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Sospiro appena apro gli occhi. Anche da sdraiata sento il cervello pulsare per la stanchezza. Facendomi coraggio mi alzo e a tentoni arrivo in cucina con gli occhi ancora incrostati.
La osservo. È così come l'ho lasciata ieri: le tazze nel lavandino, le bustine del tè ancora appoggiate sul bancone e i cristalli di zucchero sparsi ovunque. Mi stopiccio gli occhi e stiracchiandomi decido di ordinare. Con una pezza gialla bagnata levo i granelli di zucchero e aprendo il secchio della spazzatura butto i filtri del tè.
Porto la scatola dell'infuso nella credenza quando, bloccandomi leggo: MELATONINA, su sfondo viola.

Capisco tutto e rido tra me, trattendendomi quando vedo due braccia spuntare dal divano . Come un gatto, sento il mio ospite fare quasi le fusa e lamentarsi del mio divano scomodo.
Decido di mettere su del caffe con la moka. Verso l'acqua, la polvere di caffe e chiudo, accendendo il fornello.

"Sono distrutto" si tiene la schiena mentre mi raggiunge sedendosi su uno sgabello della cucina.
"Per la stanchezza o per il divano?" Lo rimbecco giocosa. Mi guarda mentre farfuglia:" per la stanchezza" .
Senza trattenermi ridacchio ripensando a cosa era dovuta e lo sento continuare aggiungendo:
"Sono quasi sicuro che ieri tu abbia tentato di farmi fuori e ci sei quasi riuscita, aggiungerei "
"Hai fatto tutto da solo" e inspiro sentendo quel tipico odore tostato proveniente da questa borbottante vecchia moka.
Spengo il fuoco e prendendo due tazzine celesti con piattino abbinato e gliene verso un po'. Meccanicamente aggiungo un cucchiaino di zucchero, ad entrambe e riappoggio la zuccheriera sul suo ripiano.
"Questo è il colpo di grazia?"
Mi guarda solo, aspettando non so cosa. Alza un sopracciglio scuro come a sfidarmi. Non capisco subito, aggrotto le sopracciglia aspettando che continui, ma non lo fa. Alza e abbassa lo sguardo tra la mia bocca e il caffè e lì, capisco.
Scoppio a ridere per niente presa da quelle parole fin troppo serie e portandomi alle labbra quel liquido amaro , inspiro l'odore.
"Forse" e lo sorseggio, provocandolo. Aspetta qualche secondo prima di seguirmi con teatralità esclamando:
"Donna, fai di me ciò che vuoi" .

Non so perché ma le guance si surriscaldano, il battito del cuore velocizza e un piccolo sorriso scappa dal mio controllo.
"Preferisco metodi più puliti per uccidere qualcuno" cerco di sdrammatizzare.
"Del tipo?"
"Non si rivelano i trucchi del mestiere " un sorriso birichino mi increspa le labbra e lo copro con la tazzina celeste, finendo di bere il mio caffè. Sciaquo la tazzina e la asciugo rimettendola nella credenza. All'occhio scorgo la scatola di quella maledetta camomilla alla melatonina e prendola, me la rigiro tra le mani.
"Ah certo perché sono fallimentari come quello di ieri sera. Sono ancora vivo e vegeto a quanto pare " continua a dire non facendo caso ai miei movimenti.
"per adesso" lo guardo seria, fin quando il suo sguardo cambia. Ci leggo una vena di terrore, mentre guarda il fondo della tazzina come per leggerne la verità.
"Hai fatto tutto da solo" continuo, teatrale cercando una serietà che non mi appartiene mentre lo prendo bellamente in giro.
"Mi hai teso una trappola"
"Sei tu che devi essere sveglio" ancora con la scatola blu incriminata decido di lanciargliela come una palla da rugby. Confuso la guarda aggrottando le sopracciglia. Mi chino sulla penisola della cucina e con il ditino gli indico la scritta in grassetto.
"Melatonina è uguale a effetto soporifero, ecco perché sei stanco" sottolineo con il mio tono da sapientina mentre strabuzza gli occhi, capendo subito l'errore di ieri sera.
"Non ti posso lasciar un attimo da solo che tu cerchi di avvelenarmi" continuo ridendo.
"fino a prova contraria è la tua camomilla. Che poi, chi comprerebbe una camomilla alla verbena e melatonina?"
"chi è insonne" dico ovvia, ripensando a quel maledetto periodo. Non è semplice guardare il soffitto e sperare che morfeo ti baci e ti culli fra le sue braccia, mentre i pensieri farfugliano quatti nell'oscurità della tua testa. I sonniferi mi sono sembrati l'esagerazione perché a volte mi bloccavano in incubi senza uscita e li ho sostituiti cin qiesta che fa anche lei il suo sporco lavoro.

Fatidica CoincidenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora