25) Un bacio non dato

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Marzo era ormai terminato e così come era trascorsa la domenica sera, è arrivato il lunedì. Il suono incessante della sveglia, mi fa sbuffare e rigirare tra le lenzuola del letto. Mi ritrovo quindi il viso di un Jungkook, ancora nel mondo dei sogni, ad un centimetro di distanza dal mio.

I miei occhi vagano sulla sua figura e noto che il suo braccio è ancora avvolto intorno alla mia vita, come ieri sera.

Dopo quel momento magico, trascorso immersi completamente nella natura incontaminata, ci siamo trattenuti un altro po' lì, per poi tornare a casa mia. Quando siamo arrivati, era molto tardi, così ho chiesto a Jungkook di restare a dormire da me.

Proprio quest'ultimo mi riporta alla realtà, stringendomi maggiormente a se e facendo sprofondare il suo viso nel mio petto.

Oh è così carino.

Guardo attentamente ogni centimetro del suo viso, soffermandomi sulla sua cicatrice sullo zigomo sinistro e tracciandola con l'indice della mia mano destra.

Lascio scorrere l'altra mano tra le ciocche dei suoi capelli e non posso far a meno di pensare a come i battiti del mio cuore sono aumentati, quando, al mio risveglio, ho notato le sue braccia e il calore del suo corpo avvolgermi con una sicurezza disarmante.

Quando accade, mi sento completamente protetto da qualsiasi cosa mi possa ferire o turbare, rapito da lui e dai suoi occhi, trasportato in un'altra dimensione dove esistiamo solo noi due e grazie alla quale riesco a fuggire da una realtà a volte ingestibile.

A risvegliarmi dai miei pensieri, è di nuovo un coniglietto ancora mezzo addormentato, che si è appena destato dal sonno.

I suoi occhi incontrano i miei e lui mi rivolge un dolce sorriso, che ricambio come un ebete.

"Buongiorno, Tae."

Dice, per poi avvicinarsi al mio viso e far sfiorare delicatamente la punta dei nostri nasi. Inutile dire che il mio sorriso si è notevolmente ampliato.

"Buongiorno, Kookie."

Questa volta sono io ad accoccolarmi al suo petto, mentre lui mi accarezza la schiena dolcemente.

Purtroppo però il suono della sveglia non cessa e ci ricorda, ancora una volta, che è ora di alzarsi dal comodo letto. Così a malincuore, ci prepariamo per andare a scuola.

Jungkook prende i suoi vestiti e si dirige verso il bagno al piano di sotto.

Nel frattempo io decido di indossare una t-shirt nera e ampia di cotone, un paio di jeans neri abbinati, una giacca nera e bianca in raso spesso e infine le Nike Dunk dei medesimi colori.

Entro nel bagno e dopo qualche minuto sono pronto, al che scendo al piano inferiore e mi dirigo verso la cucina, trovando Jungkook ai fornelli.

La t-shirt nera a maniche corte aderiva completamente alla sua schiena ampia e i pantaloni dello stesso colore fasciavano perfettamente le cosce muscolose, i fianchi stretti e il sedere sodo.

I miei occhi si soffermano più del dovuto su quest'ultimo e me ne rendo conto soltanto quando è Jungkook a parlare.

"Cosa stai guardando con tanto interesse?"

Complici la sua voce roca, il modo in cui ora mi sta guardando e il suo avvicinarsi pericolosamente a me, abbasso lo sguardo e cerco una scusa plausibile.

"Oh ehm, io..."

Balbetto e arrossisco notevolmente, mentre indietreggio finché i miei fianchi non aderiscono al tavolo da pranzo dietro di me.

"Tu?"

Lui ormai mi è difronte e posa le mani sul tavolo, ora vicine ai miei fianchi, per poi inclinare leggermente il capo di lato con fare interrogativo.

Deglutisco a fatica e decido finalmente di farmi coraggio, alzando il viso e incrociando le sue iridi, più scure del solito.

