SOLO AMICI

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Manuel tremava. Sentiva le gambe inesistenti e le mani sudare. La testa era completamente vuota. Non ricordava il testo, gli accordi. Avrebbe sbagliato tutto, già lo sapeva. Una figuraccia e lo avrebbero mandato a casa con un calcio nel culo, collezionando solo una sconfitta pubblica su canale 5 durante la prima puntata di Amici.

Maria chiamò Manuel che, come se sapesse cosa fare davvero, si sollevò e arrivò al centro del palco, sulla stella rossa piccolina. Prese il microfono e lo avvicinò alle labbra per poter salutare i giudici davanti a lui.

<Manuel è un ragazzo di Roma che da sempre suona e canta. Ha studiato al liceo musicale pianoforte, batteria e contrabbasso. Si definisce istintivo e determinato. Può tendere ad una temperanza a volte aggressiva ma ormai sta imparando a contenersi. La musica per lui è tutto, è la valvola di sfogo per ogni sentimento, sia negativo che positivo. Manuel canta un suo inedito alla chitarra, Macerie. Base> questo è quello che disse Maria.

Manuel non sentì nulla però. Si trovò su uno sgabello alto con la chitarra acustica in mano e un microfono a pochi centimetri dalle labbra.

D'un tratto gli accordi risalirono alla sua mente e tentò di concentrarsi sulle mani, sulle parole, sui sentimenti.

Si concentrò su quella canzone che aveva scritto ormai 6 mesi prima, dopo la fine di una relazione con il suo primo ragazzo.

Intonò la prima strofa e poi il primo ritornello, con grinta, riuscendo pure ad aprire gli occhi per poter guardare in camera, i giudici, le persone intorno.

Le parole sembravano perfette, con quegli incastri metrici e quella verità così percepibile sotto la pelle, dalla sua voce strozzata.

In studio c'era il silenzio mentre lo ascoltavano, come se stesse recitando la scena più importante sottovoce. Come se il segreto era troppo scottante e non poteva essere rivelato a chiunque.

La canzone finì e sentì solo lo scroscio delle mani applaudire, poi Maria si avvicinò e chiese pure qualcosa ma Manuel non saprebbe replicare le sue parole.

Manuel capì soltanto che aveva un banco all'interno della scuola con Rudy Zerbi. Prese la felpa grigia e si andò a sedere, potendo finalmente riattivare il suo cervello.


Manu però non sapeva che dietro di lui, durante la sua esibizione, un ragazzo lo notò e lo ascoltò con religiosa attenzione, pregando contemporaneamente di poter passare anche lui la selezione e aver modo - Sì, certo, di ballare – ma anche di conoscerlo meglio, sapere la sua storia.

Poi però dovette tornare a concentrarsi su di lui e sulla sua di esibizione.

Simone nella sua testa riusciva ad immaginarsi davanti allo specchio, dove aveva provato la coreografia un'infinità di volte, tutta l'estate.

Maria lo chiamò e, come per gli altri concorrenti, lesse la descrizione.

<Simone, di Milano. Si avvicina al mondo della danza quando sua madre lo portò per la prima volta alla Scala all'età di 6 anni. Ha avuto tante esperienze professionali, alla Scala, agli Arcimboldi. Da quel momento non smise mai di ballare. Si ritiene un ragazzo solare ma anche insicuro nella vita, in tutto ciò che non riguarda la danza. In amore ha sempre avuto sfiga e per questo fa fatica a lasciarsi andare. Oggi ci balla Fiamme di Parigi. Base>

Si tolse la maglietta e la poggiò in un angolo. Poi con quattro falcate leggiadre raggiunse l'angolo opposto dove si mise in posizione.

L'assolo si aprì con una diagonale di grandi salti e un doppio cabriole che fece capire subito a tutti la qualità alta di Simone. Proseguì con due sequenze di giri che non furono perfette ma le concluse egregiamente. Poi proseguì con dei saute de basque e concluse l'esibizione.

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