Era meglio se prendevo le scale

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Mi sveglio e noto che sono in camera mia, "non ricordo di essere scesa dalla barca del pilota" dico, la mia mente incomincia a viaggiare fino a quando mi si accende il telefono e noto l'orario, erano le 09:00, salto giù dal letto per il fatto che oggi sarebbe passato Mark così da poter passare un po' di tempo insieme, ci eravamo dati appuntamento alle 10:15 quindi scesi velocemente dalle scale e corro in cucina a far colazione, si aggiunse anche Celeste anche lei si era appena alzata, successivamente andai in bagno per lavarmi i denti per poi andare in camera per darmi una sistemata, mi misi dei jeans beige con un top bianco per le scarpe ho deciso di cambiare ed indossare le AirForce1 della Nike bianche.
Sento suonare il campanello e scendo ad aprire la porta, saluto Celeste mentre Alexander ere a  svolgere un lavoro importante in ufficio ed esco.

Io e Mark decidiamo di andare a percorrere l'intera pista del gran premio di Monaco a piedi, "non ho mai camminato così tanto" dico a Mark che si mette a ridere, ci imbattiamo in una gelateria e decidiamo di prenderci un  gelato, io rigorosamente Nocciola e pistacchio mentre Mark ne prende uno fragola e cioccolato ne prendiamo anche uno per Alec siccome me lo aveva chiesto, ci incamminiamo verso l'ufficio di Alec, una volta arrivati davanti al palazzo entro e saluto la segretaria che mi ricambia con un sorriso, decido di prendere le scale " anche perché ho paura del ascensore" quindi incomincio a salire consapevole di dovermi fare venti piani di scale a piedi ed inoltre con due gelati in mano che si stavano sciogliendo per il caldo che faceva.

Dopo tutte quelle scale e con il cuore a mille per la stanchezza, arrivo davanti alla porta del suo ufficio, busso ed una volta che mi risponde, entro ed il ragazzo che era seduto difronte ad Alec si gira verso l'ingresso dove mi trovavo io e mi puntò i suoi occhi verdi addosso era Charles, lo salutai e lui mi accenna un sorriso, porsi il gelato che mi si stava sciogliendo in mano ad Alec e mi informa che avrebbe finito di lavorare a breve e se avessi voluto aspettarlo, ma siccome c'era Luca ad aspettarmi sarei andata con lui e che ci saremmo visti a casa.
Torno da Mark che mi stava aspettando nel salotto poco distante dall'ufficio di Alec e che stava parlando al telefono e quando mi vede riattacca, mi comunica che doveva urgentemente andare quindi ci salutiamo e quindi restai ad aspettare mio fratello nel frattempo mi siedo sul divano nel salotto e passo il tempo a rispondere ai messaggi di whatsapp, dopo 20 minuti Alec non era ancora uscito quindi mi dirigo verso il bar che era sullo stesso piano per prendermi un caffè, una volta finito ritorno al salotto ed incontro il monegasco uscire così gli chiedo dove fosse andato Alec non avendolo visto nell'ufficio, il ragazzo mi risponde che era dovuto uscire dopo aver ricevuto anche lui una chiamata importante da un cliente, percorro il corridoio che porta alle scale insieme a lui io ero già pronta ad affrontare venti piani di scale a piedi, quando mi disse:

Conversazione tra Hazel e Charles:

Charles: ti fai seriamente venti piani di scale a piedi ?
Hazel: Si, "non sono così tanti " dissi per auto convincermi
Charles: Ma con l'ascensore è più comodo!
Hazel: Si! ma non ci entrerò mai in quel coso
Charles: perché?
Hazel: perché ho paura degli ascensori
Charles: Non ti può succedere niente, al massimo ci sono io!

Fine conversazione

Poco dopo mi ritrovai in ascensore insieme a lui ed andava tutto bene, fino a quando l'ascensore non si blocca tra il 18 e il 17 piano, iniziai ad agitarmi ed a sentire i battiti accelerati del mio cuore "perché non ho preso le scale" continuai a ripetermi in testa, Charles continuava a ripetermi di stare tranquilla che lui era con me e che avrebbe chiamato qualcuno in nostro soccorso, dopo svariati minuti a suonare il campanello d'emergenza all'interno dell' ascensore e nessuna risposta, io incominciai a faticare a respirare, la vista incominciò ad annebbiarsi e mi lasciai scivolare a terra, Charles si siede al mio fianco e prende una mia mano e se la posa sul petto all'altezza del cuore e mi di dice di concentrarmi sui suoi battiti cardiaci, nel frattempo la luce si spense diventando così tutto buio ma continuai a seguire i suoi battiti.

Esci dalla mia testa ||Charles Leclerc||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora