28: Amiche.

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EMANUELA'S POV

Entrai in casa angosciata al massimo, avevo un buco al petto che nessuno poteva capire, non volevo mangiare né nulla, salutai mamma e lei non si preoccupò neanche di chiedersi dov'ero andata o chi era quel tizio fuori casa, forse si era già immaginata tutto e sapeva che io le avrei risposto male se mi chiedeva qualcosa. Uscii fuori al balcone, aprii il mio pacchetto di Marlboro Rosse e iniziai a fumarne una, ascoltando l'album "Autodistruzione" di Luca J. Appoggiai la testa al muro e scivolai a terra, volevo essere lasciata in pace a vita, a fine della prima canzone finii la sigaretta e all'inizio della seconda ne accesi un'altra e feci così fino alla fine dell'album, cercavo di eludere quella vita e iniziò a girarmi la testa. Potevo contattarlo, ma non mi interessava, volevo essere lasciata in pace, anche da lui, causa di quel dolore che non se ne andava, cercai di alzarmi e barcollando dal mal di testa caddi diretta sul letto. Non avevo le forze di fare nulla, neanche di perdere un po' di tempo su qualche social network, né di dire alle mie amiche che ero viva. Decisi di mettere l'album "Penisola che non c'è" di Fedez per riprendermi un po', ma non fece effetto, in altre situazioni avrei messo un album di Low o Mostro, ma se li mettevo sarebbe andata anche peggio. Guardavo il soffitto con la testa altrove, dove non sapevo, non pensavo a nulla, il nero e le cose non sarebbero cambiate neanche con una battuta deficiente di Ester. Erano appena le 21 e decisi di addormentarmi senza neanche togliermi la maglia di Giulio che avevo ancora addosso, mentre lui aveva ancora i miei vestiti nella sua valigia.
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Venni svegliata dal mio telefono che vibrava sotto al cuscino, risposi senza neanche guardare chi era.
Io: pronto?
Ele: che morte hai fatto?
Io: sono a casa, Giulio è partito per Roma.
Ele: immagino come stai, alza il culo e vieni a casa, usciamo un po', magari ti riprendi.
Staccò la chiamata, non voleva un 'no' come risposta, così mi alzai e andai dritta sotto la doccia. Mi vestii con la maglia di Giulio, un pantaloncino e le mie Air Force bianche.
Sotto casa di Elena c'era lei che mi aspettava con 20€ in mano.
Ele: che ti piaccia o no ora andiamo a bere, si, di prima mattina.
Io: ti amo.
Non potevo chiedere amiche migliori in tutta la mia vita, le avevo trascurate in questi ultimi giorni, ma mi capivano e il bene rimaneva lo stesso. In macchina mise delle canzoni house e iniziò a ballare, questa era vita, mi fece dimenticare tutto il dolore senza neanche bere. Andammo al solito bar e ordinammo 3 drink a testa e pagò tutto lei, uscimmo dal bar e con il sole in testa fece subito effetto l'alcool, iniziammo a ridere senza neanche un perché e ci sdraiammo a terra incuranti della gente che ci guardava male e ci indicava. Il telefono iniziò a suonare in tasca.
Ele: sarà ester rispondi ahahah
Risposi e il silenzio dall'altro lato del telefono mi fece capire che non era Ester.
Io: pronto?
Giu: manu?
Io: chi sei?
Giu: sono Giulio, tutto bene?
Io: ah giulio ahahah si tutto bene.
Giu: hai bevuto a quest'ora.
Io: il perché sei tu dovresti saperlo.
La mia sincerità iniziò a uscire fuori e non riuscivo a fermarla.
Giu: io...piccola non devi.
Io: ora sei a Roma, non preoccuparti più di me. Fai come se non ci fossimo mai conosciuti, tanto tornerai solo per i concerti qui a Napoli.
Giu: vado a ordinare ora il volo per venire appena dopo il concerto, Manu io ti amo e non mi interessa dove sono, tu sei mia.
Io:....ti amo anche io. Ora devo staccare ciao.
Staccai senza avere una risposta da lui e corsi ad abbracciare ad Elena, lei capì nonostante l'alcool e mi strinse forte.
Ele: se non funziona l'alcool allora sei nella merda.
Io: lo so, ma alzare la testa e andare avanti.
Ele: ma non ti ha lasciata cazzo, ma sei stronza? Andare avanti cosa?
La mia risposta fu il silenzio più totale e iniziammo a camminare. Passammo tutta la giornata a girare per la città a parlare e ridere senza preoccuparci di nulla. La sera iniziò a calare e una notifica su Instagram fece squillare il telefono "Lowlownsp ha appena aggiunto una nuova foto" andai subito a vedere e c'era lui assieme ad una ragazza ad un aperitivo. Le gambe iniziarono a tremare e caddi su di una panchina, ma quella che provavo era apatia pura, anche il mio cuore era troppo rotto per rompersi ancora di più, volevo solo che mi lasciasse in pace per sempre. Mi alzai a testa alta e la faccia di una persona che cerca di capire cosa fosse successo di Elena mi fece ridere così riiniziammo a camminare finché non ci trovammo Lisa di faccia che ci corse incontro per abbracciarci.
Lisa: non si usa chiamare se scendete vero?
Io: scusa è colpa mia, volevo stare un po' sola con Elena.
Ele: l'ho obbligata io a scendere.
Lisa: cos'è successo?
Ele: mister dio del rap è tornato a Roma.
Io: eh si.
Abbassai la testa e Lisa mi abbracciò, ma non avevano capito che ora era tornato tutto nella norma, lui aveva trovato un'altra ragazza e io ero tornata alla mia vita, almeno cercavo di tornarci. Girammo per tutte le strade fino all'una, guardai l'orario dopo uno dei miei sbadigli e salutai le ragazze con un forte abbraccio.
Io: grazie ragazze senza di voi sarei persa, alla prossima.
Ele: a domani ovvero.
Ci scappò una risata e io tornai a casa mettendo "alla deriva" di Lowlow cercando di dimenticare tutto, doveva tornare tutto nella normalità e dovevo iniziare mettendo le sue canzoni come era solito ogni giorno. Arrivai a casa, presi il telefono e trovai un suo messaggio.
Giu: vai su skype.
Visualizzai e non risposi, se voleva vedere un sorriso poteva vedere anche quello di quella ragazza, non doveva pensarmi solo quando gli andava comodo e ora doveva dimenticarmi.

-continua-

Beautiful disaster || LOWLOWDove le storie prendono vita. Scoprilo ora