«Bene» esordì Jeff, placando il crescente mormorio che si stava innalzando dalla folla. «Ora che sapete in che squadra vi toccherà stare per le tre settimane a venire, possiamo dare ufficialmente inizio al Wilson Camp. Come prima attività ho pensato ad un piccolo gioco per conoscervi. Visto che non voglio annoiarvi ulteriormente, vi consiglio di dirigervi verso i vostri educatori, che si premureranno di spiegarvi questa prima ma emozionante attività. Per riconoscere gli educatori della vostra squadra, basterà guardare il colore della bandiera che tengono in mano.»
«Ma è ovvio!» gridò qualcuno.
«In teoria sì, ma ci tenevo a precisarlo, in caso qualcuno non ci arrivasse.»
Alex rise mentalmente a quella battuta. Non sapeva spiegarsi il motivo, ma Jeff gli era sembrato un tipo simpatico fin da subito: gli piaceva il modo in cui cercava di rapportarsi agli adolescenti, che erano già di loro delle creature indecifrabili; chissà come potevano diventare ad un campo estivo!
Vedendo che Noah non accennava a ricomparire, Alex pensò che la decisione più saggia fosse dare ascolto a Jeff e dirigersi verso l'educatore (anzi, l'educatrice) dalla bandiera verde. Lei si presentò subito come Elaine e Alex pensò che era una ragazza davvero carina: aveva lunghi capelli color miele raccolti in una coda di cavallo e un sorriso che le attraversava la faccia.
«Bene, cominciamo!» annunciò lei raggiante, mentre gli ultimi componenti della squadra raggiungevano il punto di ritrovo. Dopo aver fatto un veloce appello, Elaine iniziò a spiegare come si sarebbe svolta la loro prima attività al campo.
Sarebbero stati divisi in due cerchi, uno interno e uno esterno. I ragazzi appartenenti al cerchio interno avrebbero avuto davanti un compagno di squadra, al quale avrebbero dovuto porre tre domande. Finito con il primo compagno, il cerchio interno sarebbe girato in modo da cambiare persona e così via.
"Originale" pensò Alex.
«Avete domande?» chiese Elaine.
«Ma scegliamo noi in che cerchio stare?» domandò una ragazza occhialuta che Alex non conosceva.
«Assolutamente no, che divertimento ci sarebbe altrimenti?» ribatté l'educatrice.
Dopo aver diviso a casaccio i due cerchi, l'attività ebbe finalmente inizio. Alex era finito nel cerchio interno, ma non gli cambiava più di tanto.
Come primo "accoppiamento" si trovò davanti una ragazza pesantemente truccata, con un sorriso palesemente falso. «Ehi, come ti chiami?» domandò Alex controvoglia. «Brittany, ma stai tranquillo, tu puoi chiamarmi tranquillamente Brit» cinguettò lei. «Tu come ti chiami?»
«Alex» rispose. «Oh, che bel nome!» miagolò lei. «Se lo dici tu... prossima domanda: perché sei a questo campo?»
«Io? Sai, mi piace fare nuove esperienze...» Alex da un lato aveva il forte impulso di schiaffeggiarla, ma dall'altro, guardandola bene, si accorse che era proprio una bella ragazza, quindi decise di stare al suo gioco: «Dici davvero? Per me è la stessa cosa!»
«Non ci credo!» esclamò Brit, mentre insinuava una mano tra i capelli di Alex. «Ultima domanda... lo so, sarebbe stato bellissimo poter parlare più a lungo. Allora, quali sono i tuoi hobby e le tue passioni?»
«Fammici pensare... amo viaggiare, uscire con i miei amici, andare a fare shopping e parlare con ragazzi belli come te...»
«Così mi metti in imbarazzo, Brit... adesso ci dobbiamo salutare, però.»
«Non sarà un addio» mormorò lei mentre il cerchio girava.
Questa volta ad Alex capitò davanti un ragazzo, pressappoco della sua altezza, se non leggermente più alto. Aveva l'aria di uno un po' timido, perché intrecciava nervosamente le dita delle mani. «Ehi... come ti chiami?» gli chiese Alex facendolo leggermente sussultare.
«Ehm... George» mormorò lui
«Ciao ehm-George, io sono Alex» rispose l'altro, riuscendo ad ottenere un accenno di sorriso da parte di George. «Perché hai deciso di venire a questo campo?» domandò Alex. George ci pensò un attimo, poi disse, con la voce che tremava e le mani che si attorcigliavano sempre di più: «Ehm... era la mia unica opzione. I miei sono separati e dovevo scegliere con chi dei due stare... ho preferito non andare da nessuno e venire qui... c'è anche una mia amica.»
«Ah» rispose Alex. «Non so che dire. Io invece sono venuto qui perchè me l'hanno proposto i miei nonni... ma, in confronto alla tua motivazione, la mia è di una superficialità assurda» rispose Alex, decidendo di essere sincero con lui, al contrario di quanto aveva fatto con Brit.
«Grazie» disse George.
«Ultima domanda: hai hobby o passioni?» chiese Alex.
«La musica jazz» sussurrò George a fior di labbra.
«Davvero?» chiese Alex sbalordito.
«Sì, lo so che è strano, è che...» cercò di giustificarsi
«Ma no, intendo, è pazzesco! Anche io adoro la musica jazz!»
«Bene ragazzi, fate cambio!» ordinò Elaine.
«Ehm... ci si vede in giro?»
«Certo! Ci si vede in giro» rispose Alex.
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Intrecci di stelle
Teen FictionSotto il cielo stellato della prima sera al Wilson Camp, Faith e Andrew si incontrano. Da lì tutto cambia, perché questa non è solo la storia di Faith e Andrew. Infatti, da quel semplice e casuale incontro, si creerà una serie di amicizie, molte nat...