«Ascoltatemi, ragazzi,» annunciò una voce profonda: «avete ancora quindici minuti, poi dobbiamo tornare al campo».
Dalla massa di ragazzi sparsa per la valle si levò un coro di dissenso, al quale la voce rispose aggiungendo: «Lo so, lo so che non volete separarvi, ma questo è solo l'inizio di tutte le avventure che ci aspettano insieme».
Questa affermazione non sembrò affatto rallegrare l'umore del gruppo; una buona parte di loro non era così emozionata all'idea di "tutte le avventure che ci aspettano insieme" e preferiva di gran lunga passare la serata a chiacchierare sotto le stelle, piuttosto che intagliare il legno, fare battaglie di palloncini d'acqua o qualsiasi cosa si possa fare a un campo estivo.
«Dobbiamo andare. Alzati, Andrew» mormorò Grace all'amico, che ormai sembrava essersi sistemato in pianta stabile sulla sua spalla.
«Faith?» rispose lui, palesemente perso in ben altri pensieri.
«Grace» lo corresse lei fingendo di essere offesa, quando in realtà, nel profondo, stava sorridendo come mai prima. Era da tanto che non vedeva Andrew sorridere, o, perlomeno, era un evento raro da quando suo padre era venuto a mancare. L'accaduto aveva tolto per i primi mesi ad Andrew tutta la sua voglia di vivere, sembrava spento, vuoto. Anche se ormai ne era passato, di tempo, Andrew non era più lo stesso e Grace amava vederlo sorridere. Anche lei aveva perso la madre, ma successe quando era molto piccola, quindi, nonostante ci soffrisse, non avrebbe mai capito a pieno il dolore dell'amico. Anche se, da quando era successo, erano diventati inseparabili. La loro amicizia, oltre che dal dolore comune, era stata rafforzata dal fatto che erano vicini di casa e quindi, per una cosa o per l'altra, si vedevano praticamente tutti i giorni. E i loro genitori, con lo zampino della zia di Andrew, avevano deciso di comune accordo di mandarli a quel campo, così che potessero "passare del tempo insieme", come se non ne passassero già abbastanza, e "fare nuove conoscenze", cosa alquanto improbabile, visto che a loro bastava la compagnia l'uno dell'altra. Ma quell' "improbabile" si era già tramutato in "possibile" quando Andrew aveva fatto la conoscenza di Faith.
«Alzati, sfaticato» ripeté Grace e, controvoglia, Andrew dovette ascoltarla. Si rese conto che doveva tornare sul pianeta Terra, perché a nulla serviva perdersi in mille fantasie. Si accorse anche che nell'ultima mezz'ora, o forse più, aveva fatto sentire un po' trascurata l'amica di una vita, perciò accantonò Faith per un istante e, rivolto a Grace, le disse: «Grazie di tutto, sei insostituibile. Adesso vieni qui» e spalancò le braccia per accogliere quella ragazza esile in un abbraccio che valeva più di mille parole. Sentirono in lontananza la voce del direttore che richiamava tutti i ragazzi all'attenzione, ma la ignorarono.
«Piccioncini, svelti che si va» si rivolse a loro una voce che non avevano mai sentito. Si staccarono e volsero lo sguardo verso la figura che, senza neanche conoscerli, aveva appena rotto il loro momento. «Noi?» chiese ingenuamente Andrew. «Sì, voi, chi altri se no?» scherzò il ragazzo.
«Ma chi ti credi di essere?» sbottò Grace. «Da un semplice, normalissimo abbraccio hai dato per scontato che fossimo una coppia, cosa che non siamo; siamo migliori amici».
«Noah» mormorò lui.
«Cosa?» chiese Grace.
«Mi hai chiesto chi mi credessi di essere e ho risposto Noah. Sono Noah.»
Mentre Grace cercava un modo per controbattere quella così semplice constatazione, il ragazzo, che aveva appreso chiamarsi Noah, se ne era già andato, scomparendo nella folla.«Uffa, non voglio andarmene!» si lamentò Faith, per poi continuare: «Almeno stare qui sembrava la cosa più lontana possibile da qualsiasi idea di campo. E invece da domani mi toccherà alzarmi presto, cantare le solite canzoncine, sfidare altre persone a sangue giocando a bandierina, fare il bagno nel lago, arrostire i marshmallow al falò cantando ancora le solite canzoncine, confidarmi con completi sconosciuti e...»
«A me non sembra così male» osservò Edith, interrompendo la sorella.
«E invece lo è, cara sorella, lo è».
«Come vuoi; io spero, tra un marshmallow e l'altro, di riuscire a trovare la mia anima gemella: come nei film».
«Ma qui non siamo in un film, lo dovresti sapere».
«Lo so, ma... lascia stare» mormorò Edith, evitando di raccontare alla sorella le sue più intime speranze e i suoi più fragili timori.
«Ragazzi e ragazze, è tempo di tornare» esordì la voce che stavano oramai imparando a conoscere, ossia quella del direttore del campo. «Seguite la torcia e non allontanatevi dal gruppo» disse quando un getto di luce inondò la notte.
«Ingegnoso» commentò Faith.
Mentre si dirigeva verso la fonte luminosa, le passò accanto un ragazzo che stava correndo. Lei non lo notò e, spostandosi, gli finì addosso.
«Non è serata» disse Faith tra sé e sé.
«Scusa, non volevo» disse il ragazzo, spiegando poi: «stavo correndo e, per sbaglio, mi sei venuta addosso. Scusami, davvero».
«Non c'è problema» lo rincuorò Faith.
«Perfetto, allora vado...»
Prima che potesse aggiungere altro, una voce chiamò: «Alex, vieni qui».
«No, vieni tu!» esclamò Alex di rimando.
Nel giro di pochi istanti comparì un altro ragazzo. Era molto simile ad Alex, forse era suo fratello. Aveva i capelli dello stesso colore castano, ma quelli di Alex erano sparsi e un po' arruffati, mentre quelli di Noah erano più ordinati. Da quel semplice dettaglio si poteva capire molto dell'animo dei due ragazzi.
«Ecco dov'eri, ti stavo cercando» esclamò il nuovo arrivato.
«La vera domanda è dov'eri tu» bofonchiò Alex.
«Lascia stare,» lo liquidò velocemente l'altro «non sono fatti tuoi».
Rivolto alle ragazze, Alex spiegò: «Mio fratello, anzi gemello: Noah». Ma Noah se n'era già andato, dileguandosi nella folla.
«Dovete scusarmi... è fatto così, non ama particolarmente le persone. Anzi, sarebbe meglio dire: le detesta. Siamo gemelli, ma non siamo affatto simili. Adesso perdonatemi, ma devo andare» disse Alex. Poi, mentre se ne andava, aggiunse: «Ci si becca in giro».
Le ragazze rimasero lì, sinceramente sorprese da quell'inaspettato incontro.
«Forse non sarà poi così male» osservò Faith.
«Forse» concordò la sorella.
E se ne andarono seguendo la folla, lasciandosi alle spalle quella che non era più solo una semplice valle baciata dalla luce della luna e delle stelle.
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Intrecci di stelle
Teen FictionSotto il cielo stellato della prima sera al Wilson Camp, Faith e Andrew si incontrano. Da lì tutto cambia, perché questa non è solo la storia di Faith e Andrew. Infatti, da quel semplice e casuale incontro, si creerà una serie di amicizie, molte nat...