FROCIO DEL CAZZO

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SO CHE QUESTO TITOLO POTREBBE SEMBRARE POCO CARINO, MA MI SEMBRA IL PIU' AZZECCATO PER LA STORIA. BUONA LETTURA!


Simone sale sulla monoposto. È in pole position di quest'ultima gara di Formula 1 che decreterà il campione del mondo.

Non si vedeva da anni una situazione simile: arrivare all'ultimissimo gran premio senza che qualcuno avesse già alzato la coppa. Invece questa volta Simone e Manuel sono a pari punti.

Simone e Manuel. Due rivali da sempre. Da quando gareggiavano sui kart da bambini e questo, con gli anni non cambiò mai. Sono della stessa città e, fino alla quinta superiore, sono stati pure compagni di classe.

Sempre negli stessi ambienti, ma sempre distanti, incazzati l'un l'altro.

L'astio iniziò fin da bambini quando ancora non erano capaci di scindere una gara in pista dalla vita vera. L'astio ci fu sempre, soprattutto dopo che Manuel mandò fuori pista Simone, più di una volta. Manuel era uno pericoloso, era un dettaglio che non passava mai inosservato questo: Manuel era pericoloso. Manuel voleva vincere e per farlo avrebbe attuato qualsiasi strategia, anche sbatterti fuori pista, anche rischiare di finirci lui stesso. Ma avrebbe fatto di tutto per salire sul gradino più alto del podio.

Simo non era così e dopo anni, nonostante quella vicinanza con Manuel nel paddock, non era mai cambiato.

Manuel dice sempre, durante le interviste, che per essere un campione bisogna rischiare, che per essere un campione bisogna essere egoista.

Simo crede in questo mantra, ma con l'aggiunta di un pezzo: per essere un campione bisogna battere l'altro ad armi pari, senza giochetti, sotterfugi, senza spintoni, senza trappole. Per essere un campione bisogna battere l'altro con l'astuzia leale e con la velocità.

Questa è l'ultima gara, ad Abu Dhabi, un circuito abbastanza noioso, con poche possibilità di sorpasso.

Sono pronti, sulla linea di partenza. Le visiere sono calate, le luci si spengono. Il piede si pianta sull'acceleratore e lo sguardo rimane vigile sull'asfalto e sullo specchietto di destra, dal quale continua a vedere la vettura di Manuel spuntare e sporgersi con l'ala anteriore accanto a lui. Alla prima curva ne esce al comando e già è un buon risultato.

Però sente il fiato sul collo e sa che Manu non si risparmierà alcun attacco. Gareggiano per la gloria, non per la sconfitta.

Ormai Simone è abituato al suo rivale, al suo modo di gareggiare, conosce ogni cosa di lui, ogni punto di forza, ogni sua debolezza. Conosce la sua storia, il suo stile di guida. Riesce pure ad immaginare la sua espressione concentrata sotto il casco.

Negli specchietti la sua macchina è sempre lì, a meno di un secondo di distanza, abbastanza vicina da poter attaccare ad ogni rettilineo grazie al DRS.

Manuel aspetta soltanto un passo falso di Simone perché sa che il suo rivale va facilmente nel panico quando si trova dietro Manuel. Quel Manuel che è cresciuto con lui, quel Manuel che è stato il suo compagno di banco per tutte le superiori e il suo avversario da quando sono piccoli, quel Manuel che gareggia contro di lui per il titolo mondiale.

La verità è che, nonostante l'odio, sanno di essere la loro metà perfetta.

Come Senna e Prost. Come Hunt e Lauda. Come Hamilton e Vettel. Come Leclerc e Verstappen.

Loro sono Ferro e Balestra.

Sono i nuovi ragazzi d'oro.


<Mi sei venuto addosso, sarai stronzo?> Manuel urlò e la sua voce risuonò per tutto il motorhome. Era arrabbiato, così tanto da avere quasi le lacrime.

OS'S COLLECTION SIMUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora