Dopo l'annuncio della sua vittoria, la squadra blu era scoppiata in rumorosi e intensi festeggiamenti, che comprendevano grida, persone che venivano prese a spalle da altre, piccoli cori improvvisati e tutto quello che poteva contribuire a creare caos.
Jeff, rendendosi conto della situazione, cercò di calmare gli animi dando le ultime informazioni utili per la serata: «Come ho detto prima, avete la serata libera, ma mi raccomando di non fare troppo tardi, le valigie con si fanno certamente da sole.»
Quasi nessuno prestò attenzione alle sue parole, alcuni troppo presi dal trascorrere quell'ultima notte insieme, altri ormai dispersi nei luoghi più disparati del campo.
«Andiamo nel bosco, nel nostro posto» disse Edith agli altri, dando gli ultimi abbracci ai suoi compagni di squadra, prima di sparire tra gli alberi e raggiungere i suoi amici.
Quasi tutti erano andati nelle camere, sotto i portici o ai campi da gioco, ma loro avevano deciso di andare un'ultima volta in quello che era diventato "il loro posto": quel piccolo spazio di bosco circondato da alberi.
Quando furono lì, nessuno trovava il coraggio di proferire parola. Si guardavano tutti negli occhi, quegli stessi occhi che si erano trovati quella ormai lontana sera di tre settimane prima.
La prima a trovare qualcosa da dire fu Edith che, facendo un passo avanti in quel cerchio che si era andato a creare, disse solamente due parole: «Mi mancherete.»
Li guardò tutti, uno ad uno, poi continuò: «Non ho mai conosciuto delle persone come voi, delle persone con cui mi sento al sicuro, con cui posso essere me stessa senza filtri, con cui ridere e scherzare, ma anche su cui posso contare nei momenti bui. Ragazzi, in queste tre settimane siete diventati un po' come la mia seconda famiglia, non so come farò a tornare alla mia vita senza di voi. Siete parte fondamentale di me, non so più cosa sono senza voi accanto. So che sono drammatica, forse anche troppo, ma lo penso davvero.»
Le parole di Edith avevano fatto breccia nel cuore di tutti, inducendo Maggie a proporre, per sdrammatizzare: «Abbraccio di gruppo?»
A quella richiesta si riunirono tutti, abbracciandosi l'un l'altro. Tutti eccetto Noah, che era rimasto fuori, appoggiato al tronco di un albero. Grace se ne accorse e si staccò dal gruppo per raggiungerlo, invitandolo a unirsi: «Che fai tutto da solo?»
Lui la guardò e rispose: «Adesso non sono più solo» prima di avvicinarsi a lei per darle un lieve bacio sulla fronte.
Fu un gesto spontaneo, che nessuno degli altri notò a parte Alex, il quale si avvicinò ai due, puntando il dito verso suo fratello. «Noah Harrison» lo accusò fingendosi serio: «hai molte cose da raccontarmi.»
Prendendo la mano di Grace, nonostante ormai li guardassero tutti, replicò in direzione di Alex: «Beh, tu non sei da meno.»
Alex e George si guardarono: Noah sapeva sempre tutto, c'era da aspettarselo. La sua affermazione rimase lì, nessuno se ne curò più di tanto, poiché gli occhi di tutti erano su Noah e Grace: per Alex non era ancora il momento di dire tutta la verità, stavolta preferiva lasciare i riflettori al fratello.
«Mi sa che qui ci sono delle questioni in sospeso» osservò Andrew, lanciando uno sguardo prima in direzione del suo compagno di stanza, poi verso la sua migliore amica.
«Penso proprio di sì» concordò Grace, prima di mettersi seduta, seguita da Noah.
E così tutti si sedettero, rivelando quelli che erano stati gli ultimi avvenimenti, o almeno una parte. Quando Noah e Grace ammisero di stare insieme, Faith se ne uscì dicendo «Era ora, pensavo non sarebbe mai successo» e tutti si misero a ridere.
La serata continuò tranquillamente, tra risate e lacrime di nostalgia.
Quando ormai nel cielo si vedevano chiaramente le stelle, Faith vide che Andrew si era appartato, posizionandosi accanto ad un albero. Lasciò da parte gli altri e si avvicinò a lui. «Se non ci fossimo incontrati quella sera, dove pensi che saremmo adesso?»
«Io penso che saremmo nello stesso identico posto, perché se qualcosa deve succedere succede, non importa come.»
Andrew le strinse la vita con un braccio e rimasero lì a guardare le stelle. Quelle stelle che li avevano visti incontrarsi, conoscersi e innamorarsi.
Se qualcuno li avesse visti da fuori, non avrebbe visto altro che due ragazzi che guardavano insieme le stelle. Ma erano ben più di questo: due persone che prima erano separate, ma avevano deciso di incrociare le loro vite per farne una sola.
Perché la vita è anche questo: una strada dove incontriamo tante persone, sulla quale noi possiamo scegliere se fermarci oppure no; ma ci sono delle persone con cui stringiamo un legame talmente forte da rimanere nonostante andiamo avanti. Questo erano Faith e Andrew, ma non solo loro: Grace, Edith, Noah, Alex, Maggie e George.
Erano un legame, un intreccio nato per caso sotto le stelle.
In breve, non erano altro che un intreccio di stelle; ma questo, chi guardava da fuori, non l'avrebbe mai capito.
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Intrecci di stelle
Teen FictionSotto il cielo stellato della prima sera al Wilson Camp, Faith e Andrew si incontrano. Da lì tutto cambia, perché questa non è solo la storia di Faith e Andrew. Infatti, da quel semplice e casuale incontro, si creerà una serie di amicizie, molte nat...