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I miei pensieri mi hanno sempre mangiato l'anima, mettendola in subbuglio e rimescolandola come un cubo di rubic.
Adesso, con cappuccio in testa e tremando per il freddo, cammino senza meta, tra le vie della mia città. Osservo le persone, sempre tutte felici con una maschera che non si levano mai, per preservare le apparenze. Talvolta scorgo nella loro anima del dolore, ma non importa perché il mio dolore compensa anche per il loro. Continuo a camminare, osservando le luminarie e i bambini che dovrebbero stare già la letto. Continuo a camminare sprofondando nei miei pensieri, ogni passo sempre più vicino al baratro.

Un baratro costruito da me. Continuo a camminare fin quando vedo un piccolo supermarket aperto e mi avvicino, scorgendo di spalle una donna dai capelli lunghi e neri che mette a posto dei barattoli di salsa.
Sospiro e entro. Faccio un rapido giro tra gli scaffali e passando inosservata osservo l'ampia scelta prendo delle caramelle zuccherose alla ciliegia per addolcirmi la serata e vado verso alla cassa.
"Alla fine mi hai trovata " dice Drysia comparendomi alle spalle e andando verso la cassa per farmi pagare.
"Lo avevi detto te che era l'unico supermarket aperto tutta la notte " dico aprendo la busta e mettendone in bocca una .
"Perché sei qui?" batte in fretta il prezzo, un euro che pago con una banconota da cinque trovata nella tasca del giubbetto.
"Non lo so" prendo il resto e intasco lo scontrino "Non lo sai?"
"Sono stata trasportata dal vento, come una bambola di pezza e ho trovato questo posto" dico appoggiandomi al muro vicino alla cassa per poi strisciare sulla parete per sedermi per terra.

Continuiamo così per qualche secondo, io a spilluzzicare le mie caramelle alla ciliegia e lei ad asservarmi dietro alla cassa.

"Ti ho sempre invidiato" dice all'improvviso "non c'è niente da invidiare, specialmente di un cestino vuoto" rispondo pronta.
"Neanche te ne accorgi, tutti ti orbitano in torno. Per molte persone tu sei la loro calamità"
"Non è vero" dico scuotendo la testa mangiando un'altra caramella "invece si, tutte quelle persone che fremevano in una tua parola, in un tuo gesto o in una tua risata. "
"Non la vedo proprio così"
" in quello stesso periodo io ero l'esclusa della classe, mentre te eri la figa che se ne fregava di tutto. Te cercavi in tutti i modi per passare inosservata, mentre io per notarmi e non ci sono mai riuscita." Sorpira per poi ricontinuare " te lo ricordi Alice? Eravamo invisibili a modo nostro" e sento una nota di tristezza nella sua voce.
"Un diamante non brilla solo alla luce del sole" e sorrido mentre mangio un'altra caramella "risparmiami queste perle di saggezza."
"È vero, se non ti hanno mai visto per come sei non è colpa tua, ansi, per come la vedo io ti hanno solo fatto un favore"
"Io non volevo essere vista come sono, volevo e voglio essere semplicemente vista " e mi fermo e mi giro per guardarla negli occhi.
" in questo caso è impossibile non vederti "
"Non scherzare con me"
"Sono seria, sei una bella donna, niente di innegabile." E le faccio l'occhiolino.

"sei incorreggibile Alice, lo penso adesso e l'ho pensato allora mentre rispondevi male ad ogni prof che cercava di estorcerti le parole dalla bocca"
"che bei ricordi" dico amara.
"E non ti sei nemmeno curata delle conseguenze "
"non è vero" ribatto piccata " non mentirmi, ero sempre all'angolo ma, non vuol dire che non osservavo e non sentivo. Ti conosco fin troppo bene"
"che sei anche te una stalker? e rido " mi piace studiare la gente se non ci posso parlare, e te allora eri la mia cavia"
"e cosa hai dedotto su di me?" rispondo molto interessata " oltre che ti piacciono le caramelle alla ciliegia?" e sorride quasi sfidandomi.
"oltre quello"
"sei una menefreghista"
"lo hai già detto" ribatto annoiata.
"ma ti atteggi ad un comportamento che non ti addice" continua non calcolando il mio commento "e chi lo dice che non mi si addice?" e spilluzzico un'altra caramella.
"io"
"E chi sei tu? Una psicologa?"
"no, sono solo una persona normale che ha soltanto guardato oltre le righe" e fa una breve pausa " tutto quello che hai fatto, anche rispondere male ai prof, era perché stupidamente reagivi quando cercavano di farti arrabbiare con il tasto della tua famiglia. E vogliamo parlare di Qlex e Jonny? tua confort zone, non è vero? Ma adesso ti sei resa conto di essere rimasta sola anche lì"
"come conosci Jonny e Alex?" la interrompo "venivano sempre in classe nostra, ed erano le prime parole che dicevi dopo tre lunghe ore di completo silenzio, come faccio a non conoscerli?!" e scuote la testa "te sei una pazza" continua mentre quasi urla queste parole.

Fatidica CoincidenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora