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- Come mai hai deciso di vederci qui? - chiese lui prendendola a se dolcemente per i fianchi. Lei sorrise dolcemente.
- Volevo.. volevo parlarti con tranquillità. In questo piccolo bosco ci andavamo sempre da bambini, ricordi? - disse lei timidamente.
- Si, certo che me lo ricordo - gli sorrise lui.
Rimasero in silenzio per qualche secondo. Quello che doveva confidargli era molto importante e probabilmente la situazione la rendeva agitata.
- Allora.. - iniziò per poi interrompersi e distogliere lo sguardo. Lui le accarezzò una guancia delicatamente.
- Si..? - le disse invitandola a continuare. Era probabilmente sulle spine ed era curioso che cosa avesse lei da dirgli.
- Ecco.. promettimi per favore di non arrabbiarti e.. e che starai ad ascoltarmi - disse lei facendo una premessa. Lui annuì.
- Allora.. io e te facciamo l'amore da quasi due anni, giusto? - chiese per introdurre il discorso.
- Certo, questo lo so anche io - le rispose lui con un sorriso leggermente malizioso. Lei gli diede un piccolo schiaffo sul braccio ed entrambi si misero a ridere per poi tornare quasi seri. Non sapeva esattamente come continuare il discorso. Se non lo avesse voluto quanto lei? Se l'avesse lasciata..?
- Cosa succede, tesoro? - le chiese lui stavolta leggermente preoccupato.
Doveva dirglielo tutto in una volta sola.. sarebbe stato più semplice.
- Ho avuto un ritardo con il ciclo.. per la precisione quasi cinque settimane. Ho confidato la cosa ai miei genitori, come sai sono a conoscenza del fatto che abbiamo fatto quel passo insieme, e mio padre è andato a comprarmi un test di gravidanza per essere sicuri su questo.. - disse fino a quel punto tutto di un fiato. Poi però si fermò perché il suo sguardo si incrociò a quello di lui. Sembrava aspettare il resto, ma non con paura: sembrava quasi.. felice?
- Ecco.. il risultato che è venuto fuori.. - continuò per poi prendere una piccola pausa.
- .. è che sono incinta - disse distogliendo lo sguardo.
Ci fu un momento di silenzio dove nessuno dei due disse più niente.
- Vuoi dire che.. aspettiamo un bambino? - chiese lui ma non con il tono negativo che si aspettava. Alzò lo sguardo su di lui. Sorrideva e delle lacrime iniziarono a rigargli le guance. Ma non erano lacrime di tristezza, no: erano lacrime di felicità.
- Si.. sono incinta - ripeté lei felice, e si accorse che anche dai suoi occhi iniziarono a scorrere delle lacrime. Lui sollevò, felice, e subito dopo la abbracciò riportandola a terra.
- Da quanto lo sai? - le chiese mentre le accarezzava i capelli.
- Da quasi una settimana.. ho aspettato perché non sapevo esattamente cosa fare. Ma avevi il diritto di saperlo - gli spiegò.
Le prese il viso tra le mani teneramente.
- Credevi che ti avrei chiesto di abortire? - le chiese incatenando il suo sguardo in quello di lei.
- Una delle cose che avevo pensato era quella, perché io lo avrei tenuto.. e l'altra ipotesi era che mi avresti abbandonata. Nessuno vuole avere dei figli alla nostra età - disse lei ancora con delle lacrime che uscivano copiose dagli occhi.
- Non lo avrei mai fatto - le confermò.
- Lo sai che in futuro avrei voluto.. costruire una famiglia con te. Non pensavo così presto, ma non sai quanto io sia felice - le confessò. Avvicinò la fronte a quella di lei e si scambiarono un tenero bacio.
- I tuoi genitori come l'hanno presa? - le chiese.
- Mio padre.. inizialmente era shockato, anche mia madre. Ma sorprendentemente nemmeno cinque minuti dopo mi hanno abbracciata, felici. Pensavo che mi avrebbero cacciata di casa.. non credevo che l'avrebbero presa così bene - gli disse con un sorriso. Lui le diede un altro bacio.
- Andrà tutto bene.. avremo un bambino, o mio Dio - le disse per poi abbracciarla di nuovo. Rimasero abbracciati per un po', poi lui si staccò lievemente dall'abbraccio.
- Già che siamo qui.. è da un po' che vorrei fare questa cosa - disse mettendo una mano in tasca.
- Come sai è da un anno circa che ho iniziato l'università e che ho iniziato a vivere da solo mettendo da parte i soldi di quei concorsi d'arte. Ecco.. quei soldi li ho messi da parte anche per esigenze come quella che stiamo per affrontare.. e anche per un'altra cosa - iniziò a dire. Lei ascoltò attentamente; era affascinata dalla sua voce, dal suo modo di parlare.
- Noi stiamo insieme da quando avevamo quattordici anni, ma sono innamorato di te dalla prima volta che ti vidi quando eravamo piccoli. Hai acceso una luce in questo piccolo cuore buio e voglio darti tutto ciò che di bello la vita ha da offrire.. sia a te sia a questa creaturina che porti qui - disse con la voce lievemente commossa e accarezzandole lievemente la pancia. Lei sorrise e arrossì a quelle parole, ma non sapeva cosa lui avesse in mente.
Fece un passo indietro e tirò fuori dalla tasca una piccola scatolina rossa.
- A.... Gentry.. vuoi diventare mia moglie e rendermi l'uomo più felice della Terra? - le chiese lui, inginocchiandosi.
Lei rimase piacevolmente sorpresa. Sentì gli occhi riempirsi nuovamente di lacrime.
Sorrise.
- Si.. si, T....., io ti sposerò - gli rispose.
Lui si rialzò, le mise l'anello nell'anulare destro con delicatezza e su abbracciarono nuovamente. Era un anello in argento con una pietrina azzurra.
- Ci sposeremo il prima possibile, e ho in mente una cosa che potrebbe tanto piacerti - le disse all'orecchio. Sperava nella risposta di lei. Avrebbe voluto renderla sua moglie perché sapeva che era lei quella giusta. E lei gli aveva confermato che lui l'avrebbe meritata per sempre.
- Non vedo l'ora. Magari prenderemo anche un cane, che ne dici? - gli rispose lei speranzosa.
- Ci avevo pensato. Non sarebbe una cattiva idea - rispose lui con una piccola risatina. Anche lei rise.
La strinse più vicina ancora a se.
- Ti amo.. - le disse lui.
- Ti amo anche io.. non sai quanto - gli rispose lei sorridendo.
- Allora non vedo l'ora di avere tutta la vita davanti per scoprirlo - le sussurrò lui all'orecchio. Risero felici e si scambiarono un bacio appassionato ma allo stesso tempo delicato.
Pensarono entrambi che quello fosse il giorno più bello della loro vita.
Avevano avuto la conferma che ci sarebbero sempre stati l'uno per l'altra e che nessuno avrebbe mai abbandonato l'altro, anche se in così giovane età.
Ma soprattutto, erano felici di donare tutto il loro amore a quel piccolo o a quella piccolina che un giorno avrebbe giocato in quello stesso boschetto dove anni prima avevano giocato anche loro. Non l'avrebbero mai abbandonato, o abbandonata, per niente al mondo.
Quel nuovo capitolo che avrebbe stravolto le vite a entrambi stava per cominciare, e loro erano più emozionati e felici come mai prima di allora .

Ciò che gli occhi non vedonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora