Capitolo trentaquattresimo

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-Buongiorno Sara! Che fai?- la voce entusiasta di Lisa mi raggiunse mentre attraversavo il corridoio per andare in consiglio.

-Porto questi in consiglio- le risposi indicando la numerosa quantità di fogli che avevo in grembo.

Annuì per poi sorridere.

-Anna dice che siamo manna dal cielo ritardata. Io sinceramente preferisco che sia così perchè se fossimo arrivate prima saremmo state cariche di lavoro a causa dei preparativi per la festa- rivelò.

Annuii -In più le vacanze di Natale per stacco ci consentiranno di pensare a delle attività da fare e prepararci per San Valentino!- continuò felice.

Le lanciai un'occhiata perplessa.

-Ah, sono così felice e pensa che le cheerleader si sono limitate a lanciarci occhiatacce a distanza! Credo che Sullivan le intimorisca!- ok, non sta affatto bene.

-Tutto ok?- chiesi voltandomi leggermente verso di lei.

Si fermò e mi fissò confusa.

-Sì, perché?- chiese con aria perplessa.

Scossi la testa affrettando il passo.

-Oggi rimani fino a tardi per preparare la sala da ballo?- chiese raggiungendomi.

-Sono obbligata- borbottai.

Lisa ridacchiò -Dai, non dire così! Non finiremo così tardi e ci sono anche dei volontari che ci aiuteranno! In più dobbiamo essere ben riposate per domani quindi non torneremo tardi-

-Ci prepariamo da me?- chiese.

-Potete venire a casa mia se volete- mormorai pensando alla proposta di mia madre quando ha saputo del ballo.

Il silenzio che seguì doveva essere tecnicamente riempito da una sua risposta che però non arrivò.

Mi voltai verso di lei e la ritrovai a bocca e occhi spalancati.

Alzai un sopracciglio scuotendola leggermente.

-Eh?- si riprese -Ah, uhm, ok, grazie cioè, oddio! A domani anzi a dopo! Vado a dirlo alle altre- detto questo scappò via.

Ok...?

Feci le spallucce entrando in consiglio.

-Sara!- esclamò qualcuno abbracciandomi.

Si staccò poi da me guardandomi con un sorrisone simile a quello di Lisa.

Annalisa Pierucci, o Anna come vuole essere chiamata.

Capelli biondo fragola e occhi nocciola.

La fotocopia di Lisa solo che i suoi capelli erano lunghi fino alla vita e ne andava piuttosto fiera.

Certo potevano essere fastidiosi, ma era abituata.

-Gli appunti che volevate- interruppi il mio flusso di pensieri porgendole i quaderni.

-Oh, grazie! Mi servivano!- e se andò immergendosi completamente nel lavoro.

-Fa sempre così, ma ti ci abituerai- mi consolò Eva Cardyn.

Annuii con la testa osservandola un minuto di più.

Era la sorella gemella di Evan Cardyn.

Molte volte, come ora, mi incantavo a fissare quei incredibili occhi color carbone che a parer mio erano favolosi.

Mai come quelli di Kyle però.

Mi riscossi scuotendo la testa.

-A voi ha invitato qualcuno?- chiese Eva.

GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONODove le storie prendono vita. Scoprilo ora