CAPITOLO 20

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«Ragazzi e ragazze, posso avere la vostra attenzione?» esordì Jeff la domenica mattina, durante la colazione. Nel padiglione calò all'improvviso un silenzio tombale; nessuno aveva paura di Jeff, ma tutti i ragazzi del campo avevano imparato che, quando chiedeva qualcosa, non lo faceva tanto per.
«Benissimo. Come avete passato la vostra prima settimana?» chiese lui. Un coro misto di "benissimo", "bene" e "così così" si levò dai tavoli e la cosa sarebbe potuta continuare, se Jeff non avesse richiamato l'attenzione su di sé: «Bene, sono contento che vi sia piaciuta, ma sono anche consapevole che quella appena finita è stata una settimana stancante e per questo voglio ricompensarvi. Stasera vi lascio serata libera: nessuna attività serale. Ognuno è libero di trascorrere la serata con chi vuole, ma per mezzanotte vi voglio tutti a letto nelle vostre capanne. Se qualcuno fa uno strappo alla regola, ci saranno provvedimenti per lui e, soprattutto, per il resto della squadra.»
La mente dei ragazzi si era fermata a "serata libera", quindi, nonostante l'avvertimento, esultarono ringraziando Jeff e, subito dopo, si misero a parlare fittamente per decidere i piani per la serata. In uno dei tavoli a destra, quello di Faith, Andrew, Grace e Edith, la situazione era all'incirca la seguente.
«Non voglio restare nel bosco, fa troppo freddo» stava protestando Faith.
«Vi inviterei da me, ma sicuramente Noah trascorrerà la serata in solitaria e, per quanto sia mio amico, di sera è particolarmente irritabile» rivelò Andrew, lanciando a Faith un silenzioso sguardo che significava all'incirca "Vedrai che troveremo una soluzione". Grace sembrò captare il suo sguardo, perciò si affrettò a proporre: «Venite pure da noi, sicuramente le nostre compagne usciranno.» Fu sollevata nel vedere dei sorrisi apparire sui volti dei suoi amici. Poi, chinandosi, si rivolse a Edith, sussurrandole all'orecchio: «E, se non escono, le facciamo uscire noi.»
A Edith scappò una risata, alla quale Faith rispose prontamente: «Cos'hai da ridere, Edith Morgan?»
«Stavamo solo notando quanto fosse bella la camicia che indossa Jeff stamattina» mentì Grace. Faith guardò in direzione del direttore del campo, notando poi la camicia color giallo canarino con una fantasia a fenicotteri rosa.
«Sì, è proprio bella» concordò lei, ridendo a sua volta.

«Eccomi, scusate il ritardo» si giustificò Faith la sera stessa, vedendo che tutti i suoi amici erano già arrivati e la stavano aspettando. In realtà, con "tutti i suoi amici" si riferiva ad Andrew, visto che si trovavano nella capanna di Edith e Grace e, perciò, loro erano già lì. Non le piaceva l'idea di farsi aspettare da Andrew.
«Nessun problema, vieni pure» le disse Grace invitandola a sedere sul letto. Dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio, fu Edith a rompere il ghiaccio dicendo: «Quindi che si fa?»
La sua domanda spiazzò tutti. Quella era la prima sera in cui potessero fare totalmente quello che gli andava di fare — a parte la prima sera nella valle, s'intende.
«Abbiamo così tanto desiderato una sera del genere che adesso ci ritroviamo qui a non avere la più pallida idea di come trascorrere il tempo» si lamentò Grace sdraiandosi sul letto.
«Che ne dite di fare un gioco?» propose Faith.
«Un gioco del tipo nascondino?» domandò Andrew perplesso.
«No, sciocco, un gioco come "Obbligo o verità", "Hai mai...", "È un ... ma ..." e via dicendo» rispose scherzando Faith.
«Bello, io ci sto» esclamò Grace entusiasta, rimettendosi a sedere a gambe incrociate sul letto.
«Vada per Obbligo o verità» decise Edith, che tra le proposte della sorella conosceva solamente quella.
«Inizio io» disse Faith. «Scelgo Grace. Obbligo o verità?»
«Verità» rispose lei con nonchalance.
«Chi ti piace?» le chiese maliziosamente.
«Noah» rispose Grace, come se fosse scontato.
Faith rimase a dir poco sorpresa da quella risposta finché, seguendo lo sguardo di Grace, si accorse che dietro la finestra c'era nientemeno che Noah Harrison e, quindi, la risposta dell'amica era stata provocata dalla presenza del gemello e non aveva niente a che vedere con la domanda iniziale. Peccato...
Andrew mimò un qualcosa che significava più o meno "Ti vengo ad aprire"; poi, ritrovandoselo davanti, gli chiese, ancora sorpreso dalla sua apparizione: «Noah, che ci fai qui?»
«Potrei chiedere lo stesso a te» rispose lui, enigmatico come sempre.
Prima che Andrew potesse controbattere, Noah lo anticipò dicendo: «Non pensavo avessi programmi per stasera.»
Andrew aggirò la constatazione: «I miei programmi non ti riguardano.»
«I miei piani, invece, sono stati rovinati dal fatto che ti sei preso le chiavi. Eravamo rimasti noi due in camera, visto che Isaac e Richard erano già usciti. Quando ti ho detto che uscivo a prendere una boccata d'aria, non avevo idea che tu saresti uscito nel giro di cinque minuti, per di più prendendo le chiavi. Avrei voluto passare la serata a fissare il soffitto, ma ho trovato la porta chiusa, quindi ho deciso di venire a cercarti. Non sapevo dove trovarti, ma ho pensato che lei lo sapesse.» Pronunciando la parola "lei" rivolse uno sguardo sprezzante verso Grace. «Non immaginavo foste addirittura insieme.»
«Pensavo che una boccata d'aria fosse una metafora per intendere qualcos'altro» si giustificò Andrew, mentre sentiva il peso delle chiavi nella sua tasca.
«Non farti strane idee, quello che fa quel genere di cose è Alex. Ti ricordo che le mie labbra sono vergini» rispose Noah ridendo.
«Perdonami, Romeo, ma non ci tengo a conoscere la biografia delle tue labbra» lo schernì Grace, per poi ottenere un'occhiataccia dal diretto interessato.
Andrew recuperò le chiavi, per poi lanciarle a Noah. Quest'ultimo stava per uscire, quando una domanda insolita lo raggiunse: «Se ti va puoi restare con noi... oppure preferisci restare fedele ai tuoi vecchi piani?» gli propose Edith, ricordandosi la conversazione avuta con lui il giorno precedente.
«Penso che, per stavolta, potrei anche decidere di restare» rispose lui impreparato. Fece per sedersi, ma un'idea improvvisa gli attraversò la mente: «Che ne dite di uscire? Se Jeff beccasse due ragazzi in una stanza delle ragazze non so come reagirebbe, nonostante il coprifuoco non sia ancora scaduto...» disse, ammiccando in direzione di Andrew.
«Fuori fa freddo» si lamentò Faith, stringendosi nella felpa nera che l'avvolgeva come una farfalla nel suo bozzolo.
«Per tua fortuna, principessa, esistono i tavoli sotto i portici, che sono abbastanza riparati e, oltretutto, non c'è nessuno, perché sono tutti ai campi da gioco oppure nel bosco. E, se proprio avrai freddo, c'è qualcuno ben disposto a tenerti al caldo.»
«Noah, contieniti, per favore» mormorò Andrew arrossendo fino alle orecchie.
Noah ignorò l'amico ed esclamò: «Forza, tutti fuori.»
Chi più entusiasta chi meno, i ragazzi seguirono Noah al di fuori della capanna fino ai portici e Faith dovette ammettere, anche se a malincuore, che aveva ragione: non faceva freddo, o comunque non più di prima.
«Cosa stavate facendo prima che facessi la mia eclatante apparizione?» chiese Noah giocando con lo strappo dei jeans.
«Giocavamo ad obbligo o verità» rispose Edith
«E di chi era il turno?»
«In realtà avevamo appena iniziato» disse Faith, mentre le tornava alla mente la risposta controversa di Grace.
«Allora faccio io» decise Noah guardandosi intorno. «Andrew: obbligo o verità?»
«Obbligo» rispose lui.
«Ti obbligo a dare un bacio a Faith.»
Edith e Grace si scambiarono uno sguardo di stupore: allora perfino Noah Harrison si era accorto del legame tra Faith e Andrew.
Andrew si avvicinò lentamente al viso di Faith, domandandosi se fosse davvero il momento giusto per farlo. Ma, in cuor suo, sapeva che non lo era. Voleva che il secondo primo bacio della ragazza fosse speciale, non fatto per un semplice gioco. Sotto gli occhi di tutti, non poté fare a meno di avvicinarsi, ma una voce li interruppe: «Ehi, ragazzi!» A chiamarli era stata una ragazza dai lunghi capelli rossi, occhi verdi e lentiggini che tutti loro conoscevano.
Andrew si allontanò frettolosamente da Faith, ringraziando il cielo per quell'improvvisa comparsa.
«Qual buon vento ti porta?» chiese Edith, ma poi si accorse che non era sola. Dietro di lei due ragazzi chiacchieravano intensamente. Non appena si furono avvicinati riconobbe Alex, mentre si ricordava di aver già visto l'altro ragazzo, probabilmente a teatro, ma non ne ricordava il nome.
«Oh, Alex. Come mai qui?» esclamò Noah in direzione del fratello.
Il terzetto si avvicinò ai portici e Alex iniziò a spiegare come si fossero ritrovati insieme: «Io e George ci eravamo messi d'accordo per fare un giro tranquillo del campo. Questa settimana mi ha distrutto, non avevo voglia di fare qualcosa di troppo impegnativo con troppe persone. Mentre camminavamo abbiamo incontrato Marg-»
«Per favore, Alexander, chiamami solo Maggie» lo interruppe la ragazza dai capelli rossi, per poi continuare: «Io avevo in programma di trascorrere la serata ultimando la sceneggiatura, ma ho deciso di fare un giro all'aperto per trarne ispirazione. E caso vuole che abbia incontrato loro.»
«E caso vuole che voi abbiate incontrato noi» osservò Edith. Dopo qualche secondo, quest'ultima domandò: «Che dite di rendere questa serata indimenticabile?»
«E che indimenticabile sia!» si unì Alex. «Cos'hai in mente?»

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