Due paglia di occhi mi guardano mentre mi stropiccio i miei.
Cerco di girarmi su un fianco non trovando però il mio morbido materasso. Delle forti braccia mi accolgono compensando però, quel morbido torpore. Cerco di muovermi ancora ma la sua mano mi stringe la spalla.
Sorrido e ripenso a tutto quello che è caduto nelle ultime dodici ore, accoccolandomi più a lui. Ripenso alla pioggia e anche a quelle due paia di occhietti strani, tre blu e uno marrone.Di scatto apro gli occhi e mi alzo a mezzo busto, cercando con lo sguardo chiunque ci stesse spiendo. Due testoline bionde scompaiono per poi riaffacciarsi qualche secondo dopo. Mi allontano da Matteo, senza saper bene cosa fare . Mi stropiccio gli occhi per paura di un'allucinazione e trovandoli ancora lì decido di indossare velocemente le scarpe e uscire fuori dall'auto. Goffamente esco e chiudendo delicatamente lo sportello inizio a guardarmi in torno. Sento ridacchiare dietro di me, di scatto mi giro e li trovo lì, quei due bambini ancora ad osservarmi. Un maschio e una femmina, presumibilmente fratelli gemelli che ghignando escono allo scoperto.
"Chi siete?" Chiedo mentre li osservo meglio. La ragazzina ha un vestito a ruota celeste che si abbina perfettamente all'eterocromia dei suoi occhi, mentre il maschio ha un tuta nera. Non mi rispondono subito ansi continuano a ghignare.
"Siete fidanzati?" Spiccicano parola contemporaneamente, facendomi accapponare la pelle.
"No" e continuo "dove sono i vostri genitori?"
Continuano a ignorarmi mentre la bambina mi domanda: "Allora perché dormivate appiccicati?"
"Perché ci vogliamo bene"
"Quindi vi amate" Adesso a parlare è il bambino.
"C'è una gran differenza tra il volersi bene e l'amarsi" rispondo riluttante.
Appena sentono le mie parole continuano a ridere, si guardano negli occhi e rispostano l'attenzione su di me.
"Convinta te" rispondono all'unisono, si riguardano negli occhi e scappano dietro l'auto. Cerco di raggiungerli ma appena svolto l'angolo loro non ci sono più. Mi guardo in torno, aguzzo le orecchie ma non sento più niente. L'angoscia macchia il mio respiro, facendolo affannare. Anche le mani mi tremano e non per il freddo. Guardandomi ancora in torno, osservo un camper parcheggiato non poco lontano da noi. Un vecchio camper bianco in cui stanno uscendo due signori anziani che incespicando tra i loro passi si avvicinano a me.
"Mi scusi, a quanti chilometri sta la città più vicina? Ieri abbiamo perso la cognizione dello spazio con il maltempo e ci siamo fermati qui come voi" prorompente il signore dagli occhiali con grandi lenti apre il discorso. Faccio un attimo mente locale mentre continuo a studiarli, sia il signore che la moglie con il cappotto maculato abbinato al cappellino. Lei mi sorride metaflua, guardandomi costantemente negli occhi con un paio di occhietti verdi quasi birichini.Mi ridesto un attimo prima di rispondergli:" dovremmo essere a quindici chilometri dalla città più vicina andando sempre dritti".
L'uomo annuisce mensieroso, si gratta la barba, mi ringrazia e si gira per tornare al camper. La donna aspetta un paio di secondi prima di seguirlo. Mi vengono in mente quei bambini per un attimo, sospiro per prendere coraggio e alzando la voce cerco di attirare la loro attenzione.
"Non è saggio far giocare i vostri nipoti qui, in mezzo al nulla" l'uomo neanche mi sente, ma la donna si ferma di colpo. Ripercorre i suoi passi e si ferma di fronte a me.
"Non abbiamo nipoti" e mi squadra mentre lo dice, alzando impercettibilmente l'angolo della bocca . Il mio cuore perde un battito quando capisco che realmente non si sta prendendo gioco di me.
"Sembra che hai visto la vita davanti a te"
"Cosa?" Domando riscuotendomi da una trans momentanea.
" Hai visto qualcosa di reale ma forse non nel presente"
"Non ci capisco più niente, non so neanche se lei è reale" latro mentre tremo e mi guardo intorno convulsivamente.
"Cara ma tutto questo è reale." Mi accarezza il braccio destro prendendomi la mano. L'allunga verso di lei, distendendola con il palmo rivolto ai suoi occhi. La studia toccandola con l'indice raggrinzito della sua mano, sorridendo impercettibilmente. Cerco di ritirarla da lei ma quasi la blocca, prevedendine il movimento e alza lo sguardo. Con l'altra mano mi accarezza la guancia.
"Bambina, hai sofferto molto ma solo se saprai togliere questa emozione dalla tua testa saprai cos'è la vera felicità. " una lacrima esce incontrollata.
"Ma come lo sa?" E lei mi sorride come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"C'è scritto tutto qui, nella tua mano. Quello di oggi era un avvertimento, adesso sta a te" avvicina entrambi le mani al mio viso, si allunga verso di me e mi da un bacio su entrambe le guance.
"Confido in te bambina" mi sussurra. Tutta la magia poi si spezza, lei si gira e come se nulla fosse se ne va seguendo suo marito, che la aspettava vicino al camper.
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Fatidica Coincidenza
ChickLitUna sera, alla fermata dell'autobus Alice incontra un uomo. Si erano già incontrati, anche se i particolari del loro incontro non sono chiari alla ragazza, in realtà non si ricorda neanche le dinamiche di quella festa di mezza estate. I suoi ricordi...