PRISMA pt4

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Daniele scese in cucina e trovò Manuel a petto nudo, con un biscotto in bocca. I suoi tatuaggi lo rendevano un cane randagio: un cane innocuo, che vorrebbe solo essere amato.

<Buongiorno> lo salutò con la bocca piena. Pensò che infondo non lo conoscesse così tanto: avevano passato quella serata insieme, erano in vacanza assieme ma si continuavano a guardare con quello sguardo di astio. Non che si odiassero... erano solo i due galletti nello stesso pollaio.

<Ho pensato de anda' a comprare i cannoli per tutti. Vuoi veni'?> propose subito il ragazzo di Latina stropicciandosi gli occhi.

<Me devo cambia'> buttò giù il suo caffè e si sollevò. Posò la tazzina nel lavabo e salì le scale per vestirsi. Simone dormiva nel loro letto, quel letto che lui neanche quella notte aveva davvero testato perché, dopo aver aspettato che Simone si addormentasse, aveva sceso le scale e s'era accomodato sul divano. Il volto di Simone era rilassato: non lo aveva sentito salire su per le scale cigolanti. Le labbra erano schiuse ed i ricci tutti spettinati e schiacciati contro il cuscino. Aveva le guanciotte tutte rosse a causa del sole, il naso quasi bruciacchiato e la fronte lucida. Era bellissimo.

Afferrò una maglietta ed un costume. Si cambiò in bagno e tornò a scendere.

Non gli fregava nulla di prendere i cannoli per tutti. Lui l'avrebbe preso per Simone. Daniele afferrò le chiavi dal mobiletto all'ingresso ed uscirono insieme.

<Allora? Quando te scopi Simone?> domandò Daniele senza alcun pudore.

<Quando mi' madre e su' padre se mollano> Manuel distolse per un attimo lo sguardo dal telefono con il quale indicava la strada verso il bar più vicino.

<Ancora co' sta storia Manuelì? Nun hai capito che tra due mesi qualcun altro si sarà infilato nelle sue mutande? E ti dirò di più... se innamorerà di qualcun altro, lo porterà a casa vostra, li vedrai baciarsi davanti a te, li sentirai fare sesso e lo presenterà come il ragazzo suo. A te te sta bene?> andò ad infilare un coltello nella ferita ancora aperta.

<Nun me sta bene. Nun me starà mai bene! Ma che te devo di' Danie'! Per ora non è il momento> rispose un po' disturbato da quelle sue osservazioni così horror.

<Manu?> Daniele fermò la macchina nel parcheggio di fronte al bar e si voltò verso di lui: <Non è il momento perché siete fratellastri di sto cazzo o perché non sai ancora di' in giro che sei bisessuale?>

Manu non si aspettava quella domanda, soprattutto da lui: <Dani... 'o so dire ma nun devo mica mette' i manifesti> si slacciò la cintura e aprì la portiera.

<Allora dillo. Dimme che sei bisessuale!> lo sfidò seguendolo fuori dalla macchina ed osservandolo sotto il sole dall'altra parte.

<Ma smettila!> si sentì in imbarazzo e girò attorno all'auto per avvicinarsi all'ingresso. Daniele però gli bloccò un polso per non farlo camminare oltre: <Manu, dimmelo che se no me metto ad urla'>.

<Ma puoi smetterla? Ma che è?> cercò di liberarsi.

<Manu, se non te movi te bacio de nuovo!> si piazzò davanti a lui e lo guardò negli occhi. Manuel lo notò talmente vicino che sentì il cuore battergli un po' più forte. Non lo aveva mai detto e nemmeno si era mai troppo interrogato sulla bisessualità. Simone gli piaceva ma solo lui, gli altri ragazzi no. Tipo Daniele non gli piaceva, nonostante i suoi occhi azzurri così scuri e penetranti, nonostante il sorriso istigatore, nonostante il fisico asciutto...

<Sono bisessuale> lo sussurrò.

<Non credo di averti sentito> Dani si avvicinò ancora, poggiando una mano sull'orecchio, infastidendolo un po'.

OS'S COLLECTION SIMUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora