la testa.

L'incredulità mi offusca. Vedo Matteo avvicinarsi a Jo dandogli una pacca sulla spalla, mentre lui subito dopo lo scansa urlandogli contro parole sconnesse. In un loro momento di distrazione , vedo verso il portone e con uno scatto lo apro e lo chiudo sbattendolo dientro di me.
Dopo qualche secondo sento Jo che dando pugni sulla porta cerca di convercermi a farmi uscire. Una lascrima mi solca la guancia, la asciugo con il palmo, mi alzo e salgo i gradini ad uno ad uno senza fretta mentre come colonna sonora c'è lo sbattere irruento di Jo.
Entro nel mio appartamento, mi tolgo le scarpe e sospirando mi siedo sul divano con un tonfo, prendo le cuffiette e con il volume al massimo cerco di stordirmi con la musica.

Fatidica CoincidenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora