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"Nonna" rispondo quando sento un discreto pronto dall'altra parte della cornetta.
"Amore, come mai mi telefoni a quest'ora? Si dorme adesso"
" tutti dormo tranne te, ti svegli sempre verso le sei!" e lei ridacchia " come fai a saperlo?"
"il lupo perde il pelo ma non il vizio"
"non sviamo il discorso , perché mi hai chiamato e perché sei sveglia adesso? Ti sei alzata per vedere il tramonto?"
"non sono mai andata a dormire nonna" dico ovvia prospettandomi un bella ramanzina
"cos'è successo" risponde lei preoccupata " niente, pensavo"
"quando pensi non c'è niente di buono"
"questa volta si, ho pensato di lasciarmi tutto alle spalle, come mi avevi consigliato te"
"cosa?" dice scioccata "hai capito bene" e sento lei in silenzio " è tardi, ma ho capito che è l'ora di cambiare vita"
"perché hai cambiato idea?"
"non ho cambiato idea, ho aperto gli occhi grazie alle parole di una persone che conosco"
"il moretto dell'ospedale?" dice maliziosa
"Non solo. Ma te come hai a saperlo, nonna?" chiedo incuriosita " la finestra della mia stanza affaccia sullo spiazzale dell'ospedale e la figlia di una mia compagna di stanza me la detto"
" state sempre tutte a spettegolare "
"specialmente di un giovane così bello, a detta sua. Manca solo che me lo presenti"
"Fra un po'. " ridacchio "però no, non è solo grazie a lui che ho cambiato idea, ma grazie anche a una vecchia conoscenza del liceo" dico cercando di cambiare argomento.
"sono felice, Alice" dice emozionata "non sai quante volte ho sognato questo momento, quante volte ho sognato queste parole. Moriva una parte di me, ogni volta che lasciavi da parte la tua vita per mio figlio e sua moglie " singhiozza " Sei come una figlia per me, ed è sempre stato molto difficile vederti autodistruggerti per tutto questo tempo, senza che io potessi fare realmente qualcosa"

"non so come ho fatto a non rendermi conto prima. Ho sempre messo da parte tutte le amicizie per non affezionarmi, ho messo da parte tutte quegli appuntamenti per non innamorarmi. Ho messo in pausa la mia vita ed adesso l'ho capito, e non voglio più sprecare un secondo della mia vita perché ho sprecato troppi secondi" e mi emoziono anch'io "sono fiera di te Alice e sempre lo sarò"

"fortuna che ci sei sempre state te nella mia vita, sennò non so che farei adesso" dico mentre una lacrima salata riga la mia guancia.

"sono io ad essere fortunata ad esserti presente nella vita e a darti il punto di riferimento che i tuoi genitori non ti hanno mai dato"

"ti voglio bene" dico a mezza voce commossa per queste tre parole, che non gli ho mai rivolto e sento lei continuare a piangere attraverso la cornetta " ti voglio bene anch'io Alice, però adesso devo andare sennò le mie compagne di stanza si svegliano e chi le sente per tutta la giornata" e ridacchia " ti verro a trovare il prima possibile" dico sigillando una promessa a me stessa.

"spero con quel giovanotto al seguito"

"vedremo nonna" e riattacco la chiamata salutandola.

Continuo a camminare rendendomi conto che più minuti passano più la città si sveglia, sento gli uccelli cantare e vedo la luce delle case accendersi. Dopo qualche minuto ritorno a casa, dopo una lunga notte di riflessione e mi butto sul letto con un tonfo sospirando, non sentendomi per niente stanca. Cerco di chiudere gli occhi focalizzandomi sul soffitto ma nulla, quindi mi alzo e vado a farmi una doccia per togliermi i residui della serata trascorsa.
Appena mi asciugo i capelli mi vesto per andare a lavoro, scendo le scale di corsa e appena entro nel bar rubo una brioche alla crema per saziare il mio stomaco che da tutta la notte cercava attenzioni.
Masticando ancora, accendo la radio e con il bar semi vuoto comincio a sistemare tutta la merce che stamattina hanno consegnato i fornitori.

Mentre servo i clienti canticchio e penso a Matteo, come sempre in questi ultimi giorni.

Che cosa starà facendo in questo momento? Mi starà pensando anche lui?

Fatidica CoincidenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora