CAPITOLO 40

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Mentre si apprestava a scendere dal palco, Andrew intravide Alex e Bonnie che salivano con i clarinetti e spartiti alla mano, pronti per la loro esibizione.
«Bravissimo, Andrew» gli disse Bonnie, accennando un sorriso, poi Alex aggiunse: «Fortissimo come sempre» dandogli una pacca sulla schiena. Andrew ignorò i due e continuò per la sua strada senza fermarsi, finché non fu totalmente sceso dal palco.
Gli era dispiaciuto ignorare i suoi due amici, ma si sentiva in qualche modo turbato. Oggettivamente sul palco era stato bravo, almeno per quanto riguardava la parte tecnica: aveva rispettato le pause e aveva tenuto conto di tutte le correzioni che gli aveva fatto Janice durante le ultime prove. Nel complesso, si sentiva abbastanza fiero del suo discorso, ma c'era qualcosa che non andava, qualcosa che lo rendeva amareggiato.
Decise di non pensarci, di provare a godersi la sua ultima serata al campo nonostante la strana sensazione che non riusciva a spiegare. Si sedette sulla prima sedia che trovò, una di quelle che erano state predisposte dietro al palco per coloro che aspettavano di salirvi. Le sedie erano però tutte vuote, perché nessuno aveva messo in conto che, con l'agitazione, sedersi ad aspettare su delle inutili sedie di plastica rossa era l'ultima cosa che i ragazzi desideravano.
Perciò, approfittando del caos generale e del fatto che nessuno l'avesse notato, si sedette, nell'esatto momento in cui iniziò la melodia suonata da Bonnie e Alex.
Avendo visto quella scena tantissime volte, Andrew sapeva che in quel momento stava suonando Alex, mentre il ragazzo protagonista della scena si faceva avanti lungo il palco fino a raggiungere la ragazza. A quel punto partì Bonnie, mentre nella mente di Andrew riemergeva Noah che, ad ogni prova della scena, seppur lui non ne facesse ufficialmente parte, ripeteva a Bonnie: «Devi aspettare a partire, altrimenti si perde la suspense.» Stavolta, notò Andrew, Bonnie aveva aspettato.
La scena continuò, con le note di Alex che si alternavano a quelle di Bonnie per la prima parte della scena, dove i due protagonisti si conoscevano, diventavano amici. La musica, fino a quel momento nettamente divisa tra Alex e Bonnie, iniziò ad intrecciarsi in alcuni punti, così come la storia tra i due protagonisti, che da amici diventarono qualcosa di più.
Fu in quel momento che si rese conto del perché di quella strana sensazione che lo avvolgeva da quando era sceso dal palco.
Fino ad allora non si era accorto di quanto il suo discorso, e la scena in generale, rispecchiassero quello che gli era successo al campo. 
In particolare gli venne alla mente tutta la storia che c'era stata tra lui e Faith, di come tutto iniziò con una semplice coincidenza. Se non si fossero scontrati per caso la prima sera, si sarebbero mai parlati? Se non avesse conosciuto Faith, probabilmente avrebbe passato tutto il campo a parlare con Grace e pochi altri. Lui e Noah si sarebbero conosciuti comunque, essendo suo compagno di stanza, ma non sarebbe stata la stessa cosa.
"A volte la vita è proprio imprevedibile", pensò Andrew, mentre la sua mente ripercorreva tutti i dettagli del suo primo incontro con Faith, per poi arrivare a quando aveva scoperto di essere in squadra con lei, a quando Grace ed Edith si erano conosciute e avevano fatto in modo che si reincontrassero, e tutto il resto. E poi sorrise nel pensare a tutti gli sguardi, le cose non dette, i sorrisi tra lui e Faith, che cercavano di dire qualcosa che loro non riuscivano a comunicare a voce. Ripensare a tutto questo fece sparire quella brutta sensazione che aveva addosso, come se fosse stato un cattivo odore rimosso semplicemente spruzzando del profumo.
Si rese conto che, ormai, dava per scontate le amicizie del campo, ma non lo erano affatto; i suoi amici avevano dimostrato di essere tali in molte occasioni e non avrebbe mai potuto ringraziarli abbastanza.
Finalmente con il cuore in pace, Andrew si alzò, andando a cercare Faith in mezzo al gruppo di disegno intento a cambiare le sceneggiature tra una scena e l'altra. La vide impegnata a rifinire un pezzo che si era scolorito, perciò le passò velocemente dietro accarezzandole la testa e dandole un bacio sulla fronte. Poi si allontanò, rassicurato dal rumore della risata di lei.
Nel frattempo la seconda scena era finita, Bonnie e Alex avevamo smesso di suonare e si erano abbracciati, proprio lì, sul palco, consapevoli delle magie che la loro musica poteva fare. A questo gesto, l'applauso del pubblico aumentò a dismisura, continuando anche quando i due scesero dal palco e salì l'ultimo ragazzo, che avrebbe tenuto il discorso introduttivo alla terza scena: Oliver.
Non appena fu sul palco e sentì l'applauso, si rese conto che non poteva essere rivolto a lui e, comprendendo la vera situazione, si vergognò anche solo di trovarsi lì e ricevere un applauso che non meritava. Con gli applausi che andavano scemando e con una leggera sensazione di essere di troppo su quel palco, prese un respiro profondo e iniziò il suo discorso.
«Le cose iniziano. Le cose finiscono» disse, concentrando tutta l'attenzione su di lui con due sole frasi. «Ed è sempre stato così. Anche nell'antichità, l'unica certezza dell'umanità sono state le fini: il giorno finiva dando inizio alla notte, e la morte segnava la fine della vita. Tutto ha un inizio, tutto ha una fine. E, come potete ben immaginare, anche questo campo è iniziato, ormai tre settimane fa, e stasera finirà. Magari alcuni di voi torneranno, ma vivranno un'esperienza diversa, perché oramai questa si è conclusa, o quasi. E no, questo non vuole essere un messaggio negativo, non voglio farvi piangere, commuovere o altro. Magari in cuor vostro non volevate finisse, magari siete tristi di abbandonare i vostri nuovi amici. Però pensateci: se un'amicizia è vera non si distrugge né con il tempo né con la distanza. Il campo vi è servito per costruire amicizie, poi sarete voi a doverle coltivare e mantenere, e, se c'è qualcosa che aiuta un'amicizia, sono i ricordi. "Nostalgia: il ricordo delle cose passate" diceva Shakespeare. Quindi tenetevi stretti i vostri ricordi, conservando con cura quelli vecchi e costruendo quelli nuovi.»

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