Le parole però mi muoiono in gola, data la notevole vicinanza dei nostri volti e il quasi sfiorarsi delle nostre labbra. I nostri respiri si mescolano e nelle mie orecchie risuona il battito incessante del mio cuore.

Le nostre labbra stanno per unirsi, quando improvvisamente Jungkook si allontana da me e ritorna ai fornelli.

Destabilizzato dall'inaspettata lontananza, cerco di riprendermi, dandomi un contegno, e di non pensare al fatto che in realtà non volesse baciarmi.

Ma quando lo vedo spegnere velocemente il fornello e riempire le tazze di latte caldo, penso lucidamente e capisco che forse aveva compiuto quel gesto, perché non voleva bruciare tutto e rovinare così la nostra colazione.

Il corvino si gira nella mia direzione con quest'ultima tra le mani e confuso, nel ritrovarmi nella stessa posizione di prima, posa le tazze fumanti sul piano in marmo dell'isola, mi si avvicina e mi sfiora delicatamente una spalla con la mano ora libera.

"Ehi, cosa c'è?"

Mi chiede dolcemente, risollevandomi dal vortice di pensieri nel quale ero caduto.

"Nulla, mi ero incantato."

Dico, evitando il suo sguardo.

"Piccolo..."

Mi richiama, sollevando con l'indice e il pollice il mio mento, per far incontrare i nostri occhi.

"Vorrei tanto poter leggere i tuoi pensieri in questo momento. Ma visto che non posso, ti va di dirmi a cosa stai pensando?"

"Prima tu..."

Non riesco a completare la frase, che vengo assalito dai dubbi.

Se glielo dico, risulterò ridicolo e infantile.

"Lascia perdere."

Faccio per superare la sua figura, ma lui mi ferma, posando una mano sul mio gomito e attirandomi a se. Mi scruta attentamente, per poi posare il palmo caldo della sua mano sulla mia guancia e accarezzarla.

"Mi stai facendo preoccupare, Tae. Puoi dirmi cosa succede, per favore?"

Non riesco più a fingere e decido di parlare.

"P-Perché prima ti sei allontanato da me in quel modo?"

Noto le sue sopracciglia aggrottate e la sua espressione corrucciata, segni evidenti della confusione dovuta alla mia domanda.

Gli lascio qualche minuto, per fare mente locale e lo vedo finalmente realizzare quanto accaduto.

"Ti riferisci al bacio che non sono riuscito a darti in tempo?"

Questa volta sono io quello confuso.

"Ho lasciato il fornello acceso e me ne sono ricordato quando ero sul punto di baciarti, quindi mi sono allontanato per controllare che tutto fosse ancora integro."

"Oh..."

La consapevolezza di essermi comportato come un bambino, mi colpisce forte come uno schiaffo.

"I-Io credevo che non volessi baciarmi. Scusami, sono uno scemo."

Dico, abbassando lo sguardo sinceramente dispiaciuto e torturandomi le mani per l'imbarazzo.

"Ehi, non c'è bisogno di scusarsi e non sei uno scemo. Hai frainteso il mio gesto, capita a tutti e poi non hai commesso nessun crimine, piccolo."

Mi conforta, posando entrambe le mani sulle mie guance e guardandomi negli occhi.

"Okay?"

Annuisco piano e lui mi rivolge un piccolo sorriso. Dopodiché unisce le nostre labbra, in un dolce e casto bacio.

Decido di godermi finalmente la sensazione delle sue morbide labbra sulle mie e delle piccole carezze che rivolge alle mie guance.

Jungkook sposta le sue mani sui miei fianchi e mi avvicina maggiormente a se, mentre io poso le mie sulle sue spalle.

Ci lasciamo andare l'uno tra le braccia dell'altro, cullati dal suono dei nostri cuori che battono all'unisono.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto <3

𝐇𝐢𝐝𝐝𝐞𝐧 𝐅𝐞𝐞𝐥𝐢𝐧𝐠𝐬 | Taekook |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora