46 RICORDI

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Vedo tutto a rallentatore. La gente mi sorride, le luci si fermano, l'aria è irrespirabile e i miei amici indistintamente mi danno pacche sulle spalle appena passo vicino a loro ma, l'unica immagine che vedo chiara sono proprio gli occhi di Alice. Li vedo ovunque, persi in quel suo sguardo triste.

Ho rovinato tutto un'altra volta .

Quel momento di estasi sembra durato così poco toccando il suo corpo e le sue labbra. Tutto era perfetto fin quando qualcosa si è spezzato.
Un attimo, e quel calore straziante è diventato ghiaccio puro.
Non sopporto più nessuno, né il chiasso né questi finti sorrisi di persone che credono di sapere tutto su di me, solo perché sono legato ad un gruppo di scapestrati.
A mia discolpa, solo ora noto che non è stata una mia scelta iniziare ad uscire con loro perché sono loro che mi hanno scelto. Mi hanno plasmato a loro piacimento riuscendo a notare qualcosa in me che ancora ignoro. Sono sempre stato un mezzo, lo so, ma non me n'è mai importato più di tanto tranne da quando c'è lei.

Dalla tasca prendo il pacchetto di sigarette rosso e bianco. Lo apro e mettendomene una in bocca faccio il segno ad una tizia di accenderla. La vedo sorridere ammiccante all'amica pensando che quello di accendere era una scusa ma, capirà ben presto che è una come tante altre ai miei occhi. Appena vedo la carta bruciare e il tabacco andare in fumo mi allontano da loro inspirando quel fumo denso come catrame. Ignoro le loro voci vagamente stizzite mentre calpestando la ghiaia del vialetto vengo avvicinato da Diana. Le sue braccia sono aperte e con un sorriso smagliante tenta un contatto finisco, che non avrà sicuramente da me.
"Finalmente se n'è andata!"
"Lascia perdere" la ammonisco, spegnendo la sigaretta con la suola della scarpa, già capendo che la piega di questo discorso non mi sarebbe piaciuta. Prego che, intuendo la mia irritazione mi lasci andare e se ne vada lontano da me ma, come un treno in corsa prosegue.
"Cosa?" Mi squadra male" Sei uno schifo per colpa sua. Almeno è stata intelligente da capire che non fa per te"
Non gli rispondo, puntando sulla mia non curanza anche se le mani iniziano comunque a prudere. Non ha il diritto di parlare così di Alice e credo che non ho mai sperato così tanto di picchiare una ragazza come in questo momento. Il suo vestito scintillante, il suo trucco volgare insieme al sorrisino spietato mi fa venir voglia di rompere tutto.
"È la verità. L'hai guardata? È così santarellina mentre io so cosa fa per te"

Se solo sapesse che Alice è provocante come un diavolo tentatore e bella come un angelo, smetterebbe di parlare di lei con queste parole. Lei non è la metà della donna che è Alice e lo dimostra con tutte queste parole velenose.

"E cosa fa per me?" Cerco di ignorare i miei pensieri che mi scombussolano la testa e che mi pregano di farle del male per sfogare tutta la mia rabbia repressa.
"Noi siamo perfetti insieme e te lo dimostrerò"
Senza aspettarmelo mi afferra la mano e mi trascina da Eros, il biondino incaricato di fare i cocktail al bancone.
Sapendo di non ricevere il minimo insulto per il rispetto guadagnato in questi anni, afferra due drink a caso, proprio mentre Eros li serviva a  due biondine al bancone.
Con questi due bicchieri trasparenti si rigira verso di me, assaggia entrambi i drink dalla cannuccia nera e poi me ne porge uno con un liquido trasparente all'interno e una fettina di lime.
"Questo dovrebbe piacerti"
Non lo assaggio neanche ansi, mi viene la nausea solo al pensiero di toccare un altro goccio di alcol. Senza neanche darmi il tempo di togliermi la curiosità di decifrare il contenuto del bicchiere mi afferra per il polso, trascinandomi in pasta. La gente si apre come il Nilo alla vista di Diana e al suo passo suadente. Si ferma proprio al centro della pista e si rigira verso di me. Provocante e sorseggiando di tanto in tanto il suo drink rosa, si appiccica al mio corpo. Cerca di ballare su di me o per lo meno di essere un minimo sexy per farmelo drizzare. Ai miei occhi è solo una persona qualsiasi anche mentre si struscia sul mio pacco. Le mie mani non la toccano per il ribrezzo, il mio pisello non si alza e i miei fianchi non si muovono come quando ballavo con Alice. Sono però in imbarazzo per lei , per quella che consideravo mia amica, perché avrebbe dovuto considerare che due moine non mi avrebbero  fatto sparire il mio mal d'amore . 

Fatidica CoincidenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora