"Tanto per chiarire, non nasconderemo niente a Sarah. Ok?" dice ad un certo punto John B.
"È una di noi, papà" aggiunge il moro
"Hai perso l'oro giusto? Te l'ha rubato suo padre e la croce suo fratello" ribatte mio padre.
Ok, su quello gli dovevo dare ragione.
"È stata una coincidenza, papà. Ok?" cerca di spiegare John B.
"Una coincidenza?"
"Sì, papà! Vic, diglielo pure te"
"Oh, sì, Sarah è una pogue. È totalmente diversa da suo padre o suo fratello. È affidabile" dico io.
"Sentite, è meglio attenersi alle informazioni necessarie. Credetemi. L'ho imparato a mie spese. Passero, è una cosa fra me e te"
Ecco, questo decisamente non mi mancava.
"E Vic, ovviamente. La mia bella figliola" aggiunge mio padre, ricordandosi di me.
Io sforzo un sorriso e distolgo lo sguardo.
"Allora, dove andiamo?" chiede John B.
"Ci fermiamo a casa del tuo professore di storia, John B"
"Il signor Sunn?" chiede mio fratello
"Non aveva lui il diario originale? È sparito, quando si è venutio a sapere"
Quindi ci fermiamo davanti alla casa del professore e scendiamo dal Twinkie.
"Dubito che sia qui, ma controllare non fa male. Andiamo ragazzi" dice Big John e lo seguiamo verso la porta d'ingresso.
John B guarda dentro attraverso il vetro sulla porta e dice "Non c'è nessuno. Possiamo andarcene"
"Ehi, John B, aspetta. Ormai siamo qui. Guardiamo in giro. Divertiamoci" lo ferma mio padre e facciamo il giro della casa.
"Divertiamoci? Ma non si sta nascondendo?" chiede John B.
"Ho detto che è sparito. Forse si nasconde, o forse è morto" risponde lui.
Io e John B ci guardiamo straniti.
Papà era decisamente cambiato.
"Ma visto che non è qui, non credo che gli dispiaccia se diamo un'occhiata" dice papà, e apre la porta a vetri della veranda con un coltellino svizzero.
"Forza, venite" ci sussurra lui.
John B entra in casa e io lo seguo.
JB: "Signor Sunn?"
V: "C'è qualcuno?"
BJ: "Che aspetto ha il diario originale?"
JB: "Rilegato in pelle. Grande più o meno così"
V: "Penso che lo riconosceresti, se lo vedessi"
BJ: "Va bene, cercate dappertutto"
Ci separiamo e io vado in ingresso, dove c'era un tavolo al centro e noto che sopra di esso si trovava una busta di carta.
La prendo e dentro c'era un libretto di poesie.
"Che cazzo..." penso io.
Volevo mostrarlo a John B, ma qualcuno mi colpisce sulla schiena con una spranga di ferro, che mi fa accasciare per terra.
"Victoria!" esclama mio padre, ma viene fermato da un altro uomo.
Resto per terra, mentre John B e il mio aggressore si picchiano.
Poi sento dei rumori provenire dal bagno, quindi gattono fino a quella stanza.
Apro la tenda della doccia e trovo il professore Sunn, legato e con la bocca coperta da un pezzo di stoffa.
"Signor Sunn?" faccio io sorpresa ma qualcuno mi prende per i piedi.
"Ehi! Lasciami!" esclamo io, mentre l'uomo mi butta per terra, affianco a mio padre e mio fratello.
I due aggressori ci puntano contro le pistole e uno dei due tira fuori il diario di Denmark Tanny.
"È questo che cercavate?" chiede lui.
"Figli di puttana" mormora Big John.
"Scusa, amico. Sei arrivato troppo tardi" fa lui e se ne vanno.
Mio padre si alza e li segue fuori, ma loro erano già partiti con una barca.
"Ehi, Vic, stai bene?" mi chiede John B.
"Mai stata meglio" rispondo io prendendo fiato.
Il signor Sunn esce dal bagno strisciando quindi corriamo ad aiutarlo.
JB: "Ehi, sta bene?"
S: "Sono stato meglio"
JB: "L'aiutiamo noi"
S: "Sono uscito dal mio nascondiglio per accogliere quei due signori"
JB: "Come? Quei tizi?"
V: "Sono contrabbandieri"
S: "Dicevano di appartenere alla società storica. La mia vanità professionale ha avuto la meglio"
Arriva mio padre in fretta e furia e chiede al signor Sunn "Era il diario quello che hanno preso?"
Il professore annuisce.
"Forza, John B, Vic, andiamo!" esclama mio padre ed esce fuori.
"Lo ritroveremo, ok, signor Sunn? Ce lo riprenderemo" dice John B e usciamo pure noi due.
Saliamo a bordo del Twinkie e John B parte a tutto gas.
BJ: "C'è solo una strada per la baia"
V: "Sotto il Wando Bridge"
BJ: "Esatto"
V: "Dai John B!"
JB: "Sto andando!"
BJ: "Freni troppo in curva. Stai rallentando"
JB: "Stai seriamente criticando la mia guida ora?"
BJ: "Credevo di averti insegnato bene"
V: "Dovevi far guidare me"
JB: "Saremmo già morti"
V: "Ma con il diario tra le mani"
JB: "Ok, mi avete rotto"
John B schiaccia l'acceleratore e prende una curva stretta in velocità, tanto che ci stavamo per schiantare contro un auto.
"Bravo! Così si fa!" esclama.
Arriviamo al ponte e io avvisto la barca con i due contrabbandieri.
"Ehi! Sono loro!" esclamo io.
"Se superano il molo, addio diario" dice papà.
"Va bene...ehm...ho un'idea. Aspetta" fa John B e svolta di colpo a sinistra, uscendo dalla strada.
Si ferma sulla riva della baia ed esce dal Twinkie.
Io e mio padre lo seguiamo correndo.
"Conosco un tizio. Venite"
Passiamo sotto al ponte e arriviamo ad un molo privato, dove galleggiava una moto d'acqua.
"Un Wave Runner? Vuoi fermarti all'Ocean Club?" fa mio padre.
John B arriva a nuoto alla moto d'acqua e ci sale.
"Questi così sono velocissimi" dice il moro.
"Ok, vieni"
John B si avvicina a noi due con il veicolo e mio padre sale in sella, ma non c'era spazio per un'altra persona.
"Forza Vic, sali!" esclama mio fratello.
V: "Non ci sto! È per due persone"
JB: "Ci stai comunque"
V: "No, andate. Resterò qui"
JB: "Ne sei sicura? È una cosa nostra"
V: "Lo so, tranquilli. Andate"
BJ: "Ok, a dopo Victoria. Vai John B!"
JB: "Vai allo Chateau! Chiama JJ!"
V: "Sì! Mi raccomando riprendetevi il diario!" gli grido io mentre si allontanano all'inseguimento dei due contrabbandieri.
Bene, ora ero rimasta da sola.
Tiro un calcio all'aria e poi salgo sul Twinkie, per tornare a casa.
E per la cronaca, sapevo guidare.
Infatti, arrivo sana e salva a casa, dove trovo JJ che si prendeva cura della sua moto.
Parcheggio il Twinkie e quando scendo dal furgone, il biondo mi guarda sorpreso.
"Wow, hai davvero guidato senza fare nessun incidente?" mi chiede lui e io gli mostro il dito medio.
Ci abbracciamo e ci salutiamo con un bacio.
"Dove sei stata?"
"A inseguire contrabbandieri con mio padre e John B"
"La normalità quindi"
"Già"
"Quindi Big John è vivo?"
"Sì"
"Sono felice, davvero. Te lo meritavi"
"Già...anche se sembrava più felice di vedere Sarah che di vedere me..."
"Oh non dirlo nemmeno. Sai che ti vuole bene. È tuo padre"
"Sì ma non ha detto una parola quando ho lasciato andare lui e John B a caccia del diario"
"Aspetta, cosa?"
"Sì. A quanto pare il signor Sunn aveva ancora il diario, quindi due uomini inviati da Singh, che tra l'altro erano quelli sulla Coastal Venture, hanno fatto irruzione nella sua casa e gliel'hanno rubato. Li abbiamo inseguiti, ma loro sono scappati in barca quindi John B e mio padre li hanno inseguiti su una moto d'acqua"
Sul volto del biondo compare un'espressione confusa e io scoppio a ridere.
Era troppo carino quando era confuso.
"Il signor Sunn? Il nostro prof di storia?" chiede lui incredulo.
"Già, proprio lui. È un uomo della mille risorse eh?"
"Quello stronzo mi aveva dato due nell'ultima verifica di storia"
Lui continua a sistemare la sua moto da cross, io resto in silenzio, seduta sui gradini fuori dalla veranda, e lo osservo.
Guardo meravigliata ogni suo movimento, come muoveva le mani, che espressioni faceva, cosa borbottava tra sè e sè. Tutto come se fosse la prima volta.
Il biondo incrocia il mio sguardo e quando nota che lo stavo già fissando sorride compiaciuto.
