RICOSTRUIRSI PEZZO PER PEZZO

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<Che combini qui, tutto solo?> Manuel si accomodò accanto a Simone, seduto con le gambe a penzoloni in piscina.

<Penso> rispose secco, non voltandosi nemmeno a guardarlo. Lo sentì sedersi, notò i movimenti al suo fianco ma non si mosse.

<Ti disturbo un attimo allora. Volevo confidarmi con te. Nina ha rubato da mia madre qualche giorno fa. Nun so che fare...> si guardò le mani. Non sentì nulla però accanto a lui, così si voltò. Simone guardava il cielo. Respirava profondamente. Chiuse gli occhi e li riaprì, come se dovesse contenersi.

<Che pensi?> Manuel domandò e capì che non era tutto okay. Per Simone, negli ultimi giorni, non era tutto okay.

<Stai così per Mimmo?> gli domandò, dopo, con una cantilena nella voce che fece sapere a Simone che in quel momento, l'altro, aveva alzato gli occhi al cielo, anche se non l'aveva guardato.

<No. È l'unico che mi fa stare tranquillo lui> rispose sempre con quella rabbia tra i denti. Sarebbe esploso a breve. Manuel era lì, lo avrebbe raccolto con il cucchiaino, lo sapeva già.

<Tu' padre, tu' madre, mi' madre, mi' padre?> tentò una seconda volta. E fu lì, su quella domanda, che finalmente si voltò a guardarlo.

<No. Il mio problema sei tu.> inclinò la testa. I suoi occhi erano seri e stanchi e arrabbiati e anche un po' delusi. Era brutto essere guardati così.

<Che ti ho fatto adesso?> rispose con un mezzo sorriso, non rendendosi conto che per Simo, non c'era nulla da ridere.


<Ti posso parlà?> Manuel entrò in fretta in camera, chiudendo la porta. Simone era alla scrivania, cercava di fare i compiti. Poggiò però subito la penna e lo ascoltò, vedendolo così agitato.

<Sono stato con Nina prima. Nun puoi capì... ha un figlio. Che situazione demmerda> si mise le mani tra i capelli.

<Comunque te le scegli tutte te> Simone commentò.

<Dai, non scherzare. Ha una situazione complicata con i servizi sociali... nun ho ben capito so solo che ha pianto e sta male e me dispiace>

<Stalle vicino> alzò le spalle Simone. Nina non gli piaceva granché. Bastava il fatto che fosse più brava di lui in matematica, ma di sicuro, questo rapporto tra lei e Manuel, non andava ad appianare quel prurito che gli provocava la ragazza.

<Gran consiglio Simo. Ammazza oh, nun te spendere troppo. Poi vieni da me e me chiedi che ne penso de Mimmo> si lamentò sollevandosi dal letto per poter mettere piede fuori dalla stanza. Sperava che Simone avrebbe potuto dargli una mano su come gestire questa situazione - che sì, non gli riguardava poi così tanto, però ci teneva.

<Ma cosa c'entra scusa? Ma che consiglio vuoi che ti dia?> anche lui allora alzò la voce.

<Non lo so! Speravo avessi qualche idea su come io potessi aiutarla!> alzò le spalle e poi le lasciò cadere. Le loro voci, ad ogni battuta, si facevano sempre più alte.

<Non puoi farci molto se ha problemi con i servizi sociali. Che vuoi fare, fingerti il suo fidanzatino maggiorenne così le ridanno la bambina? Non fare cazzate!>

<Potrebbe essere un'idea! Vedi che se te impegni ci riesci a darmi dei consigli sensati?> gli diede una pacca sulla spalla e tornò ad uscire dalla stanza, lasciando l'amico lì, in piedi in mezzo alla stanza, in silenzio.


<Simo. Credo di aver fatto una cazzata co' Nina...> si trovarono al tavolo, in giardino. Simo scosse la testa, con le sopracciglia contorte. Non capì.

OS'S COLLECTION SIMUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora