Simone continuava a rileggere sempre le solite due frasi di Sociologia, ma con la testa non era molto presente nella realtà. Erano passati alcuni giorni dal suo incontro con Manuel, allo scambio della felpa, del caffè bollente, dall'esame infernale, ma lui ancora non si era fatto vivo. L'unica idea che Simone ormai continuava a dare per scontata era quella che no. Non lo avrebbe rivisto. Era stata un'allucinazione e l'unica cosa che rendeva il tutto così fottutamente reale era quella felpa bordeaux nel suo armadio. Se lui non avesse avuto quella felpa, non crederebbe nell'evento.
Invece era successo. Manuel gli offrì il caffè e Simone, prima o poi, avrebbe dovuto ricambiare. Simone doveva restituirgli la felpa. Simone e Manuel, forse, si sarebbero rivisti. Ma quando?
Simo lavorava quella sera, al cineteatro Vision. Lavorava lì da quasi sei mesi e ci si trovava bene. Era un cinema piccolino con solo due sale. La rossa e la blu. Era mercoledì e il mercoledì c'era sempre poca gente. Oltretutto ormai era maggio inoltrato e la gente preferiva andare a bere all'aperto piuttosto che chiudersi in un cinema; quindi, le sale erano piene per metà.
Simo, quando vedeva così poca affluenza e le proiezioni ormai iniziate tirava fuori i libri e studiava un po' per quanto possibile. A lui piaceva quel lavoro: poteva vedere i film appena usciti, poteva stare a contatto con le persone, poteva anche rilassarsi durante le proiezioni e studiare nei tempi morti. Quel lavoro lo impegnava solo alcune sere a settimana quindi era perfetto.
Con l'inizio dell'università si era trasferito a Roma, lasciando la famiglia a Milano. Simone era di Milano. E sì, avrebbe potuto fare l'università di Beni a Milano, certo... ma studiare storia dell'arte a Roma era come studiare moda a Milano. Roma è la patria dell'arte. Era giusto così. E poi ne sentiva il bisogno.
Simone doveva prendere le distanze da suo fratello gemello.
Avere un fratello gemello era sempre stato un po' un casino: leggersi nel pensiero, muoversi insieme, avere le stesse amicizie... Simo non voleva più condividere così tanto della sua vita, nonostante lo avesse sempre fatto e fosse strano all'inizio vivere in una casa senza Jacopo accanto.
Si chiamavano anche più volte al giorno infatti, il primo periodo, quando Simone viveva a Roma da qualche settimana, poi le chiamate divennero sempre meno. Si messaggiavano tutti i giorni, si condividono i TikTok e i post di Instagram. Finché questo loro rapporto sarebbe andato avanti così, non ci sarebbero stati problemi. Gemelli sì, ma ognuno con i propri spazi.
Simo decise di chiudere gli appunti universitari tanto il suo cervello non era predisposto ad assimilare informazioni. Li posò nello zaino e ne approfittò per chiamare Jacopo. Non che avesse molto da dirgli ma sapeva che alle 23 fosse l'unico disponibile a fare due chiacchiere superficiali.
Parlarono del solito: i loro amici, le novità, le università, la famiglia, gossip da giornalini di Chi tipo i Ferragnez in crisi. Simo non gli raccontò di Manuel. Non gli venne spontaneo. Forse perché non ci avrebbe creduto, forse perché voleva che rimanesse solo suo.
<Hai visto la nuova stagione di Young Royals?> domandò Jacopo cambiando di nuovo argomento.
<La inizio domani. Lo sai che con lo studio e il lavoro non ci sto dietro!> rispose Simone.
<Mamma mia come sei lento! È uscita da quasi tre mesi, sono sei puntate e c'è anche il documentario. Ormai io l'ho dimenticata e quando la vedrai non potremo più commentare!> lo ammonì ma Simone in quel periodo non aveva davvero avuto tempo e di dover salutare Simon e Wille non ne aveva proprio voglia.
<Ma dai! Domani la inizio, promesso. Lo sai che se mi metto in un fine settimana la finisco! Devo solo sedermi ed iniziarla...> cercò di placarlo e così successe.
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OS'S COLLECTION SIMUEL
FanfictionVisto che leggo sempre idee interessanti su Twetter per nuove storie Simuel, ho deciso che, sotto i vostri/nostri desideri, scriverò qualche One Shot (o anche qualche storia a più capitoli). Se avete richieste, sapete dove contattarmi