-Quindi sei davvero convinto di questo tuo piano?- chiese Laura sorseggiando una bibita.
Mi passai una mano tra i capelli.
No, per niente.
Evitai di sottolinearlo.
-Puoi anche andare se vuoi. Nessuno ci sta guardando- le dissi ignorando sua domanda.
Ho bisogno di spazio.
Tanto quanto ho bisogno che sia riempito.
Da delle certe persone...
Sbuffò -Hai ragione. Non voglio stare con un perdente come te- mi fece l'occhiolino.
Alzai gli occhi al cielo.
Infondo ha ragione.
Togliendo l'infondo.
Sospirai pesantemente fissando una invitante bottiglia di vodka.
Non mi voglio ubriacare anche perchè non ho mai bevuto.
A parte una volta da piccolo per sbaglio.
Ma non conosco altro modo per far tacere i pensieri che mi perseguitano.
Senza lasciarmi modo di respirare.
Odio questa situazione eppure è solo l'inizio.
Non ricordo nemmeno perché sono venuto qui.
Per cercare di distrarmi, ma provo solo una profonda repulsione verso tutto ciò.
C'è troppa gente.
Devo andarmene.
Non voglio restare qui.
Non so nemmeno come uscire.
La vibrazione del mio telefono per terra mi distrasse.
Come ci è finito lì sotto?
Deve essermi caduto.
Nemmeno di quello mi sono accorto.
Mi allungai verso terra dal bancone della cucina piena di drink vari.
Dylan?
-Che vuoi?- accettai la chiamata.
-Non parlarmi così stronzo- ribatté.
Ormai è il mio nuovo nome.
Ci hanno proprio azzeccato.
-Nemmeno io sono d'accordo con quello che stai facendo, sappilo. Comunque ho nuove informazioni su quel tipo. Domani vieni. Ci serve un piano-
-Grazie- bisbigliai.
Udii un pesante sospiro dall'altra parte del telefono.
-Non mi ringraziare. Non saremo in questa situazione se non fosse per colpa della tua testa calda-
E riattaccò.
Hanno tutti ragione, ma la faccenda è più complicata di quello che sembra.
Ma questo lo so solo io.
Un altro peso da portare.
Ma li devo proteggere.
Tutti loro.
Non posso appoggiarmi a loro per sempre.
D'ora in poi sarò io ad aiutarli e soprattutto proteggerli.
Anche usando il modo più sbagliato possibile.
Di una cosa, però, sono certo.
Mi odieranno.
-Dove sei stato?- chiusi la orta d'ingresso alle mie spalle.
-Festa- lasciai un bacio sulla fronte di Gloria.
-Non hai scuola domani?- mi versai un bicchiere d' acqua.
-Sì e quindi? Da quando vai alle feste?- evitò la mia domanda.
-Dovresti andare a dormire.-
-Tra un po', deve finire il film. Allora?- non demorse.
-Non avevo niente da fare e quindi sono andato- feci le spallucce.
Non è una bugia, ma neanche tutta la verità.
-E le feste di solito finisco a st'ora?-
-No, ma non ne avevo più voglia- sbuffai.
-E perché andarci in primo luogo?-
Oddio.
-Non lo so- scappai in camera.
Mi rifugiai in bagno riflettendo sotto il getto d'acqua.
Dopo essermi asciugato, misi un pigiama e mi buttai a letto.
Non ne posso più.
Non addormentai prima delle tre.
Altra notte insonne.
-Oggi interroga, hai studiato?- chiese Laura.
Scossi leggermente la testa.
Sbuffò pizzicandomi il braccio con le sue unghie affilate.
-Vaffanculizzati- ringhiai.
Che razza di arma è?
Sbatté i suoi occhioni da gatta sorridendo.
-Ci stanno guardando- sibilò.
Le arruffai i capelli.
Mi ricorda mia sorella.
-Eiiii, i capelli no!- prese uno specchietto e pettine per sistemarli.
Che tragica.
Sospirai.
Di occhioni ne vorrei solo un paio per prendermici dentro.
Due smeraldi che luccicavano a contatto con i miei.
Peccato sia io l'artefice del loro allontanamento.
-Dopo vado da Dylan- risbuffai.
-E quindi?- disse acida.
-Ti stavo solo avvisando-
-Dopo vai agli allenamenti?- mi ignorò.
È da una settimana e alcuni giorni che non ci vado.
Non ho nemmeno avvisato Sullivan.
Oddio.
Ed ho consegnato le mie dimissioni.
Non volevo essere d'intralcio alla squadra.
Avrei creato solo tensioni inutili.
-Puoi farmi un favore?- le chiesi.
-Quanti favori vuoi chiedermi ancora?-
-Lascia perdere- mormorai.
Mi fissò attentamente -Meglio- e mi ignorò per il resto dell'ora.
Giuro di non essermi mai sentito così solo in vita mia.
Sono abituato ad avere molta gente intorno e anche quando solo avevo dei modi per riempire quello spazio.
Adesso invece...
Sospirai.
Posai il mento sulle braccia incrociate sul banco.
Creai una sorta di barriera con i miei molto cresciuti capelli e sbirciai nella direzione degli altri.
Ormai un nostro compagno ha occupato il posto in origine mio.
Vicino a Davide.
Restai a fissarlo per il resto dell'ora.
E' solo l'inizio...
..., ma già mi mancano.
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Ho finito questo capitolo!
Spero vi sia piaciuto e mettete una stellina!
Ciaoooooooooooooooooooo!
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GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONO
Romantizm"Gli opposti si attraggono?" un proverbio ormai noto a molti di noi. Questa storia parla di un ragazzo e una ragazza, che a prima vista non sembrano avere qualcosa in comune, ma poi chissà...essendo così diversi ci sarà una calamita che li attrae!