STELLA pt2

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<Come lo copro sto coso?> chiese Simo guardandosi allo specchio: <Domani poi a scuola fanno domande e non mi va di rispondere...> si sfiorava il collo. Manu era lì che lo guardava seduto sul letto. Gli fissava le mani: le dita affusolate e le vene leggermente in rilievo non lo portavano a pensieri pudici.

<Nun c'hai un fondotinta?> chiese Manu per aiutarlo.

<Beh... no. Perché dovrei averlo?> si voltò.

<Che ne so! Ieri c'avevi dei brillantini addosso quando sei tornato. Pensavo avessi tipo dei trucchi tuoi> sollevò le spalle e distolse lo sguardo. Si sentiva in imbarazzo Manu, ma non sapeva bene perché.

Aveva appena ammesso di aver notato dei brillantini sul suo viso, sul collo...

<No... i brillantini erano del figone dagli occhi azzurri, mica miei!> accennò un sorriso sornione. Simo mentì spudoratamente. Ci aveva messo un po' ad addormentarsi la sera precedente: pensava alle parole di Stella, pensava alla mano di Manuel sulle sue labbra, pensava a quel "sei geloso" che non aveva ricevuto alcuna smentita.

<Se vuoi usciamo e andiamo a compra' uno de quei cosi che se mettono le donne pe' copri' le occhiaie> si sollevò dal materasso e si mise in piedi con le mani sui fianchi. Non sapeva come intrattenersi per non perdersi a guardare Simone, ancora davanti allo specchio con il collo inclinato a guardarsi quel succhiotto.

<Mi accompagneresti?> Simo si girò a guardarlo, di nuovo. Era strano vedere Manu così accondiscendente. Non lo era mai, invece quella mattina sembrò più dolce del solito.

<Sì. Però ci dobbiamo muovere che la domenica i negozi so' aperti solo de mattina> si tolse i pantaloncini che Simo gli aveva prestato la sera prima e fece per infilarsi i jeans, ma il più alto aprì l'anta dell'armadio e lanciò all'amico un suo paio di pantaloni: <Metti questi> e gli passò pure una maglietta delle sue.

Manu non ringraziò, non ne era capace. S'infilò quei vestiti che gli stavano leggermente grandi e rimase in silenzio mentre Simone si cambiò in un attimo però chiudendosi in bagno. Furono fuori in pochi minuti. Montarono sulla moto di Manuel e Simo si strinse al suo bacino per non volare via. Manu accelerò più del solito: nonostante il primo impatto da ragazzaccio spericolato, Manu non correva mai in moto. Quella volta sembrò quasi di avere fretta.

Parcheggiò davanti al centro commerciale, si tolsero i caschi e varcarono le soglie che s'aprirono con i sensori. Si diressero subito al supermercato, tanto mica cercavano prodotti di qualità. Manco sapevano bene dove guardare.

Non erano avvezzi agli scaffali della coop, un po' perché in casa loro non erano gli addetti alla spesa, un po' perché non andavano mai in quel centro commerciale. Però sapevano che fosse l'unico aperto ancora a mezzogiorno.

Girarono completamente disorientati per venti minuti – e Manuel riuscì anche ad afferrare due pacchi di patatine - finché non domandarono un consiglio ad una ragazza che passava di lì: <Scusami... cosa mi consigli per coprire questo?> Simo mostrò il collo. Non aveva vergogna con le persone che non conosceva, non si faceva problemi con gli sconosciuti. Il problema erano le persone che lo conoscevano, come i suoi compagni.

La ragazza, più grande di loro, forse sulla trentina, sorrise leggermente un po' in imbarazzo: <Vi consiglio...> si guardò attorno dove c'era il reparto dei fondotinta: <... questo> ne afferrò uno e glielo avvicinò al collo per vedere se la colorazione fosse quella più giusta possibile.

Annuì e gli lasciò in mano il prodotto nuovo di zecca: <Dovrebbe coprirsi del tutto> sorrise di nuovo. Per gentilezza, pensò Simone. Perché pensava che il succhiotto gliel'avesse fatto Manuel, pensò invece l'altro.

OS'S COLLECTION SIMUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora