CAPITOLO 24

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Grace rimase lì, immobile, non sapendo come rispondere alla domanda che Noah le aveva appena posto. La risposta l'aveva eccome: era bravo, bravissimo, anzi praticamente perfetto, ma non l'avrebbe mai ammesso davanti a lui. Si limitò, quindi, a liquidare la questione rifilandigli una delle sue battute sarcastiche di repertorio: «Tieni a bada l'ego, signor Ho-talento-e-me-ne-vanto.»
«Quindi stai dicendo che ho talento» constatò lui. _Cavolo_ . Questa non se l'aspettava.
Grace guardò il cielo e si chiese che ore fossero. L'alba stava ormai svanendo, lasciando il posto a un cielo limpido e celeste. «Penso che dovremmo rientrare» osservò lei, tralasciando la domanda che le era stata appena posta.
«Tu vai, io resto qui ancora un po'» rispose Noah, spostandosi all'indietro un ciuffo di capelli con un veloce movimento. Grace se ne andò, lasciandosi alle spalle Noah, la sua musica e tutto ciò che essa le faceva provare. Sentendosi vulnerabile, decise di dimenticare quel fugace incontro e fare come se non fosse mai accaduto.
D'altro canto Noah, che era restato nel bosco guardando Grace di spalle mentre si allontanava, stava per riprendere a suonare, almeno per concludere il brano, ma, quando prese tra le mani lo strumento, qualcosa lo impedì. Decise di non insistere e, dopo aver aspettato qualche minuto per essere sicuro che Grace fosse già lontana, si diresse anche lui verso le capanne. Camminò velocemente, lo sguardo fisso a terra e le mani nelle tasche; sbatté contro una ragazza, ma non era Grace: aveva capelli scuri come la notte e uno sguardo da cerbiatto impaurito e, non appena riconobbe il ragazzo che aveva davanti, mormorò un lieve: «Ah, sei tu. Scusa» e se ne andò, lasciando Noah solo con i suoi pensieri.
"Perché rovino sempre tutto?" si domandò, mentre tornava verso il campo con la storia di Bonnie che gli scorreva davanti agli occhi.

Durante i vari tempi morti tra le attività, Edith e Grace comunicarono a tutto il gruppo la novità, dando loro appuntamento sabato pomeriggio nella loro stanza. Non si dilungarono in molti particolari per timore di essere sentite dai diretti interessati, ma etichettarono la questione come "di estrema importanza".
Per evitare di essere scoperti, Grace propose ad Andrew di assistere al laboratorio di disegno di Faith, visto che quel giorno teatro era stato rimandato di un'ora. All'orario prestabilito tutti si trovavano nella stanza delle due ragazze, pronti a cominciare la loro riunione.
«Benissimo,» esordì Edith, «penso sappiate tutti perché siamo qui.»
«Io, in realtà, non lo so» osservò Alex.
«Nemmeno io» si unì George.
«Guardatevi intorno, chi manca tra noi?» domandò Grace.
«Noah» rispose Alex come se fosse scontato.
«Sono qui» replicò una voce proveniente da uno dei letti superiori.
«Tu quando... E come... Lasciamo perdere!» esclamò Grace.
«Faith, Faith e Andrew. Mancano Faith e Andrew!» urlò George, orgoglioso della sua scoperta.
«Genio» commentò sarcastico Noah dall'alto della sua posizione.
«Ho capito! Volete architettare un piano malefico per farli incontrare nel bosco e costringerli ad ammettere i loro sentimenti reciproci» intuì Alex.
Vedendo che nessuno rispondeva, si affrettò ad aggiungere: «Perché è palese che si piacciono, vero?»
«Non sarei riuscita a essere più precisa di così, Alexander» rispose Maggie ridendo.
«Ecco,» annunciò Edith ricomponendo il gruppo, «visto che abbiamo tutti chiaro il motivo per il quale siamo qui, adesso dobbiamo trovare un modo per far sì che tutto questo accada.»
«Io me ne tiro fuori» annunciò Noah.
Grace indignata ribatté: «E perché, scusa?»
Lui diede una leggere alzata di spalle affermando: «Perché io non credo nell'amore, semplice. Non sto dicendo che non esista, ma pochi riescono a innamorarsi sul serio. Quello che noi erroneamente chiamiamo "amore" sono solo due persone che provano a completare a vicenda le loro vite.»
Nessuno sapeva cosa dire, ma Grace riuscì a cavarsela, ponendo una domanda a quel punto ovvia: «E allora perché sei qui?»
Noah, però, aveva come sempre la risposta pronta: «Perché ascoltarvi discutere è un passatempo assai divertente.» Grace gli rifilò uno sguardo di ghiaccio, per poi rivolgersi agli altri.
In poco tempo riuscirono a preparare l'intero piano: visto che domenica ci sarebbe stata la serata libera, il gruppo avrebbe deciso di incontrarsi e, quindi, avrebbe passato gran parte della giornata a organizzare il ritrovo. Uno di loro avrebbe proposto di andare nel bosco e tutti, in particolare Edith, avrebbero finto di trovare l'idea particolarmente interessante, in modo da convincere anche Faith, sempre restia all'idea di trascorrere del tempo lì. La sera, quindi, Edith si sarebbe diretta verso il bosco con Faith e Grace con Andrew e, durante il tragitto, sia Grace sia Edith avrebbero finto di essersi dimenticate qualcosa e sarebbero tornate indietro, dicendo a Faith e Andrew di non aspettarli. Nel frattempo il resto del gruppo avrebbe addobbato e cercato di rendere più romantico lo spazio di bosco che avevano scelto, in modo tale che, arrivati a quel punto, Faith e Andrew potessero comprendere facilmente il motivo per il quale si trovavano lì.
«Mi sembra un piano geniale» osservò Alex alla fine.
«Funzionerà» si unì George. Tutti si abbracciarono, persino Noah scese dal letto, simulando una specie di abbraccio che non poteva esattamente definirsi come tale.
Erano pronti: mancavano solo Faith e Andrew.

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