"Togliti quel sorrisetto dal volto" dico io sogghignando.
"Cosa ti aspetti che faccia quando ti soprendo a fissarmi con gli occhi a cuore?" ribatte lui e viene verso di me, con le braccia aperte.
Mi alzo e mi butto tra le sue braccia.
Rimaniamo dei secondi infiniti così, abbracciati, nessuno dei due voleva staccarsi.
Riuscivo a sentire il suo profumo, che per molto può essere considerato più come odore, ma per me è profumo.
I suoi vestiti, i suoi capelli, la sua pelle, avevavano tutti quel profumo di...JJ.
"Ciao ragazzi"
Mi stacco dal biondo e vedo che Kiara era arrivata in bici allo Chateau.
La guardo a malapena e poi incrocio le braccia.
JJ: "Ehi, Kie, che c'è?"
K: "È per Rafe. È tornato sull'isola. Sarah l'ha visto"
V: "Fantastico"
K: "Non è solo quello. L'hai sentito dire che la croce andrà a Wilmington domani sera. Starà cercando di venderla"
V: "Allora andremo a Wilmington"
K: "Non è così semplice"
V: "Ovviamente, non è mai semplice"
La ragazza mi guarda e io sbuffo.
"Io...me ne andrò dentro" dico io ed entro in casa.
"Vic! Aspetta!" esclama Kie e mi corre dietro.
Io mi chiudo la porta alle spalle, senza darle retta.
"Victoria, per favore, aspetta" dice Kie, una volta entrata.
Io le rivolgo le spalle e mi apro una lattina di birra.
"Possiamo parlare? Ti prego"
Dopo qualche secondo di esitazione, mi giro verso di lei e dico alzando le sopracciglia "Va bene, parla"
"Tu sei la mia migliore amica, Vic. Sono seria. Quando ero depressa e sola, tu mi hai aiutata. Ho ricominciato a ridere e a divertirmi grazie a te. Non posso perderti"
"Allora perchè non sei stata onesta con me? Perchè non mi hai mai detto che ti piaceva?"
"Perchè non volevo che tu ti facessi da parte per me. Tu lo fai con tutti, Vic. Metti gli altri davanti a te, sempre. Ma quando gli altri fanno lo stesso con te, tu ti arrabbi"
"Non mi sono arrabbiata per quello Kie. Mi hai letteralmente detto che sono povera, senza genitori e irresponsabile"
"Lo so, e mi dispiace. Ma non le pensavo veramente quelle cose, e lo sai pure te. Non sono una Kook, Vic. Odio fare la vita da Kook. Io sono una pogue, come te, come voi. E ti giuro, mi sono sentita mia madre quando ti ho detto tutte quelle cose. Ho pianto tutta la notte. Non volevo ferirti"
Gli occhi della ragazza si inumidiscono e pure i miei fanno fatica a trattenere una lacrima, ma io lo nascondo.
"Lo so che non sei una Kook, non so perchè te l'abbia detto"
"È stato letteralmente l'insulto peggiore che potessi dirmi" fa Kie, e ridiamo entrambe.
"Ti prego Vic, perdonami. Andiamo avanti. Dimentichiamo tutto. Odio non poterti parlare" dice lei, prendendomi le mani tra le sue.
Io annuisco (se avessi provato a parlare sarei scoppiata a piangere) e le getto le braccia al collo.
"Non litighiamo più. È una cosa da Kook" dico io.
"Sì, è decisamente da Kook" ribatte lei.
Quando ci stacchiamo, allungo la mano e dico sorridendo "Pace?"
"Pace" risponde la ragazza e facciamo il saluto che facciamo noi Pogues.
Poi entra JJ, che ci chiede, visibilmente impaurito dalle nostre possibili reazioni, "Avete risolto?"
"Cosa pensi? Ovvio che no. La odio" risponde Kie.
"Già. Non mi parlare mai più" dico io.
JJ si corruccia e poi si apre in un sorriso.
"Ok, ho capito, me l'avete fatta" fa lui e scoppiamo tutti a ridere.
Usciamo in giardino, io e Kie a braccetto.
Potete pure chiamarci bipolari o psicopatiche, ma mai e dico mai darci delle Kook.
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You can't kill a Pogue || JJ Maybank
FanfictionVictoria B. Routhledge è una sedicenne ribelle, ormai abituata alla vita da Pogue nelle Outer Banks. Dopo un anno in riformatorio, torna alla sua vita quotidiana, ritenuta da alcuni noiosa da altri emozionante. Ma al rientro a casa, qualcosa tra lei...