FROCIO DEL CAZZO pt2

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Alla fine, l'appuntamento andò bene. Parlarono per ore. Della loro vita, delle tante battaglie che s'erano fatti con il tempo. Di quando erano più piccoli, di quando scoprirono di essere in classe insieme.

<Te bevi davvero un whisky?> domandò Manuel, dopo che l'altro ebbe ordinato.

<Siamo in vacanza, posso sgarrare un po' di più adesso. Lasciami bere!> Simo si difese.

<No, ma nun è per quello. Non te facevo uno da whisky sinceramente> alzò le spalle prima di bere un sorso del suo Sex on the beach.

<Ma se tu hai preso un drink da quattordicenne in discoteca!> controbatté Simone, ridendo.

<Ma che voi, oh! È bono!> Manu rimase al gioco.

<Ti credo. C'è dentro la vodka alla pesca!>

<E comunque tu con quel whisky sembri un cinquantenne panzone in Texas in un film western> Manu dovette criticarlo per ripicca.

<Beh. Meglio sembrare un cinquantenne western texano che una quattordicenne in disco, con il vestitino e i tacchi scomodi che vuole rimorchiare, no? E poi potrei quasi sembrare texano...> Simo fece finta di mettersi in posa per farsi guardare da Manuel.

Sotto il tavolo continuava, con un piede, a sfiorargli la gamba. Simo sentiva il cuore correre e correre ma non potevano permettersi certe scene in giro.

<Smettila...> gli sussurrò, allungandosi sul tavolo.

<Perché? Ti dà fastidio?> Manu lo seguì a specchio, con un sorrisetto mascalzone, come suo solito.

<Siamo in mezzo alle persone. E diciamo che sono anche il campione in carica di Formula 1, non passo proprio inosservato, soprattutto a Roma> spiegò in modo altezzosamente ironico.

<Sei un vip allora> Manu lo prese in giro, alzando le sopracciglia.

<Eccome. Ho giusto qualche follower in più di te...> lo stuzzicò. Manuel amava sovrastare gli altri e Simo fece di tutto per non farsi mai mettere i piedi in testa.

<Sei un influencer mondiale adesso. Datti alle pubblicità pe' i profumi!> scherzò, bevendo un sorso del suo drink.

<Dopo vuoi venire da me?> chiese Manu, dopo, tornando serio.

<Non cambi mai tu, eh?> Simo si appoggiò nuovamente allo schienale della sua sedia.

<Non volevo dire... cioè, non volevo alludere a niente. Era solo pe' stare più tranquilli> abbassò lo sguardo. Si chiese se avesse sbagliato ma Simo gli tirò un piccolo calcio sotto il tavolo.

<Sto scherzando scemo> rise e lo guardò con quello sguardo.

Non si erano mai guardati in quel modo. Stavano flirtando. Ogni parte del loro corpo stava flirtando. E menomale che erano in mezzo alla gente, menomale che erano famosi, perché sarebbe finita male e lo sapevano.

Salirono sulle rispettive macchine, appena finirono di bere, e si incontrarono davanti casa di Manuel poco dopo. Entrarono e quel loft era stupendo. Grande, spazioso, di giorno sicuramente sarebbe stato pieno di luce. Rispecchiava la vena rock di Manuel.

<Bello questo posto> disse Simone, poggiando il suo cappotto sul divano. In un angolo c'era anche un pianoforte verticale.

<Grazie. Ti posso offrire da bere o il whisky t'è bastato?> domandò Manuel, girando intorno all'isola in cucina.

<Cosa mi proponi?> Simo lo seguì, come fosse legato a lui con un filo invisibile. Manuel aprì il frigo e non c'era molto, niente cibo, solo alcol.

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