Austen si era assentato per qualche minuto per effettuare quelle telefonate delle quali mi aveva parlato. Io, con la curiosità che si alzava di minuto in minuto, avevo inviato un messaggio a Luna ed Elton. Gli scrissi dell'adozione e di come mi fossi sentita, e loro sono stati entrambi molto comprensivi. Luna mi aveva perfino chiesto se avessi voluto andare a stare da lei per un po', ma declinai l'offerta. Non volevo pesare sui miei amici, già il fatto che Austen mi avesse ospitata in questi due giorni era troppo. Mi sentivo un vero peso, ma non volevo dirglielo.
Elton mi mandò un vocale e il suo tono era diverso da quello scherzoso che usava solitamente. Mi disse che gli dispiaceva per come io stessi e che per qualsiasi cosa lui e Luna ci sarebbero sempre stati.
Avevo degli amici fantastici. Mi sentivo in colpa a non dire tutta la verità a nessuno dei tre, ma tutto avrebbe avuto un suo tempo.
Controllai velocemente il cellulare: nessuna notizia di papà. Niente. Iniziai seriamente a preoccuparmi. Decisi di scrivergli un altro messaggio.
Io: Ciao.. è tutto okay? Mi sto preoccupando, rispondimi appena puoi.
Sbuffai. Era strano che non si fosse ancora fatto sentire. Certo, l'indomani sarei tornata a casa, però dopo quella telefonata sapevo che qualcosa non andasse. Se si fosse fatto male? Se avesse provato a togliersi la vita? Se lei gli avesse messo le mani addosso?
Basta Anna, basta, smettila di pensarci.
Presi un lungo respiro e chiusi gli occhi. Dovevo stare tranquilla, se no sarebbe tutto sfociato in qualcosa di brutto.
- Allora, eccomi - disse Austen entrando all'improvviso, facendomi sobbalzare.
- Oh, scusa - disse imbarazzato, consapevole di avermi leggermente spaventata.
- Tranquillo - risposi, cercando di non farlo sentire a disagio. Ero talmente assorta nei miei pensieri che probabilmente mi ero incantata a guardare il vuoto, il fatto che fosse entrato mi aveva solo ridestata da quello che stavo pensando.
Si sedette vicino a me sul letto.
- Stasera usciamo in città - annunciò con un sorriso.
- Hai bisogno di distrarti un po', e ti ho organizzato una sorpresa - disse.
- Una sorpresa? -
- Già. E non discutere! - mi ammonì in tono scherzoso. Risi ed annuii. Mi avrebbe fatto bene staccare un po' da tutta questa situazione che si era creata, e non vedevo l'ora di sapere che cosa avesse organizzato Austen per quella sera.
Verso le 7:00 p.m. iniziammo a prepararci.
Facemmo entrambi una doccia, io nel bagno in camera di Austen e lui in quello per gli ospiti. Avrei voluto che lui utilizzasse quello in camera sua e io l'altro, ma non aveva voluto sentire ragioni. Fatto sta che lui impiegò meno tempo di me, e quando tornai in camera in accappatoio lo trovai già vestito. Indossava una camicia nera e dei jeans color beige abbinati a delle All Star del medesimo colore della camicia.
- Oh.. io non ho dei vestiti così eleganti - dissi, non riuscendo a distogliere lo sguardo dalla sua figura.
Anna, okay che ti piace, anzi ti piace tanto, ma così lo metterai a disagio se continuerai a fissarlo!
- Tranquilla, ho qualcosa per te - disse con sguardo furbo. Si diresse verso l'armadio, e tirò fuori una gruccia. Sopra vi erano appesi una camicetta, dello stesso colore della sua, con un leggero sbuffo che dall'altezza del colletto arrivava quasi fino alla fine, e dei pantaloni beige ma leggermente più chiari dei suoi.
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Ciò che gli occhi non vedono
Teen FictionLondra, 2017. Anna ha 17 anni e nella sua vita ne ha passate veramente tante. Proveniente da una famiglia dove suo padre e sua madre infliggono violenze su di lei ogni volta che ne hanno la minima possibilità, inizia a sviluppare una corazza che la...