54: Incomprensioni

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GIULIO'S POV

Mi svegliai e di nuovo non trovai Ema al mio fianco, guardai la sveglia digitale e segnava le 8.03. Mi alzai dal letto e mi stiracchiai prima di risentire ogni singolo muscolo e qualche osso far rumore, andai a passi lenti verso la mia camera per sciacquarmi la faccia e vestirmi in meno di 10 minuti, quando notai di non aver visto Ema da nessuna parte, così presi il telefono e digitai il suo numero il più in fretta possibile per la stanchezza che avevo addosso.
X: pronto?
Io: Ema?
X: no, non sono Ema, sono un suo amico.
Io:chi?
X: nessuno che conosci.
Io:...dov'è Ema?
X: è qui al mio fianco, mentre stiamo abbracciati.
Io: passami emanuela.
Non sapevo se incazzarmi o preoccuparmi per chi era quel ragazzo poiché pochi giorni prima aveva chiamato il suo ex quasi minacciandola.
Ema: giu?
Io: dove cazzo sei? Chi è quello? Lo uccido.
Ema: ei calmo, a sto ragazzo tu gli devi un piacere.
Io: ma io non devo piaceri a un cazzo di nessuno, dove state?
Ema: sugli scogli.
Staccai la chiamata incazzato nero, io? Piaceri a qualcuno? Davvero mi stava prendendo in giro quella ragazzina?
Mi andai a mettere le scarpe e notai che le Cinzia Araia non c'erano, pensai che le avesse indossate Ema così presi un paio di Jordan e scesi diretto verso gli scogli e dopo neanche 1 minuto mi ritrovai la scena di Ema di fronte a questo ragazzo mentre parlavano. Bussai la spalla e lei senza voltarsi mi presentò questo certo Federico, il tizio che mi ero spacciato di essere per contattarla, come ero incazzato in quel momento stavo pensando a chi me l'avesse fatto fare, quella ragazzina mi stava facendo perdere la testa, a sbattermi dalla mattina alla sera e lei che quasi se ne fregava, si comportava davvero come se io fossi nessuno, io che stavo lottando per far ricordare il mio nome, ok, era bello avere una ragazza che ti ama per quello che sei e non per il tuo nome, ma cazzo abbi rispetto.
Io: preferivi che non ti contattavo?
Sputai con abbastanza rabbia da farle abbassare lo sguardo appena mi guardò.
Ema: fai poco lo sprucido.
Anche quello dovevo sentirmi dire, in quel momento me ne sarei andato, ma la rabbia che avevo doveva essere cacciata. Mentre pensavo a come farle una ramanzina di quelle da farle di ricordare Ema si alzò e mi trovai il suo petto contro il mio, in quel momento mi sentii pervaso da una calma assurda, ma Ema era strana, non riusciva a reggere il mio sguardo, quella ragazzina mi stava facendo uscire pazzo, stavo facendo di tutto per lei e lei lo apprezzava per così poco tempo che sembrava quasi schifare ciò che facevo, eppure dava un senso a tutto ciò che facevo. Ad un certo punto si fece un passo indietro salutò Federico e se ne andò quasi come se stesse scappando. La guardai andarsene senza riuscire a muovere un dito.
Federico: ei che fai? Non la segui?
Io:..non..ci riesco..
Fede: ma che stai dicendo?
Io: se vado ora immagino mi mandi a fanculo eppure non so perché immagino sia così.
Fede: Ema pensa che tutto ciò che sta succedendo tra voi due sia solo una cosa per soddisfare i bisogni forse di entrambi.
Io: perché te l'ha detto?
Fede: perché ero sorpreso dal fatto che sia lei a stare al tuo fianco..
Io: e perché? Pensi non sia perfetta?
Intanto mentre dicevo tutto ciò il mio corpo era ancora immobilizzato da quella sensazione di averla unita a me come fosse la prima volta e il mio sguardo era perso nella direzione in cui era andata Ema mentre la mia testa era tra le nuvole, non collegavo la bocca al cervello.
Fede: no non dico questo, dico appunto come tu avessi notato proprio lei tra 28382 di loro.
Io: mi ha colpito dal momento in cui l'ho vista fuori a quel locale.
Fede: gliel'hai fatto capire?
Io: sto perdendo la testa per farglielo capire.
Federico in quel momento si alzò e io scossi la testa finalmente collegando tutta la situazione creata.
Io: ma poi perché ne sto parlando con te?
Lo guardai male e lui preso alla sprovvista rimase di stucco cosí girai i tacchi e andai dove era andata Ema.
Il mio cervello era pieno di pensieri, che mi stava succedendo? Che ci stava succedendo? Sembrava come ricominciato tutto d'accapo in uno schiocco di dita. Quella ragazza bassina, dal taglio strano e dagli occhi profondi come il mare e scuri come l'oblio totale continuava però ad attirarmi, quando la guardavo non le guardavo le forme del corpo, ma gli occhi e quelle sue perfette labbra mentre si curvavano in uno splendido sorriso con tanto di fossette. Non lo volevo accettare, ma ormai era fatta, non l'avrei lasciata facilmente e ora volevo capire cosa le era preso, perché sembrava di nuovo una normale mia fan che mi trovava avanti e quindi emozionata tanto da non riuscire ad aprire bocca. Mentre il mio cervello cercava di dare un senso a tutto quello che stava succedendo notai delle Cinzia Araia nere ferme a qualche passo da me, una appoggiata al muro e l'altra al marciapiede, alzai lo sguardo e viddi Ema mentre fumava con lo sguardo perso nella pianta che aveva di fronte, i suoi occhi erano vitrei, non facevano uscire neanche un'emozione, poi si girò verso di me e il suo sguardo si addolcì mentre diventò rossa e abbassò di nuovo lo sguardo.

-continua-

P.S.: A quanto pare anche Giulio ha qualche incomprensione, anche lui ha la sensazione di aver ricominciato tutto d'accapo con Ema, ma a quanto pare l'attrazione non è cambiata.
Ho continuato il capitolo precedente per aver raggiunto 26.000 visualizzazioni, grazie mille a tutti, spero vi stia piacendo. Ma questo capitolo lo continuo come sempre dopo le 100 visualizzazioni ;)

Beautiful disaster || LOWLOWDove le storie prendono vita. Scoprilo ora