Cazzo, cazzo, cazzo. Non ci voleva, non doveva succedere.
I miei occhi si riempirono di lacrime per il nervoso e il ronzio si era fatto più forte.
- C.. cocaina? - chiesi balbettando. Avevo sperato dentro di me che le sostanze che mio padre avesse assunto la notte dell'incidente non si potessero trovare all'interno delle analisi, ma evidentemente ciò non era accaduto.
- Sì.. e dato che è una sostanza illegale, ci siamo chiesti come potrebbe essersela procurata - continuò Morrison.
Non sapevo cosa dire. Non potevo dirgli la verità, ovvero che ne fosse dipendente e che mia madre alimentasse la sua bruttissima abitudine.
- Non so veramente come sia potuto accadere.. - riuscii a dire.
Il dottore si avvicinò con la sedia verso di me.
- Ne sei sicura? -
- Io non so come quella roba sia finita nell'organismo di mio padre.. non ero nemmeno a casa durante la notte dell'incidente - spiegai, sempre con voce tremante.
- Sai per caso se qualcuno nella tua famiglia fa uso di sostanze come questa? -
- No, non lo so.. -
Lui annuì.
- Te lo chiedo perchè dovremmo informare la polizia quando succedono queste cose, però prima volevo parlarne con te. Domani chiederò direttamente a tuo padre su tutta questa storia, è evidente che tu non sei a conoscenza di ciò che potrebbe essere accaduto - mi disse, abbozzando un leggero sorriso.
Annuii, e poi Morrison mi congedò.
- Ah, Anna.. - mi richiamò. Mi voltai.
- Abbiamo anche trovato un altro problema.. abbiamo riscontrato in tuo padre un tumore al pancreas. -
Sapevo anche questo, ma sentirlo pronunciare da un medico mi distrusse come se lo avessi sentito per la prima volta.
- Parlò anche di questo con tuo padre, domani. Mi dispiace tanto - disse ancora, dispiaciuto. Ci salutammo ed uscii da quella stanza.
Tornai da mio padre per stare ancora con lui prima della fine delle visite.
- Ehi - mi salutò, il tono leggermente assonnato.
- Ciao - ricambiai. Mi sedetti nuovamente accanto a lui.
- Cosa ti ha detto il dottore? - mi chiese.
- Oh.. ha detto che vorrebbe parlartene domani.. - risposi, la voce ancora leggermente tremante.
Mio padre si accorse però che qualcosa non andasse.
- Anna? - mi chiese.
Provai a guardarlo negli occhi ma tolsi subito lo sguardo.
- Beh.. hanno scoperto dalle analisi del sangue che hai assunto cocaina nella notte dell'incidente.. e anche della tua malattia. Mi ha chiesto se sapessi qualcosa in merito alla droga, ma gli ho risposto che non ne sapessi niente - gli dissi, asciugando una lacrima che aveva fatto capolino sul mio viso.
Mio padre si passò una mano sul viso e tra i capelli, per poi fare un profondo respiro.
- Guardami - mi disse, porgendomi una mano.
Alzai lo sguardo su di lui e strinsi la sua mano con la mia.
- Non devi preoccuparti di cosa succederà, hai capito? E' mia responsabilità, mia e di nessun altro. Tu non hai fatto niente, se in merito alla cocaina dovessero scaturire azioni di tipo penale me ne assumerò le colpe - mi rassicurò.
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Ciò che gli occhi non vedono
Teen FictionLondra, 2017. Anna ha 17 anni e nella sua vita ne ha passate veramente tante. Proveniente da una famiglia dove suo padre e sua madre infliggono violenze su di lei ogni volta che ne hanno la minima possibilità, inizia a sviluppare una corazza che la...