Capitolo 49

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"Svegliaaa, siamo arrivati!"
La voce di Sarah interrompe il mio sonno e io riemergo dalle coperte.
Ancora mezza addormentata, esco dalla cabina e riconosco immediatamente l'isola a cui ci stavamo avvicinando.
Le Outer Banks.
Paradiso terrestre.
O forse non più.
In ogni caso, casa dolce casa.
Ci inoltriamo nella palude e arriviamo al molo dello Chateau.
Appena lo vedo in lontananza, il mio cuore sorride.
Quanto mi mancava quella catapecchia.
Guardo JJ e lui mi sorride.
Per lui invece doveva essere un incubo tornare alle OBX.
Suo padre se n'era andato, il che era sia positivo che negativo, perchè ora era da solo.
Sì, noi eravamo la sua famiglia, ma non sarà mai come avere una vera famiglia, del tuo stesso sangue.
Io avevo John B, e ora forse anche mio padre, come ai vecchi tempi.
Pope ferma la barca a qualche metro dal molo e cala l'ancora.
Quindi saliamo tutti su un gommoncino e arriviamo al molo, sul quale saliamo grazie alla vecchia scaletta di legno, tutta schegge.
"Benvenuta alle Outer Banks Cleo" dice Pope, mentre camminiamo sul molo.
Mentre Pope e Cleo discutevano su come convincere Heyward ad accogliere la ragazza, io e JJ camminiamo in silenzio, mano nella mano.
Percepivo il suo nervosismo anche senza guardarlo.
"Ehi, J, andrà tutto bene" cerco di calmarlo io.
"Sì..." mormora lui passandosi una mano nei capelli biondi.
Arriviamo allo Chateau e io mi fermo sull'erba ad ammirarlo.
"Vuoi che restiamo?" chiede Sarah.
"No, tranquilli. Grazie ragazzi" rispondo io.
La bionda se ne va, seguita da Pope e Cleo.
Io e Kie ci guardiamo, poi se ne va pure lei.
Era bruttissimo non parlarle.
"Sicura che non vuoi che restiamo? Posso stare con te, davvero, non ho impegni" dice JJ ridendo alla fine.
"No JJ, davvero, ce la faccio. Devo solo scassinare la porta, pulire tutto e aspettare John B. Mi divertirò" ribatto io.
"Ok, va bene, fammi sapere" dice infine il biondo e mi lascia con un bacio sulle labbra.
Faccio un lungo sospiro e cammino verso la casa.
Chissà dov'era John B.
Era circondato da nemici e, come avevo già detto, gli uomini di Singh hanno occhi e orecchie dappertutto.
Proprio quando stavo per aprire la porta della veranda, sento dei passi alla mia destra.
Mi giro di scatto e una figura venire verso lo Chateau.
La riconosco subito.
"Papà?" chiedo io incredula.
Avanzo verso la persona e finalmente vedo il suo volto.
"Victoria?" chiede a sua volta l'uomo.
Gli corro incontro, con le lacrime agli occhi, e gli salto addosso.
"Oddio papà, pensavo di non vederti mai più" singhiozzo io.
"Pure io. Mi sei mancata piccola"
"Sei vivo. Cioè, sei qui, a casa" dico io, piangendo, però di felicità.
"Sì, vivo e vegeto"
"Ti voglio bene papà, ti voglio tanto bene"
"Pure io, Vic. Pure io" mormora lui accarezzandomi la testa.
Mi stacco da mio padre e lui dice facendomi ridere "Wow, sei cresciuta"
Era da più di un anno che non mi vedeva.
Quella merda di riformatorio ci aveva divisi per un anno, e poi la caccia al tesoro per altri sette.
"Guarda chi ha deciso di tornare a casa" dice mio padre a qualcuno dietro di me e io mi giro, trovando mio fratello.
Corre ad abbracciarmi e mi solleva da terra.
"Grazie al cielo stai bene" dico io.
"Ho avuto compagnia" ribatte lui indicando con lo sguardo papà.
Ci uniamo in un abbraccio tutti e tre.
Ci sono state degli imprevisti, certo, e degli  ostacoli, ma gli imprevisti si risolvono e gli ostacoli si superano.
Noi l'abbiamo fatto, separati fisicamente ma uniti mentalmente.
Finalmente, eravamo tornati insieme, eravamo tornati ad essere una famiglia.

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Io e John B eravamo seduti sul divano, mentre Big John era in cucina a cercare qualcosa da mangiare negli scaffali.
"È tutto scaduto pa' " gli grido io dal salotto.
"Solo per i mollaccioni Victoria" ribatte lui e tira fuori una barattolo di fagioli.
"È pazzo" dico a John B.
"È pazzo" ripete lui.
"Vi ho sentiti!" esclama lui facendoci ridere.
Come mi mancava tutto questo.
Poi qualcuno bussa alla porta e io mi alzo per andare in veranda.
Trovo Sarah, quindi la faccio entrare.
"Ehi, che ci fai qui?" le chiedo io.
"Volevo passare a controllare che fosse tutto a posto" risponde lei guardandosi attorno.
"Beh, direi che è tutto a posto" dice John B.
Appena lo vede, gli occhi della ragazza si illuminano e corre ad abbracciarlo.
S: "Menomale che stai bene. Mi dispiace averti lasciato"
JB: "No, tranquilla"
S: "Ti amo"
JB: "Pure io"
V: "Vomito"
JB: "Zitta te"
"Ah, e ho un'altra sorpresa. Vieni" dice John B prendendo per mano Sarah.
La porta in cucina e alla vista di mio padre, la bionda si paralizza.
"Oh mio dio" sussurra lei.
"Ciao Sarah" la saluto mio padre e lei corre ad abbracciarlo.
"O dovrei dire signora Routhledge? Benvenuta in famiglia" dice lui.
"Scusa...io...non riesco..." fa Sarah, guardandoci sorridente.
"Forza ragazzi, è un giorno di festa" dice mio padre prendendo delle birre.
Brindiamo tutti insieme e poi ci gustiamo le bibite, ridendo e scherzando.
Ci sediamo tutti insieme sul divano sfondato e iniziamo a condividere tutte le nostre avventure.
V: "Ehi pa', so che non ci crederesti mai, ma sono stata rapita da Singh"
BJ: "Cosa?!"
V: "Giuro. Ma sono riuscita a scappare. Non sei fiero?"
BJ: "Super fiero. Allora tutte quelle lezioni di autodifesa sono servite"
S: "Sì, è stata abbastanza tosta"
V: "Abbastanza? Dovevate vedere come li ho stesi"
JB: "Sì ma non eri da sola"
V: "E allora? La maggior parte del lavoro l'ho fatto io"
BJ: "Eri con JJ vero? Finite sempre nei guai insieme. È una regola ormai"
V: "No...ehm...ero con Rafe"
BJ: "Cameron?!"
V: "Sì"
BJ: "Che diavolo ci faceva Rafe lì?"
V: "Singh gli ha comprato la croce"
BJ: "Ha venduto la croce? La croce di Santo Domingo?!"
V: "Già..."
BJ: "Allora è vero che quel ragazzo ha la testa vuota!"
JB: "Papà!"
BJ: "Cosa? È vero- Oh, giusto, scusa Sarah"
S: "No, non si preoccupi. È la verità"
V: "Sì, ma cambiamo argomento"
S: "Esatto, parliamo di te e JJ..."
V: "Oddio no!"
JB: "Oh sì"
BJ: "Cosa? Perchè? Cos'è successo?"

JB: "Victoria e JJ hanno..." dice mio fratello e fa segno con le mani di due che si baciano, facendomi diventare tutta rossa.
V: "John B!"
BJ: "Cosa?! Veramente? Non eravate mica migliori amici?"
JB: "Pfft...amici..."
V: "John B smettila!"
JB: "Dovesti vedere come sono carini e dolci"
V: "John B basta!"
BJ: "John B, figliolo, smettila"
V: "Oh, grazie"
BJ: "Sono felice che sia lui e non uno sconosciuto. Anzi, a dire la verità, un po' me lo aspettavo"
Mio padre sorride e io ricambio.
"Penso che possiamo cambiare argomento ora" dico io con le guance ancora rosse.
"Sì, beh, io penso che andrò a casa mia a rubare qualche vestito...magari un telefono se sono fortunata" dice Sarah alzandosi.
"Ok, mi raccomando torna alle sei. Non fare tardi" fa John B.
"Certo, a dopo" ci saluta la ragazza.
"Ciao Sarah!" le grido dietro io, mentre lei se ne va in bicicletta.
Io e John B torniamo dentro, ma papà era sparito.
"Papà?" lo chiamo io, ma nessuno risponde.
"Bene, era tornato e ora è sparito di nuovo" dico io buttandosi sul divano.
"Sarà andato da qualche parte. Tornerà" ipotizza John B e si sdraia affianco a me.
Se lo dici tu John B...

Infatti dopo circa mezz'ora, sento il rumore di un motore.
Quindi io e John B usciamo e vediamo nostro padre alla guida Twinkie.
Io grido di gioia e lui scende dal furgoncino sorridente.
BJ: "Ho portato un nuovo amico"
JB: "Dove l'hai preso?"
BJ: "Al deposito. Che ne pensi?"
JB: "Cosa ne penso? Non saprei. Sto cercando di capire perchè non hai detto niente mentre Sarah era qui?"
BJ: "Che vuoi dire?"
JB: "Il diario"
Papà guarda da un'altra parte e John B alza gli occhi al cielo.
JB: "E dai papà, sul serio?"
BJ: "È una cosa di famiglia"
V: "Lei è di famiglia"
JB: "Esatto"
BJ: "È sempre la figlia di Ward"
JB: "Ok. Almeno, hai trovato il diario?"
BJ: "Certo, ma era ridotto a una poltiglia. Il finestrino era abbassato. Ha piovuto. Potevate almeno chiuderlo"
V: "Beh non ci aspettavamo di stare via così a lungo, su un isola deserta"
BJ: "Già, però il diario è andato" dice mio padre alzando la voce.
Volevo ribattere ma mi fermo.
Non volevo litigare con mio padre la prima volta che lo rivedevo dopo mesi.
BJ: "Ma ho un'altra idea. Piano B. Andiamo"
JB: "Piano B"
BJ: "Ricchezza e gloria. Dai"
V: "Non c'è un attimo di pace"
BJ: "È il prezzo da pagare per diventare ricchi figliola"
V: "Sì, certo..."
BJ: "Andiamo"
JB: "Fantastico"
Quindi saliamo sul Twinkie, John B davanti e io dietro.
Non avevo idea di dove ci voleva portare papà, ma non mi facevo tante domande.

You can't kill a Pogue || JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora